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"Mi scusi, lei è la madre di Becka Itoo?"

La donna si girò di scatto.

"E tu chi sei?" Chiese al ragazzo che si trovò di fronte.

"Salve, sono Oikawa Tooru. Il ragazzo di Becka. Più tardi dopo la partita andremo a mangiare qualcosa tutti insieme, perché non si unisce a noi? Ci saranno anche i genitori degli altri atleti. Penso che a Becka farebbe molto piacere."

"Mi dispiace ma-"

"Mamma, posso comprare i pop corn?"
Un bambino interruppe la nostra conversazione rivolgendosi alla signora. La donna mi guardò.

Non riuscivo a spiegarmi quel "mamma".

"Mi dispiace, ora devo andare. Ti prego di non dire a Bek di aver parlato con me."

"Non avevo intenzione di farlo, in ogni caso." Rispose Tooru con tono serioso e al contempo deluso.

Il pomeriggio passò in fretta e finalmente giunse l'ora della semifinale maschile.
A scontrarsi sarebbero stati il Karasuno contro l'Aoba Johsai. L'atmosfera che si respirava era tesa e pungente. In quanto manager, dovevo aiutare il coach a prendere appunti sulle formazioni di gioco dei corvi, soffermandoci soprattutto sulla veloce bislacca di Hinata. Tooru, nel frattempo, sembrava apparentemente calmo. Era seduto in panchina, con la testa china e i gomiti sulle ginocchia. Non potevo scorgere i suoi occhi, ma ero certa fossero chiusi. Quello era il suo rituale di concentrazione. Nessuno dei ragazzi si avvicinava a lui, conoscevano a fondo il loro capitano. Per lui sapere di essere nervoso lo rendeva ancora più nervoso. Temeva che Kageyama lo avrebbe superato e quel dolore sarebbe stato più forte della sconfitta in sé.
Dopo qualche minuto in quella posizione, si alzò in piedi.

"Bene, facciamolo! Io mi fido di voi ragazzi." Disse guardando i suoi amici, allargando le braccia.
I ragazzi sorrisero e si strinsero a cerchio, abbracciati. Poi si girarono tutti verso di me e lasciarono uno spazio per permettermi di unirmi a loro.

Dopo tre set di pura pallavolo, scambi senza fine e azioni mozzafiato, l'ultima palla cadde nel campo del Karasuno. I corvi tanto temuti erano stati fermati dal Grande Re e dalla sua corte di giullari, che avevano messo a tacere il gracchiare dei volatili neri.
Non ebbi nemmeno il tempo di andare da lui,
che Tooru fu assalito da una folla di donne schiamazzanti e fastidiose. Lui cercò di dimenarsi, per poi giungere da me e lasciarmi un bacio sulle labbra.
Appena uscito dal campo venne immediatamente fermato dai giornalisti per rilasciare delle interviste.
Dall'altra parte, invece, c'era Wakatoshi, l'asso della Shiratorizawa. La grande aquila bianca aveva spazzato via chiunque aveva osato sfidarla. Erano indubbiamente delle forze sovrumane.
Ushijima, eh?
Com'era cambiato da quando eravamo alle medie! Sempre lo stesso mostro di sempre, ma più alto, più robusto e anche più serio. Eravamo in classi diverse ma nonostante ciò ci capivamo alla perfezione. Era l'unico amico che avevo, l'unico a non vergognarsi di passeggiare per i corridoi insieme a me.
Era l'unico a cui non spaventava la mia malattia.
Forse perché non era mai stato un tipo che si affezionava, perciò se ci fossi o non ci fossi stata, per lui sarebbe stato indifferente.

"Itoo-kun!"

"Ushijima-san! Complimenti per essere arrivati in finale!"

"Grazie, complimenti anche a voi!" Rispose senza batter ciglio.

"Allora?"

"Allora cosa?" Ribattetti.

"Che cosa hai intenzione di fare con Oikawa?"

Lo guardai meglio.

"Che vuoi dire?"

"Domani sarà la sua ultima partita."

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐲 𝐇𝐮𝐞𝐬𝐨 | 𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐜𝐤𝐚 𝐞 𝐓𝐨𝐨𝐫𝐮 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora