Aprite il cervello.

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 Lui, il ragazzo a sinistra nella foto, si chiama Babacar Cisse.
Ha 23 anni e da tre è in Italia come richiedente asilo.

E’ insomma il tipico essere umano da tempo molti politici ci dicono di odiare. 
E’ uomo, è nero, è un richiedente asilo. Quindi per molti è automaticamente uno spacciatore, uno stupratore, un assassino, un terrorista, uno che ci ruba il lavoro, che se non fosse per lui l’Italia sarebbe un paradiso.

Ecco, provate a raccontarlo a lei, alla ragazza sulla destra, ai suoi genitori, alla sua famiglia.
Lei, che sabato scorso ha rischiato di affogare tra i cavalloni del mare agitato di Finale Ligure, che non riusciva più a tornare a riva, che non poteva far altro che urlare.

Babacar quelle urla le ha sentite e quelle onde le ha viste. Sapeva che avrebbero potuto trascinare a fondo anche lui, ucciderlo.
Però non ci ha pensato un istante. Si è gettato in mare, ha preso la ragazza, ha rischiato di annegare a sua volta, sfinito dalla fatica.

Ma ha raggiunto la riva, salvando lei e salvando se stesso.
E se lui non fosse stato qui in Italia in quel momento oggi lei sarebbe probabilmente ancora sotto il mare. Una vita sarebbe spezzata. E con la sua quella della propria famiglia.

Quindi tutti i richiedenti asilo sono degli eroi? 
No, questo episodio non fa di tutti gli immigrati degli eroi e delle persone oneste e coraggiose.
Così come un immigrato che spaccia non fa di tutti gli immigrati degli spacciatori. O degli stupratori o degli assassini.

Ogni essere umano andrebbe valutato solo per ciò che lui è, non per un gruppo a cui appartiene.

Ma so che questo concetto, tanto elementare, non entrerà mai nella testa di alcuni.
Non perché non lo capiscano, lo capiscono eccome.
Solo che conviene loro far così, aizzando odio in cambio di voti.

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