Ch. 3

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"Sono in biblioteca, il caffè è in tavola. A dopo. x "

Scrivo su un bigliettino verde e lo attacco sul frigorifero di Finch prima di sparire oltre alla porta. Ho bisogno di cominciare ad orientarmi in città e ho intenzione di partite scoprendo dove si trova la biblioteca. Uno dei posti più belli che una città può avere.

Seguo il pallino verde sulle strade del cellulare, che mi conduce verso un edificio enorme con un tenue color pastello. "Biblioteca" scritto a grandi caratteri sull'entrata.

Senza nessun indugio entro dalla porta principale e subito una signora con i capelli grigi raccolti in uno chignon e due grandi occhiali mi sorride. "Salve."

"Buongiorno." Rispondo timidamente.

"Sei nuova di qui? Non ti ho mai vista tra questi scaffali impolverati." Parla con un accento a me famigliare, è una londinese.

"Um, si. Mi sono trasferita da poco all'università qui vicino."

"Ma certo." Sorride calorosamente. "Posso aiutarti?"

"In verità voglio solo nascondermi da quel che mi aspetta li fuori, quindi penso che sarò spesso qui."

"Come ti chiami, tesoro?"

"Amber. E lei?" Ricambio il sorriso.

"Mi chiamo Jennifer. Divertiti qui, ci passavo molto tempo anche io da giovane. Lo troverai un po' come il tuo rifugio." Dice e sul suo viso trova spazio un'espressione malinconia.

Sorrido e mi volto: centinaia di scaffali pieni di libri colorati sono disposti ordinatamente uno di fianco all'altro e alle pareti ci sono grandi fotografie e planisferi, scrivanie di legno e in fondo una piccola porta.

Adoro tutto questo.

Non c'è molta gente qui, e questo non fa che rendere questa biblioteca più bella. Niente incontri imbarazzanti.

Comincia a camminare lungo ogni scaffale, passando tra i corridoi improvvisati con i libri. Il mio dito scorre su tutti dorsi dei libri nello scaffale centrale.

Titoli e autori si ripetono nella mia mente, Dino ad arrivare ad un grande volume azzurro. Caratteri molto fini dorati sul dorso, lo sfioro con le dita e lo estraggo dallo scaffale.

Due occhi verdi dall'altra parte che mi guardano, dopo aver estratto il libro che si trovava dall'altra parte. E tutto si congela.

Mai avevo visto due occhi così vivi e sognanti.

Dei ricci cadono pigramente sulla fronte del ragazzo misterioso e mi sorride. Una fossetta sbuca timidamente sulla guancia.

Sento le guance arrossarsi e sorrido, leggermente.

Mi giro e vado verso una delle scrivanie, sotto ad un enorme planisfero.

Dev'essere molto antico.

Poggio il libro sul davanzale di legno e comincio a sfogliarlo.

Dev'essere una fiaba, comincia con 'c'era una volta' e probabilmente è molto bella, se non fosse che non riesco a leggere.

Quel ragazzo. Quegli occhi.

Mi alzo dalla scrivania e vado verso gli scaffali, dove c'era lui. Si trova nella parte di Bukowski, sorrido.

Lo guardo da dietro allo scaffale, come fanno i bambini quando a nascondino pensano di non essere visti.

Ed eccolo li.

Lingua tra i denti, i piedi appoggiati verso l'esterno e una mano tra i ricci castani e l'altra poggiata dietro al libro rosso che legge pigramente.

È dannatamente bello.

Ma credo che la cosa più bella sia il modo in cui mi ha sorriso.

E come la fossetta gli è spuntata sulla guancia.

Ma che diamine stai facendo? Torna a leggere. Mi dice quella stupida vocina nella mia testa. E stranamente lo faccio.

Mi siedo, e sto finché non finisco il libro. Chiudo timidamente la copertina azzurra e mi prendo una pausa, mi appoggio allo schienale della sedia e sospiro.

Sento qualcuno avvicinarsi, e scorgo quel ragazzo posare un libro rosso davanti a me. Lo guardo. E lui guarda me, per pochissimi istanti. Mi sorride, si volta e se ne va verso la bibliotecaria.

Parla con lei e lei mi lancia piccoli sguardi sorridenti di intesa.

Perché mi ha dato questo libro?

Lo osservo e mi accorgo che è quello che stava leggendo quando sono arrivata qui.

Lo afferro e vado dalla bibliotecaria, dopo essermi assicurata che sia andato via.

"Prendo questo." Dico e faccio un piccolo sorriso.

"Certo." Lo afferra e dopo poco me lo consegna. "Buona giornata."

"Anche a lei."

Dico ed esco dalla biblioteca, ora la domanda che mi sorge spontanea è se riuscirò a tornare a casa senza perdermi.

E in effetti si, dopo qualche 'percorso alternativo improvvisato' eccomi su per le scale del mio palazzo.

Afferro la chiave ed entro in casa, affondando nel morbido divano.

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Happy Birthdae Harry♥

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