Traccia 3- Left Behind

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Charlie continuava a guardare la tomba di fronte a sé, senza dire o fare niente; è come se fosse in trans, in quel momento. Sono successe troppe cose in così pochi giorni, troppe cose che l'hanno portata inevitabilmente indietro nel tempo, ai tempi in cui poteva considerarsi ancora felice, spensierata e senza pensieri. Perché tutto era cambiato in un attimo? Non riusciva a darsi una risposta che si potesse considerare "soddisfacente"; sapeva cosa fosse successo ma ciò non la soddisfa. Senza rendersene conto, si inginocchia e inizia ad accarezzare con le dita le incisioni sulla lapide del padre. Le scritte sono umide e leggermente sporche di terra ma lei sembra non farci caso; non fa altro che fissare il suo nome e le due date incise sotto, come se stesse aspettando qualcosa.

-Devo aspettare ancora?- Sentendo la voce, istintivamente, si volta ritrovandosi il suo migliore amico John in piedi, a pochi passi da lei. Dopo averlo osservato, come per focalizzare la sua presenza, ritorna a prestare attenzione alla lapide di fronte a lei. Per qualche minuto, che sembra un'eternità, tutto sembra essere fermo fin quando John non si presenta di fianco a Charlie, evitando di fare rumore o interrompere l'atmosfera che si è venuta a creare. Con la coda dell'occhio la osservava, come incuriosito dal suo stato di quiete. Le sue labbra si curvano in un leggero sorriso; per quanto possa sembrare paradossale come cosa, gli piace vederla così. Vederla così... vulnerabile, in un certo senso. Senza quella corazza di apparente indifferenza. Si sente lusingato, apprezzato... onorato; in questo momento è qui, con lei... nel suo posto "segreto" per così dire, davanti alla tomba di suo padre. Insieme, come lo sono stati in questi interminabili giorni. Inevitabilmente, il suo sguardo si concentra completamente su di lei notando i suoi occhi lucidi. Odia vederla così eppure ama essere l'unico degno di vederla in quel modo... si fida di lui a tal punto di condividere un qualcosa di così intimo come il luogo di riposo di suo padre. Suo padre... l'uomo che ha ideato un luogo adatto ai bambini, l'uomo che si suicidò per un rimorso che non dipendeva da lui... l'uomo della vita di Charlie, il suo punto di riferimento dopo che la madre se n'era andata via. Lasciandoli soli, a sostenersi a vicenda dopo quella tragica scomparsa che ha distrutto, in parte, la loro famiglia. Solo ora, a ripensarci, John si rese conto di quanto Charlie abbia sofferto in questi anni... e nonostante tutto quello che le fosse successo lei è qui, con lui... a condividere in parte il suo dolore. Una folata di vento lo riporta alla realtà e nota che anche lei si è risvegliata dal suo stato di quiete, iniziando a tremare leggermente. Senza dire niente, si toglie la giacca e l'appoggia sulle spalle di lei.

Quest'ultima lo guarda, per poi sussurrare un semplice "grazie", stringendosi nella sua giacca e prestando attenzione non più alle scritte incise sulla lapide ma sulla foto del padre. Nella foto sono raffigurati lei e il padre; scelse lei quella foto, come per ricordare a tutti che lui non era solo il proprietario di una pizzeria fatta interamente per bambini ma anche un padre, che amava la sua bambina e che ci sarebbe sempre stato per lei. A quel breve ricordo, una lacrima sfugge al suo controllo e l'asciuga quasi subito, cercando di non farsi vedere da John; non le piace piangere davanti agli altri, mostrarsi troppo vulnerabile soprattutto in questi giorni in cui ha mostrato fin troppo le sue emozioni.

Ad un tratto, senza accorgersene, sente una mano appoggiarsi sulla sua spalla destra per poi ritrovarsi con la testa appoggiata sulla spalla di lui, che la stringe al suo fianco.

-Hey... guarda che ci sono pure io qui; un minimo di attenzione, no?- Dice scherzoso, arruffandole i capelli in testa provocando una breve risata da parte di Charlie, che si è avvicinata sempre di più a lui.

-Scusami se in questi giorni non ho fatto altro che stare con te dalla mattina alla sera.-Risponde a tono la castana, stringendogli una guancia. A quel gesto, il ragazzo sorride; è riuscito a farla tornare di buon umore, almeno per ora. Si guardarono negli occhi, accennando entrambi un lieve sorriso all'altro; non c'è alcun dubbio sui sentimenti che provavano tra loro ma c'è da dire che, infondo, non bisogna sempre usare le parole per esprimere un qualcosa che si può anche sentire. Inavvertitamente, si avvicinarono sempre di più fin quando non vengono sorpresi da una piccola pioggerellina che si trasformò quasi subito in un acquazzone. Quasi in automatico, John la prese per mano facendola alzare e iniziando a correre verso la macchina, ridendo come dei bambini; proprio come quando erano piccoli e si divertivano a inseguirsi a vicenda, sperando di essere presi dall'altro, in segreto. Si rifugiano in macchina, riprendendo fiato per la breve corsa e le piccole risate che si sono fatti durante il breve tragitto.

-Mi era mancato...- dice Charlie in un breve sussurro. -Mi ci voleva- sorride, riprendendo fiato.

-A me sei mancata tu, Charlie...- confessa il ragazzo, senza avere il coraggio di guardarla. -Sono felice di essere qui con te, a condividere... sì, insomma... a condividere anche le cose brutte del tuo passato; grazie di questa opportunità.- a queste parole, Charlie arrossisce leggermente, ripensando ai giorni trascorsi con lui. Ha ragione; non hanno fatto altro che stare insieme, a divagare nel suo passato senza che lui si stancasse di seguirla o si stufasse dei suoi improvvisi cambi di umore. Ma, infondo, già lo sapeva come si sarebbe comportato con lei in quei momenti, altrimenti sarebbe andata da sola. Ma sapeva di potersi fidare di lui, sapeva di poter contare su di lui e su nessun'altro. Sapeva che fosse la scelta giusta riaverlo, anche solo per un breve periodo, nella sua vita.

-Anche tu, John...- Risponde, senza guardarlo; non se la sente di farsi vedere con le guance in fiamme. Dopo un'interminabile silenzio, la ragazza sente la mano di lui che stringe la sua, intrecciando le dita con le sue. A questo contatto, entrambi arrossiscono ma non staccano le loro mani tra loro perché, infondo, loro desiderano questo. Non hanno bisogno di parole, non hanno bisogno di conferme... non hanno bisogno di guardarsi indietro e nemmeno di guardare avanti. Hanno bisogno di guardare al presente, hanno bisogno l'uno dell'altra; hanno bisogno di esserci per entrambi, senza dire niente, senza fare promesse. Hanno solo bisogno di esserci.

Entrambi, per un'istante, trovano il coraggio di guardarsi per un solo momento ed è lì che tutto accade; uno sguardo, nient'altro da aggiungere.

FiordalisoScrittrice

Ecco la terza traccia; alla fine mi sono ispirata a un libro letto da poco, che mi ha colpito particolarmente per il rapporto che hanno questi due personaggi quindi gli ho dedicato il mio racconto :) il libro si chiama "Five Nights at Freddy's: The Silver Eyes". Il titolo è il nome di una canzone del videogioco alla quale si ispira il romanzo XD

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