La sveglia suonò accanto ad un letto vuoto, sfatto, lenzuola che pendevano da un lato, a toccare il pavimento, vittime della foga con cui Jeongguk si era alzato da una decina di minuti appena per correre in bagno a vomitare.
Sebbene nessuno dei suoi amici fosse ancora a conoscenza di ciò che era successo ormai una settimana prima, le condizioni di Jeongguk erano peggiorate molto più in fretta di quanto non avessero predetto le sue amatoriali ricerche su internet, e l'idea di tenere lontani tutti per non far loro del male –l'idea di tenere Taehyung lontano, quando forse il suo migliore amico era colui di cui aveva più bisogno- faceva addirittura più male dei petali insanguinati che comparivano nei suoi polmoni ormai più volte al giorno.
Aveva passato in solitudine il weekend che avrebbe dovuto trascorrere al mare con gli altri, nella speranza di comprendere cosa gli stesse succedendo e come affrontarlo senza bisogno di far spaventare i genitori o dirigersi in un ospedale. Ed aveva pianto, aveva quasi avuto un attacco di panico nel leggere ciò che aveva trovato.
Vomitare fiori era una malattia, e si chiamava "Hanahaki", un termine giapponese che racchiudeva quell'azione che allo studente di matematica pareva una favola per bambini, una racconto al limite del mito narrato da centinaia di anni. Se avesse dovuto leggerne in altre circostanze, probabilmente avrebbe continuato a considerarla una leggenda.
Iniziava a vomitare fiori qualcuno il cui amore non era ricambiato, e, invece dei fiori che tutti consideravano simboli di quel sentimento tanto potente, le piantine che crescevano all'interno dei polmoni erano legate alla persona amata. Con qualche ricerca in più, Jeongguk era arrivato a concludere che i petali dalle diverse tinte rosate che gli toglievano il respiro appartenessero alla clematide, il fiore del compleanno di Namjoon.
Patetico, talmente tanto innamorato e patetico da aver iniziato a disdire gli appuntamenti con lo hyung dai capelli tinti di bianco, scuse che rasentavano il ridicolo pur di evitare la persona che avrebbe voluto lo abbracciasse quando la notte piangeva spaventato, tremando nonostante il caldo, sopraffatto dai tanti, troppi pensieri che quella dannata situazione portava con sé.
Nei casi migliori e più strazianti, l'Hanahaki concedeva fino a tre mesi di dolorosa sopravvivenza prima che la vittima morisse soffocata dai fusti, segnale dell'ultimo stadio della malattia. Ma Jeongguk non si illudeva di avere così tanto tempo ancora a disposizione, non quando i petali erano già macchiati di sangue, non quando mangiare stava diventando impossibile ed uscire dalla camera rappresentava la spaventosa possibilità che qualcuno scoprisse quel segreto colmo di vergogna.
E forse anche quella mattina sarebbe tornato nel letto, esausto a causa del brutto episodio appena avvenuto, se solo non avesse avuto appuntamento con Yoongi affinché lo aiutasse a preparare uno degli ultimi esami prima della fine del semestre.
Sospirò, guardandosi allo specchio, le nocche sbiancate dalla disperazione con cui si reggeva al lavandino occupato da petali tinti di rosso. Era un disastro, dubitava che una doccia e trucco abbondante potessero risollevare le condizioni della figura che vedeva riflessa. Le occhiaie erano andate via via ingrandendosi, un viola sempre più scuro che risaltava sul volto sempre più pallido, attirando l'attenzione che solo le guance incavate avrebbero distolto.
Al diavolo, Yoongi non si sarebbe solo preoccupato, considerò buttando la maglietta del pigiama per terra. Yoongi sarebbe stato terrorizzato dalle sue condizioni al punto da dichiararsi disposto a fare qualsiasi cosa, pur di aiutarlo. Se lo avesse detto a Jimin? Se Jeongguk avesse invece vomitato fiori in sua presenza? Come avrebbe fatto ad inventarsi una scusa credibile? Come avrebbe fatto a proteggere i suoi amici da tutto quel dolore?
Neanche la doccia fredda gli portò le risposte che sperava, scenari via via più cupi e peggiori ad offuscargli la mente. Lo avrebbero abbandonato? Perché mai avrebbero dovuto farlo? E, soprattutto, chi poteva garantirgli che avrebbero voluto stare accanto ad un loro amico condannato a morte?
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Clematis - {Namkook}
Fanfiction«...Così come era certo che con Namjoon al suo fianco respirare sarebbe stato semplice, fu altrettanto certo che sarebbe morto, se fosse rimasto distante da lui ancora per molto...» •storia breve •angst •hanahaki au •tematiche delicate •iniziata...