Epilogo

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Jeongguk entrò nella caffetteria a passo spedito, in ritardo per l'appuntamento, i quaderni e i libri che aveva sottobraccio pericolosamente in bilico, sul punto di cadere, una cuffietta scappata, nascosta tra le pieghe della spessa sciarpa che aveva indosso per proteggersi dal freddo, i capelli legati in un codino disordinato.

Il giorno seguente avrebbe dato l'ultimo esame, l'ultimo, dannato esame che gli mancava per laurearsi, ed aveva aspettato oltre la fine della lezione per porre al docente alcune confuse domande su un argomento che non aveva capito. Come si era aspettato, quello che aveva preso a chiamare "lo stronzo" gli aveva risposto con un sorrisetto crudele e la sua solita frase "Me lo spiegherà lei domani all'esame, signorino."

Ripensando a quella scena per colpa della quale sentiva ancora il petto bruciargli di rabbia, si limitò ad accennare un sorrisetto colmo di disprezzo, gli occhi che vagavano alla ricerca del suo hyung, che sperava già seduto ad uno dei tavoli. Doveva resistere per ancora una giornata, continuava a ripetersi, una giornata e poi quell'uomo sarebbe uscito dalla sua vita.

Lo sguardo venne attratto da una mano che sventolava, sul fondo del piccolo ambiente. Namjoon era seduto lì, il volto illuminato da un sorriso via via sempre più ampio ad ogni passo impacciato che Jeongguk compiva verso la sua direzione, incespicando tra sedie lasciate in disordine ed avventori che occupavano la maggior parte del poco spazio presente.

«Ehi, hyung.» arrivato al tavolo senza aver fatto cadere i libri, le matite dentro di essi, le chiavi della macchina o il cellulare, anche lo studente di matematica si concesse un sincero sorriso di sollievo.

«Ehi, laureando in punto di crisi.» Namjoon si premurò di allontanare i libri e gli appunti dal più giovane, non volendo che approfittasse del primo silenzio tra loro per rimettersi a studiare. «Come stai?»

«Sul punto di uccidere lo stronzo.» borbottò Jeongguk, una minaccia a cui non venne dato il giusto peso a causa del sorriso che gli aveva incurvato le labbra nel vedere i gesti compiuti dal suo hyung, la stessa premura e lo stesso affetto che in quegli anni non erano mai venuti a mancare.

Era stato strano, all'inizio, difficile al punto che certe volte il più giovane pensava sarebbe impazzito. I suoi amici avevano preso a trattarlo come qualcosa di fragile, una statua di cristallo sbeccata che si sarebbe rotta al primo respiro troppo forte, e, per quanto Jeongguk li pregasse di tornare alla normalità, di comportarsi come se niente fosse successo, comprendeva le loro azioni, comprendeva le loro preoccupazioni e non negava a nessuno un abbraccio un po' più stretto, un gesto d'affetto che prima nessuno avrebbe ritenuto necessario.

Si era preso carico di Taehyung, dei pianti in apparenza ingiustificati in cui scoppiava nei momenti di quiete, di serenità; si era preso carico del suo migliore amico, si erano presi carico l'uno dell'altro ed insieme avevano cercato di medicare le ferite nascoste agli occhi del resto del gruppo.

Aveva avuto bisogno di avvicinarsi di nuovo a Namjoon, un percorso che il suo hyung non aveva forzato e in cui egli stesso era incespicato più volte, senza sapere come comportarsi sebbene le numerose promesse fatte dichiarassero che tutto sarebbe stato uguale. C'era stata per lungo tempo l'indecisione tra un abbraccio in più ed uno in meno, tra una carezza lasciata sui capelli ed invece abbandonata nell'aria, tra un discorso più profondo –quei discorsi che era abituato a tenere con il suo Guk- e parole che restavano a tormentare la sua mente, prive di una via di fuga.

E se all'inizio Jeongguk aveva sofferto per il vuoto che quelle dannate clematidi, una volta strappate via dal suo corpo, avevano lasciato nel suo cuore, il posto vuoto dell'amore per Namjoon, posto che credeva non sarebbe mai stato riempito, con il tempo aveva fatto meno male. Con il tempo era arrivato ad apprezzare la sensazione di calore meno bruciante ma ben più confortante che si espandeva nel suo petto ad ogni gesto compiuto da quello che ormai era solo più un amico –un amico per cui avrebbe dato la vita, però non più il ragazzo che amava.

Clematis - {Namkook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora