E rieccoci.
I capelli arruffati sulla mia testa non ne vogliono sapere di tornare a posto, come ogni mattina. Le brioches sul tavolo mi chiamano ma non le voglio sentire, non voglio cedere e pentirmene dopo.
Volto le spalle alla cucina e vado verso camera mia, un filo di mattita sugli occhi, lo chignon disordinato sulla mia testa e gli occhiali.
Oggi è un altro giorno, si, sorridi oggi sarà bellissimo.
No, sarà la solita merda.
Il citofono suona e apro il portoncino, tanto lo so chi è. È da quando ho sette anni che sento suonare il campanello in questo modo, che sento i passi leggeri sulle scale e il modo di aprire la porta principale.
"Buongiorno." Il mio migliore amico entra in cucina con una busta in carta marrone ed un enorme sorriso sulle labbra. "Dal tuo sguardo posso supporre che sarà una bellissima giornata per te." Ride e lo guardo storto.
"A meno che dentro a quel sacchetto non ci sia un portale per un universo senza la Georgie -o direttamente senza scuola- smettila di fare il coglione." Sorrido innocentemente.
"La tua giornata di merda sarà salvata da me." Dice e tira fuori una scatolina blu dal sacchetto.
"Sì?"
"Di che ti stupisci? Sono 12 anni che ti salvo il culo ogni giorno. Aprila."
I polpastrelli delle mie mani sfiorano il velluto blu e soffice della scatolina. Due piccoli orecchini, con due lettere sopra si trovano al suo interno. Sfioro con il dito la prima lettera, una F: Finch e la seconda, A: Amber.
"Sono bellissimi." Sussurro.
"Beh stronzetta abbracciami almeno." Ride, e gli butto le braccia al collo.
Mi tiene un braccio sulla vita e mi stringe forte. Mi piacciono i suoi abbracci. Mi piacciono tanto.
"Andiamo?" Sorrido leggermente.
"Hai mangiato?" È serio, e abbasso un po' lo sguardo.
"No."
"Okay beh, allora ringrazia di avermi con te dice e tira fuori delle brioches al cioccolato dallo zaino. Sono quelle che mangiavamo da piccoli.
"Io ringrazio comunque di averti." Gli lascio un bacio veloce sulla mascella.
"Ultimo giorno di vacanza. Non so se ne uscirò viva." Dico prendendo a braccetto il mio migliore amico.
"Saremo due ragazzi del college." Urla lui e tutti nell'arco di qualche metro si voltano a guardarlo.
"Sei un'idiota." Rido.
"Un'idiota super figo però." Ridacchia anche lui. "Come concludiamo la nostra fantastica estate pre-college-passata-a-non-fare-un-cazzo?"
"Beh. Potresti portarmi in spalle fino al parco." Sporgo il labbro inferiore e lo guardo con la faccia più tenera che riesco a fare.
"Uh-uh io. Ho un'idea migliore. Potresti portarmi tu in spalle fino al parco." Imita la mia espressione.
"Mh, non funzionerebbe mai." Sorrido e non sento più il caos della gente intorno a me quando due mani si poggiano sulle mie orecchie. "Togli le mani." Faccio un piccolo urlo.
"Sali." Dice. E si volta dandomi la schiena.
"Oh, che dolci i ragazzi d'oggi." Sorrido.
***
Il tramonto davanti a me è l'ultimo che vedrò questa estate.
Un'estate stupenda, grazie a Finch. E gli sarò eternamente grata per tutto quello che fa per me.
Il tramonto passa e con esso anche la mia estate. La nostra estate.
"Grazie Finch." Sussurro mentre gli ultimi raggi arancioni si alleggeriscono fino a scomparire.
"Tutto per te." Sussurra anche lui, concentrato sull'orizzonte.
Poggio la testa sulla sua spalla come una bambina.
E contro rigor di logica lui mi chiede: "che odore ho?"
Della cosa più bella che c'è. Il tuo profumo mi fa sentire bene, e se mi abbracci e la mia sciarpa poi sa di te potrei non toglierla per giorni. Profumi di buono, di casa.
"Hai il profumo della felicità." E guardandolo da sotto alle mie ciglia coperte di mascara vedo il suo sorriso crescere.