Capitolo 14 - Pioggia

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Il risveglio fu traumatico, ogni parte del mio corpo urlava pietà, persino la testa faticava a lasciare il cuscino.
Mi ero addormentata su di una coperta con mia madre e mia sorella. Hadi era al centro, sembrava dormire tranquilla.

In silenzio mi alzai, il sole era già alto in cielo e nella sala da pranzo due donne con i loro bambini avevano preparato da mangiare, altre tre Noctis stavano già facendo colazione mentre gli altri erano sparsi per le altre case o ancora a dormire.

Ringraziai le donne per la loro gentilezza, iniziando a mangiare una fetta di pane con la marmellata, accompagnata da una tazza di tè.
<<Resteremo qui ancora per molto?>> chiese timidamente una delle due Noctis.
Aveva la pelle lilla e dei lunghi capelli corvini raccolti in una treccia. Le labbra erano sottili e curvate all'insù.
Sul naso e sulle guance era ricoperta di lentiggini violacee, gli occhi invece erano tinti dello stesso azzurro del cielo.

<<No, presto mi recherò io stessa al castello>> risposi mandando giù un boccone. <<Come ti chiami?>> mi chiese poi prendendo un'altra fetta di pane.
<<Mu Arae>> le risposi sorridendo.
<<Syrma>> si presentò lei.
<<Prima un ragazzo ti cercava, quello con gli occhi scuri e la gamba bendata>> disse poi, riferendosi ad Edmund.
<<È fuori, vicino la stalla>> aggiunse prima che potessi chiederle altro.

Bevvi quindi l'ultimo sorso di tè e raggiunsi Edmund, il tempo era nuvoloso, un temporale era all'orizzonte. Vidi un po' di gente sul tetto, intenti a ripararlo il più possibile in caso di pioggia.
<<Eccoti finalmente>> disse Edmund invitandomi a sedere su di una balla di paglia accanto a lui.
<<Come va la gamba?>> gli chiesi, aveva l'aria molto più riposata.
<<Meglio, grazie>> rispose lui osservandomi per un attimo.
<<Ti volevo ringraziare per ciò che hai fatto assieme a Kian. Sono contento di averti incontrata, senza volerlo alla fine abbiamo combattuto assieme>> disse poi sorridendo.
<<Con metodi diversi>> aggiunsi giocando con la manica della mia maglia.
<<Ti ricordi quando mi hai chiesto cosa ho fatto per ottenere il rispetto dei Noctis e diventare guardia?>> mi chiese poi, portando lo sguardo sulle nuvole nere.
<<Ho ucciso altri umani, per dimostrare la mia lealtà>> disse senza meravigliarmi.
<<Lo avevo immaginato>> risposi con amarezza.
<<Hadi è davvero dolce. Non riesco a guardarla però senza pensare a tutto ciò che ho fatto. Soprattutto ora, ho sporcato anche le sue mani di sangue...>> disse interrompendosi per un attimo, poi riprese <<ieri ho capito che i miei metodi sono sbagliati, ma non il mio intento>>.

<<Ho cercato di dirtelo più volte>> risposi scuotendo la testa, per lo meno aveva raggiunto il buon senso.
<<Hadi tiene molto a te, non penso provi risentimento nei tuoi confronti>> gli risposi poi, cercando di consolarlo.
<<Dovrebbe invece>> tagliò corto Edmund.
<<Non hai più voglia di spargere sangue ma come credi di fermare gli altri castelli della contea?>> chiesi poi ripensando al discorso del giorno precedente.
<<È un piano lungo>> rispose ritrovando il sorriso, gli feci cenno di continuare a parlare.
<<Abbiamo bisogno di infiltrati, dobbiamo trovare la resistenza dei loro castelli, ma invece di invitarli a combattere, li aiuteremo a fuggire>> disse speranzoso.
<<Aiutare a fuggire? Mi piace il tuo ottimismo in questa situazione>> risposi guardandomi attorno.
<<Insieme credo si possa fare>> concluse sbadigliando.
<<Per ora pensiamo ad aiutare noi stessi>> esclamai balzando giù dal fieno.
<<Avevi bisogno di altro?>> chiesi prima di andare via.
<<Sì, ma non è questo il momento. C'è qualcosa che devi vedere al castello>> rispose prima di venire interrotto dalla presenza di Hadi all'entrata della stalla.

<<Vi lascio soli>> sorridendo iniziai ad andar via, salutando con un breve cenno mia sorella. La vidi sedersi accanto ad Edmund, controllandogli ferite. Era così rilassata con lui, sperai solo che la guardia sarebbe riuscita a perdonarsi e a lasciarsi amare da Hadi.

As the universe, so the soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora