Accadde tutto durante la notte. Era inverno, il freddo entrava nelle ossa, tanto che gli abitanti del castello furono costretti a sigillare ogni porta e finestra e ad accendere i camini per evitare di ammalarsi; nonostante ciò, le mura di pietra sembravano anch'esse congelate. La principessa fingeva di dormire nel suo letto a baldacchino quando l'umile servo e braccio destro del padre venne a controllare. Era ormai usanza che nelle ore notturne il vecchio Hambur, insonne da quando aveva perso moglie e figli in un incendio, facesse un giro dell'edificio e soprattutto si soffermasse sull'uscio della ragazza, unica figlia acquisita ancora in vita. Edera, nome della principessa di cui stiamo parlando, era affezionatissima ad Hambur, tanto da chiamarlo col termine ''padre'' quando non si trovava in presenza del Re. Non che la ragazza avesse motivi di rancore contro il vero padre o gli volesse meno bene, infatti il re era a conoscenza di tutto ciò che accadeva nel castello e aveva sentito più volte la figlia riferirsi al servo con quell'appellativo, ma non ne era rimasto turbato. Dovete sapere infatti, che la principessa aveva un rapporto molto complicato con la madre e quindi era come se in qualche modo Hambur l'avesse sostituita nei suoi compiti essenziali. Ma facciamo un passo indietro.
Venticinque anni prima il re e la regina riuscirono a concepire una figlia, era la terza volta che Neve, la moglie del re, rimaneva incinta, ma le precedenti gravidanze non erano giunte a termine. Immaginatevi quindi la felicità dei due quando la donna partorì e nacque una bambina sana, bella e paffuta. Le diedero un nome atipico, la chiamarono Edera che era una delle piante preferite del re e fin dai primi anni della sua vita la bambina sembrava avere assorbito i caratteri tipici della pianta di cui portava il nome: non stava mai dove la si metteva, era una bambina forte e cercava sempre di arrampicarsi.
La regina aveva ricevuto un'educazione rigida ma efficace, i genitori le avevano imposto un'istitutrice per conoscere la geografia,la matematica, la storia e la letteratura e una governante che si occupava principalmente di lei e le insegnava i rudimenti del ricamo, della pulizia e tutto ciò che una brava ragazza deve imparare per crearsi una famiglia. Capite bene che la fanciulla, oramai donna, avendo investito tutta la sua giovinezza con lo scopo di apprendere per conoscere, ma anche per trovare marito, non aveva avuto il tempo materiale per coltivare altre passioni o sviluppare capacità insolite; era una donna ligia ai suoi compiti e doveri. Furono proprio queste le caratteristiche essenziali che avevano colpito Hurdrag, re di Gymnal. Badate bene, non voglio ridurre la personalità di Neve a quella della classica donna altolacata dei tempi, anzi, contrariamente alle aspettative, ella aveva la capacità di apprendere e di capire realmente tantissimi argomenti di diversa materia e spessore, era arguta e sapeva creare interesse nell'interlocutore. Non parliamo poi della danza e della musica, altre arti che padroneggiava dalla prima infanzia. Hurdrag capì che una donna del genere non gli sarebbe più capitata, quindi le chiese subito di sposarlo, lei rispose di si, soprattutto per dimostrare alla sua governante in fin di vita che gli insegnamenti da lei impartiti avevano portato ad un ottimo risultato. Tutto si svolse come entrambi se lo sarebbero aspettato; quindi grandi nozze, festeggiamenti di ogni tipo, anni di matrimonio felice in cui si innamorarono perdutamente l'uno dell'altra con alcuni momenti di tristezza; anni in cui si detestarono perdutamente con alcuni momenti di felicità, poi l'arrivo di Edera. Furono anche questi anni felici per la regina, adorava Edera, passavano molto tempo insieme ed era un amore ricambiato. La regina non si muoveva senza che avesse in braccio, al fianco o vicino la sua piccoletta. Fu un giorno specifico quello in cui Neve prese la decisione che avrebbe intaccato in parte il rapporto con la figlia e in cui capì che non sarebbe stata in grado di aiutarla nei suoi bisogni primari. La vide arrampicarsi su un albero, avrà avuto cinque anni, nonostante fosse fisicamente molto più grande della sua età, aveva una agilità innata. Neve si era distratta, ma dopo poco sentì un forte rumore di rami. Subito si alzò pensando che Edera fosse caduta, ma la vide con i piedi ben piantati a terra e le ginocchia piegate come se fosse atterrata dopo aver saltato. La bambina rideva mentre nel cuore della madre la paura prese il sopravvento: ''Cosa fai? come ti viene in mente di fare una cosa del genere?'' sbraitò; non volle sentire neanche la risposta, prese per mano la bambina e la portò in casa, certa che non sarebbe stata comunque al sicuro dai tanti pericoli del mondo. Il mattino seguente Neve parlò col marito e insieme decisero di chiamare un insegnante che potesse aiutare la bambina a sviluppare le sue capacità. Passarono mesi, passarono una quantità di giorni innumerevole, passarono insegnanti che entravano nel castello entusiasti e ne uscivano distrutti. Hurdrag aveva promulgato un bando nel quale si offriva lavoro a chi fosse competente in determinate materie da insegnare alla principessa. Tra queste vi erano la caccia, i percorsi sugli alberi, arrampicarsi, combattere e cavalcare. La verità è che nessuno pensava che una bambina, per giunta così piccola, potesse imparare quelle arti solitamente maschili. Ogni giorno si sentivano urla di insegnanti che cercavano di calmare la principessina senza ottenere nessun risultato e lei che gli correva intorno, sbavava, faceva la linguaccia, fino a che la madre, scendendo dalle scale, non le assestava un colpo in faccia con le nocche delle dita e le intimava di tornare in camera sua. Questo siparietto era quasi quotidiano e aveva creato una sorta di rottura tra madre e figlia, la prima non capiva il reale problema, la seconda si sentiva abbandonata dalla madre. Hambur guardava tutto questo con preoccupazione, non conosceva ancora così bene la principessina, ma essendo da sempre servo e amico del re, non avrebbe tollerato che la sua unica figlia femmina fosse una stupida viziata.
