cap 7|| dolce risveglio

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(narratore esterno)

aprire gli occhi quella mattina per martino era stato decisamente difficile: si sentiva debole, la testa gli pulsava violentemente ed era ricoperto da una marea di cerotti che gli tiravano velatamente la pelle del viso

eppure c'era qualcosa che gli aveva notevolmente agevolato il risveglio: man mano che ritornava cosciente si sentiva avvolto dal calore di un corpo umano che lo stava cullando e vegliando dolcemente.
quella stretta,
quel profumo,
martino li conosceva fin troppo bene.

aveva la testa completamente abbandonata tra il suo petto e il suo braccio quando cominciò a muoversi lentamente.. abbozzava stiracchi impercettibili, ma che niccolò seppe rilevare subito.

"marti?"
sussurò con una delicatezza tinta di amore e paura mentre le sue dita si insinuarono piano sotto la maglietta del più piccolo in modo da potergli accarezzare la schiena calda

era seduto sul lettino di un'ambulanza dove martino gli aveva dormito in braccio incosciente quasi tutta notte una volta terminate le medicazioni più essenziali.

"nì.."
aveva constatato lui debolmente scostando leggermente la testa verso l'alto in modo da poterlo guardare negli occhi

e, d'improvviso, martino si sentì finalmente al sicuro.. non importava se pendeva dal suo braccio sinistro una flebo di liquidi o se l'odore di disinfettante era così intenso da bruciargli gli occhi:
ora erano di nuovo lui e niccolò, solo loro due.
forse lo sarebbero stati ancora solo per qualche minuto prima di tornare alla realtà di un mondo in cui non stanno più assieme, ma andava bene così.

"come stai?"
fu niccolò a rompere quel silenzio indecifrabile che oscillava tra un "mi sei mancato" e un "perché sei qui?"

"meglio... credo"
constatò martino tastandosi ripetutamente un livido in fronte con la parvenza di un bambino che non si ricorda come si è procurato una botta

"menomale"
esordì niccolò con voce leggermente rotta dalla preoccupazione stringendolo ancora più forte di quanto non fossero già stretti

"hai rischiato tanto marti, davvero"
la sua voce si fece immediatamente più cupa e seria: ancora non si capacitava di come martino avesse potuto ridursi a tanto senza che nessuno si fosse reso conto della gravità della sua situazione psicologica

martino si stropicciò debolmente gli occhi:
"davvero? non ricordo quasi nulla dopo la caduta"
confessò con un espressione corrucciata mentre tentava di collegare diversi flash e scenari nella sua mente

"si, davvero"
ribadì l'altro mentre si ostinava a scostare dolcemente martino in diverse posizioni in modo da poter esaminare tutte le sue ferite

"ahia nì!"
sbottò improvvisamente il più piccolo in seguito a un movimento troppo brusco che gli aveva causato una fitta acuta al fianco

"facciamo che lasci toccare alle infermiere"
aveva accennato poi con un sorriso ironico nella speranza di tranquillizzare niccolò che appariva quasi più preoccupato di lui stesso

"scusa amore"
aveva risposto l'altro piano poggiando quasi la bocca sul suo orecchio

amore
lo aveva davvero chiamato così?
forse si sentiva colpevole, forse per compassione,
fatto sta che lo aveva fatto davvero e sul viso di martino nacque un sorriso così spontaneo che fece sorridere pure niccolò di rimando

la situazione si stava scaldando piano: martino si stringeva forte al corpo del più grande quasi avesse paura che potesse scappare e abbandonarlo lì solo.
ma, nonostante la loro situazione fosse estremamente incerta al momento, in fondo era sicuro che non lo avrebbe mai fatto, mai.

10 days before|| rames Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora