E così era stato fino ad allora. Fino a quel giorno. Namjoon era stato lontano da Jimin, sempre, non si erano più rivisti. Lo stesso per Alice.
La piccola chiedeva spesso di Jimin, chiedeva spesso di poter avere altri fiori, ma il padre cercava di rimuovere da lei quel desiderio, provando invece a farla innamorare dei vestiti di pizzo e delle bambole, senza successo.
La sua bambina stava crescendo così in fretta, era una gioia per gli occhi.
Namjoon era così fiera per lei.
Era intelligente, aveva voglia di imparare, di scoprire cose nuove.
Non aveva pregiudizi, né paura del diverso.Namjoon era fiero di lei, fiero che sua figlia fosse riuscita a crescere con una madre come Amanda.
Namjoon non aveva mai mentito a sé stesso, non aveva mai amato Amanda.Forse, per un certo periodo della sua vita, aveva provato affetto per lei, ma il cuore di Namjoon apparteneva a tutt'altra persona.
E Namjoon era così dannatamente fiero di lei, perché si rifiutava di piangere anche quando era triste, nonostante avesse poco meno di otto anni, anche quando Amanda, per la prima volta davanti ai suoi occhi, osò alzare le mani su di lei.
<<Mamma.. ti prego. Non voglio mettere questo vestito.>>
<<Non mi interessa, Alice! Ti avevo detto ci sarebbe stata una festa, devi essere presentabile!>>
<<Amanda, ti prego. Possiamo trovare qualcosa di più comodo.>>
<<Questo non sarebbe accaduto se non l'avessi lasciata scorazzare nel fango come un animale per tutto questo tempo! Adesso non sa come comportarsi da ragazzina normale!>>
<<Non parlare così di lei.>> disse calmo Namjoon.
<<Alice, vai a indossare subito questo vestito, immediatamente.>>
<<M-Mamma..>>
<<Adesso!>>
E lì Namjoon perse la pazienza. Perse l'ultimo briciolo di rispetto che avrebbe mai potuto avere per quella donna, quando la vide colpire sua figlia in pieno volto, e dopo mandarla a vestirsi come se nulla fosse successo.
<<Amanda!!>> Namjoon si alzò furioso dalla sedia sulla quale sedeva, afferrando con forza il polso della donna.
<<Lasciami!>>
<<Non azzardarti a toccarla! È chiaro!?>>
<<Ti ho lasciato fare come volevi per tutti questi anni, adesso basta! Non hai saputo neanche educare tua figlia! >> urlò furiosa la donna.
<<Ti proibisco di trattarla in questo modo! Dovresti esserle grata anziché trattarla come un animale!>>
<<Per favore Namjoon, sei ridicolo! Non te n'è mai importato niente di questa famiglia!>> la donna si liberò dalla presa dell'uomo dirigendosi verso la camera della figlia.
Namjoon sentí la donna urlare qualche volta il nome della figlia, cercandola per tutte le camere della casa.
L'uomo iniziò ad allarmarsi quando constatò che la piccola non era più in casa con loro.
...
Jimin era fuori al suo giardino, curando le poche piante che riusciva ancora a mantenere. Un tempo il suo giardino era molto più florido, ma col tempo, la sua voglia di prendersi cura di sé, o di tutto ciò che gli apparteneva, sembrava scomparire.
D'improvviso però, un istinto materno prese possesso di lui, quando affacciatosi alla strada, dalla recinzione del suo cortile, udì un pianto sommesso.
Quello di un bambino, che aveva trattenuto le lacrime per troppo tempo.
STAI LEGGENDO
𝐁𝐫𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐏𝐞𝐭𝐚𝐥𝐬 || 𝐍𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧
Fanfiction"Jimin voleva il meglio per lui. Voleva per Namjoon un futuro radioso, anche se Jimin stesso non ne avesse fatto parte. Per questo quando venne a sapere che di lì a poco il suo amico d'infanzia si sarebbe sposato, gli aveva fatto le sue più grandi...