All'epoca cinquantacinquenne Hambur era un uomo di grande fascino. Abile cavallerizzo e pensatore, svolgeva tutti i compiti di maggior rilievo per il regno, si occupava della contabilità, del castello, dei terreni, consegnava personalmente le lettere di sua maestà e aveva la fama di essere sempre circondato da donne, nonostante all'epoca fosse sposato e avesse due figli. Era da vent'anni il braccio destro del re e si faceva chiamare da tutti 'umile servo' proprio per sottolineare che il potere non gli aveva dato alla testa. Negli anni la regina aveva imparato ad apprezzare quell'uomo e nei periodi di difficoltà coniugale spesso si ritrovava a condividere il letto con Hambur che la consolava ed aiutava a riappacificarsi con il re. Conoscete le dinamiche dei piccoli regni, o forse no, ma non importa, ci farete l'abitudine. Abbiamo detto quindi che la regina era in gran confidenza con l'umile servo. Neve, disperata per la situazione della figlia, chiese proprio a lui di provare ad insegnarle. Quando ad Hambur veniva affidato un compito, lo svolgeva dando tutto se stesso, Edera se ne accorse subito. Hambur lasciò la maggior parte dei suoi impieghi per seguire l'istruzione della bambina, le insegnò a riconoscere le specie diverse di piante, i percorsi da seguire nel caso in cui si fosse persa nel bosco, i funghi da mangiare, ma soprattutto l'arte del combattimento. Ogni giorno uscivano dal castello e si recavano in una località diversa con i cavalli, Edera avrebbe saputo solo a destinazione cosa l'avrebbe attesa. Nonostante adorasse Hambur, la principessa non ci mise molto a capire che l'uomo fosse innamorato di sua madre e che Neve non era corretta nei confronti del padre. In quegli anni li vide spesso mentre si scambiavano effusioni in posti isolati o lontano da sguardi indiscreti e capì che forse quell'amore era ricambiato dalla madre. Edera aveva cinque anni, ma la sua giovane età le permise comunque di arrabbiarsi come se fosse stata grande. L'idea che chi la doveva proteggere non facesse nulla per impedirle di capire cosa stesse succedendo la faceva arrabbiare. Sembrava che i genitori avessero accettato che la principessa dovesse convivere con quel dolore senza mai affrontarlo realmente. Fu dalla prima volta in cui vide sua madre e il fedele servo amoreggiare nella stalla che la principessa divenne un'osservatrice scrupolosa, nulla sfuggiva al suo occhio attento. Era a conoscenza della storia della madre e non rimase sorpresa dei continui tradimenti del padre, essere una piccola investigatrice le piaceva e nel tempo sviluppò sempre di più questa attitudine innata, tanto da riuscire ad inquadrare una persona senza il minimo sforzo.
Il rapporto con Hambur poi nel tempo si modificò e l'astio sparì del tutto quando a causa di un incendio la famiglia di lui morì. Fu un incidente, forse la moglie non aveva spento le candele prima di andare a dormire, ma questo tragico evento portò alla trasformazione più completa dell'uomo. Prese tutte le sue cose e sparì per molto tempo, quando tutti lo davano per morto, ricomparve e ricominciò a svolgere i suoi compiti; qualcosa però dentro di lui si era rotto, i primi tempi non parlava con nessuno ed Edera aveva assistito di nascosto ad un suo incontro con la madre in cui lo supplicava di rivolgerle parola, mentre lui fissava il vuoto inerme. Sembrò che quell'incidente avesse svegliato tutti da un sonno durato un'infinità di tempo, ognuno tornò a svolgere il proprio compito senza fiatare: la regina tornò ad essere madre e moglie, il re un attento marito e regnante, il servo un umile braccio destro, la principessa una studentessa diligente, tutto andava bene. Edera provava ora tenerezza per quell'amore finito e vissuto di nascosto e provava vergogna per il rancore verso la madre che non riusciva a dissimulare; si fece una promessa, quando si fosse sentita pronta, sarebbe scappata dal regno. Questo era l'unico modo per conoscersi davvero.
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Edera
General FictionLe fiabe aiutano a ricordare, a rivivere, a esplorare il mondo, a classificare persone, destini, avvenimenti. Aiutano a costruire le strutture dell'immaginazione, che sono le stesse del pensiero. A stabilire il confine tra le cose vere e le cose inv...