Di ritorno dalla baia dei sospiri
ormai non son più nato,
ho in grembo criniere di luce
e questo mio dolce dormire non mi è caro,
ma ora attendo di sedermi a tavola
davanti un gecko di piccole dimensioni
che volge a me il suo occhio pallido e vivo
e miete insieme il calar del giorno
il suo recinto, i suoi elementi.
Non intravedo linea che dall'occhio
non arrivi diretto alla mia testa,
quasi come un disordine naturale
che cresce, cresce ad'ogni rapido cenno;
a star seduto sui miei polsi
mi dan da fare perfino i commenti
in cui venne il mare a ciondolar di conchiglie,
di là sull'altura calan verdi
i piccioni che non ho mai incontrato,
e vorrei che grappassero i miei vasti sogni
e col becco li perforassero.
Congiunto come sono da una larga
statura di mente, non potrei forse scordare,
o forse potrei lasciarli lì
ad addobbare qualche vile ladro.
E son quello che mangio che mi fa dire:
sempre meglio una notte povera d'ambrosia
che una notte di ghiaccio,
perchè se davvero mi son dato pegno
per morder fine alla parte edibile dei giocattoli,
questo gioco si fa un ginepro
che accoglie le mie ciglia
si fa un preludio che accoglie la mia bocca
si fa un confuso ondeggio di parole,
il gioco famelico e omicida del poeta.
STAI LEGGENDO
Camera a brochure di sogni
Poetry[COMPLETATA] "Dove c'è una mente aperta, ci sarà sempre una mente di scoperta", così recitava Charles Kettering, noto ingegnere statunitense del XX secolo. Il suo scopo era quello di invitare a guardare il mondo dal punto di vista di quello che lo d...