Capitolo 1

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Il piccolo salotto dell'appartamento di Hoseok era affollato, dal computer collegato allo stereo proveniva la musica di una playlist jazz scelta per l'occasione, tranquillo sottofondo al chiacchiericcio dei ragazzi lì presenti, alcuni seduti sul divano, altri nella piccola cucina che si affacciava direttamente sull'altro ambiente confinante.

L'atmosfera era quella cui si erano abituati, la presenza degli altri ormai confortevole e familiare grazie a quell'amicizia divenuta sempre più forte nel corso degli anni. Il padrone di casa era intento ad aiutare Seokjin, l'unico che fosse autorizzato ad entrare nella sua cucina, a preparare la cena; Jimin e Yoongi erano accoccolati l'uno all'altro sul divano, a parlottare a bassa voce e ridacchiare, persi nel loro piccolo mondo; Taehyung, seduto a gambe incrociate davanti alla tv, aveva ricominciato per l'ennesima volta la partita ad uno dei tanti videogiochi che lì aveva a disposizione nella speranza che Jeongguk, il suo migliore amico, decidesse di dargli una mano a sfuggire dalla polizia.

Peccato che quest'ultimo, seduto anch'esso a terra, con la schiena contro il tavolino da caffè, avesse tutt'altro per la testa, pensieri sfuggenti che non riusciva a mettere a fuoco che già si allontanavano in fretta, scappavano veloci per non lasciarsi prendere, per non lasciarsi decifrare e continuare invece ad infondergli una leggera agitazione. Nel tentativo di tramutare la loro corsa dall'incedere impetuoso di nubi temporalesche a quello invece puro ed indolore di bambini che giocavano tra loro, si sforzò di leggere l'ora sull'orologio a muro di vetro che, con le lancette ed i numeri neri, sembrava dipinto sulla parete arancione del soggiorno. Trenta minuti da quando si erano ritrovati, e di Namjoon non c'era ancora traccia, un ritardo che, nonostante fosse stato annunciato, risultava comunque pesante per il suo cuore.

Scosse la testa; i capelli scuri un po' troppo lunghi, che Taehyung aveva legato in un codino perché a suo parere gli sarebbe stato bene ed avrebbe evitato che sentisse troppo il caldo di quella sera di fine giugno, ondeggiarono in modo pericoloso. Doveva distrarsi, trovare qualcosa più importante su cui soffermarsi di quanto non fosse uno stupido videogioco.

Quasi sentendosi un criminale, i suoi occhi si spostarono sulla coppia presente nella stanza, e sorrise, un sorriso entusiasta, tipico ancora dell'adolescenza che da poco aveva abbandonato, nel vedere il bacio a stampo che Jimin aveva rubato a Yoongi.

Era stato difficile convincere quei due a dichiararsi, ed anche con il supporto e l'incoraggiamento costante dei loro amici erano dovuti trascorrere mesi perché si confessassero –meglio ancora: perché Yoongi, sorprendendo tutti, si confessasse per primo.

Non erano cambiati di tanto, dopo quel pomeriggio. Il piccolo gruppetto era già abituato a vederli mentre, isolati nel loro mondo, non facevano che coccolarsi e parlottare tra loro. Era però ancora una rarità assistere a dei loro baci e, se non fosse stato per qualche chiazza violacea che ogni tanto spuntava da sopra il colletto di ciò che avevano indosso, avrebbero potuto credere che ancora fossero bloccati allo stadio di "amici stretti".

Jeongguk sospirò. Era bello vederli felici; era bello sapere che, almeno tra di loro, i due si sentissero abbastanza liberi ed accettati per amarsi senza avere paura delle ripercussioni. Erano stati testimoni dei grandi passi in avanti compiuti da Yoongi contro la timidezza, traguardi che Jimin non perdeva mai occasione di elogiare, e quest'ultimo aveva deciso di intraprendere ingegneria chimica proprio grazie alla fiducia che il suo hyung riponeva in lui e nelle sue capacità. Li avrebbero protetti. Jeongguk e gli altri si erano promessi che avrebbero protetto i loro amici da ogni ingiustificata forma d'odio, anche al costo di picchiare qualche coglione di troppo. 

E, osservando il gesto delicato con cui Jimin aveva sistemato la presa sui fianchi di Yoongi, una mano che si era infilata sotto la maglietta bianca indossata dal ragazzo, un peso gli gravò sul petto, mostri rumorosi che gli sussurravano di distogliere lo sguardo, di smetterla di cercare un sentimento che lui mai avrebbe sentito suo, mai avrebbe provato. Lo fece, spostò gli occhi sugli hyung in cucina, i capelli di Hoseok, da poco tinti di rosso, visibili sebbene fosse senza occhiali.

Clematis - {Namkook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora