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E con la notte arrivavano le paranoie.
Le paranoie di non essere mai abbastanza.
Quella di non piacere veramente a Tsukki.
La convinzione, di non piacere veramente a Tsukki.
Ma sì, era così! Era ovviamente ovvio.
E lui era stato così cieco da non rendersene conto in tutti quei mesi che erano stati insieme?
Ovvio, che Tsukki non lo amasse.
Forse non lo aveva mai amato.
Forse non meritava il suo amore.
Però dovevano rimanere insieme, anche se la loro relazione era ormai solo un nome.
"Fidanzati".
Erano solo amici che si erano appellati così, forse nemmeno quello.
E Yamaguchi non era pronto a soffrire, dio se non lo era, non lo sarebbe mai stato, mi sembra ovvio!
Lui aveva commesso lo stupido errore di innamorarsi del suo migliore amico, diamine se era stato stupido.
E ora doveva pagarne le conseguenze.
Era così maledettamente doloroso, com'è che dicevano?
"L'amore è la cosa più bella del mondo."
Stupendo, proprio! Cosa c'è di bello nel sentirsi sprofondare? Cosa c'è di bello nel fingere di avere una relazione sana?
Non pareva essere bello.
L'amore era una schifezza, e non ci avrebbe mai creduto, se non lo avesse provato sulla sua pelle!
Maledetto Tsukishima, maledettamente maledetto, lui e i suoi occhi! I suoi capelli soffici come la seta, i suoi lineamenti delicati e la sua voce profonda, maledetto come era e maledetto come è stato!
Non avrebbe mai dovuto innamorarsi di quel groviglio intricato di pensieri, forse pure più confuso di lui, non avrebbe si sarebbe mai dovuto innamorare e basta.
Era più che ovvio! Il biondo non lo amava. Ma sarebbero rimasti insieme, un po' per inerzia, un po' per abitudine. Come quel gioco sulla Nintendo 3DS che hai finito almeno dodici volte, ma continui a giocarci per abitudine, non perché ti aspetti veramente qualcosa da quel gioco.
Faceva male, detta in questi termini. Anzi, faceva male e basta.
Diamine, Tadashi era forse masochista?
Tutt'ora nemmeno lui saprebbe spiegarlo, ma diavolo se era accecato da Tsukishima, ogni cosa di lui lo rendeva stupidamente felice.
Se Tsukishima gli parlava, sorrideva senza volerlo.
Se Tsukishima lo guardava, arrossiva e sorrideva ancora.
Se Tsukishima lo abbracciava, i suoi neuroni iniziavano a prendersi a cazzotti per non svenire.
Se Tsukishima lo baciava, succedeva un fottuto putiferio.
Era così maledettamente innamorato di lui che avrebbe preferito cento, no, mille volte non averlo mai conosciuto.
Tante di quelle volte che non sarebbe capace lui stesso di raccontarle, nel mezzo della notte si era svegliato pensando a lui, e quindi si era alzato dal letto, recandosi in bagno.
Dove si era levato la maglietta e fissato lo stomaco e il petto per minuti interi, che sembravano ore, cercando un minimo taglio -anche se, tenendo in considerazione come si sentiva, quel taglio doveva essere un cratere sanguinolento nel mezzo del suo petto- che potesse giustificare la sua angoscia.
E si sentiva sempre così.
Anche ora, che stava aspettando seduto su una panchina, in mezzo alla neve, strofinandosi le mani fra di loro, per non farle congelare.
Non era nemmeno sicuro che Tsukki sarebbe arrivato. Erano un paio di settimane che Kei non andava ai loro appuntamenti.
Ma era okay, davvero. Era okay come tutte le altre cose che comportava l'avere una relazione come quella.
Era okay.
Secondo i loro standard.
Era okay come lo era la strana "malattia" di Tadashi.
Cosa diavolo era quella roba?
Sputava sangue. All'inizio.
Vomitava talmente tanto sangue che aveva tutte le magliette macchiate, tutti i pantaloni consumati e il viso scavato.
E faceva male, a volte si sentiva soffocare.
Provava a tossire, senza risultati al di fuori dello sputare e vomitare sangue ovunque.
Senza riuscire a guarire.

sayonara ~ TsukkiYama HanaHakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora