Inizio: Parte 2

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Dopo la solita giornata di scuola ora mi sto dirigendo verso il negozio di articoli sportivi di Eric. Lui è il vecchietto della città, ha ben 78 anni ma ne dimostra molti meno. É ancora assurdamente in forma e nonostante possa andare in pensione da circa 15 anni lui ha deciso di continuare a lavorare nel suo negozio. Tutta la città lo apprezza perché è una persona di buon cuore che per tutta la vita ha dato amore a tutti, anche a chi non se lo meritava. Con lui ho dei bei ricordi. Quando ero piccolo, per la precisione andavo alle elementari, io e i miei compagni di classe andavamo al parco vicino alla scuola e ogni pomeriggio trovavamo Eric che ci aspettava. Lì ci raccontava delle storie bellissime che hanno contribuito molto a farmi diventare la persona che sono adesso. Nelle sue novelle ci parlava dei giusti valori che una persona deve mantenere e penso che lui sia stato il miglior insegnate che abbia mai avuto. Oltre alle storie fantastiche ogni tanto ne raccontava alcune che sembravano vere. Per anni mi sono interrogato sulla loro veridicità poiché erano raccontate troppo nel dettaglio per essere inventate ma sembravano troppo assurde per essere vere, o almeno lo erano per un bambino. Ce n'è una che ricordo ancora. Questa è la storia di un ragazzo che fin da piccolo adorava le stelle, un po' come io adoro le esplorazioni, e che aveva come fonte di ispirazione suo padre. Lui era un grande astronauta che dovette affrontare incredibili sfide per raggiungere lo spazio e che in un giorno d'estate finalmente riuscì a raggiungere il suo scopo. Il figlio quindi era il più grande amante dello spazio sulla faccia della terra , così giurò al padre di fare lo stesso che aveva fatto lui. Volendo mantenere la promessa si impegnò un sacco per tutta la vita ma nonostante ciò non riuscì a raggiungere i risultati del padre e per questo mollò. La storia, nonostante l'assenza di un lieto fine era molto bella perché terminava col padre che, triste, diceva << Figlio mio, mi spiace che tu abbia sofferto. É tutta colpa mia se hai sprecato la tua vita in un sogno irrealizzabile >> il figlio, vedendo le lacrime negli occhi del padre, sottovoce gli disse << Papà, è vero, non ho raggiunto il mio obiettivo ma credimi nemmeno uno dei giorni che ho vissuto è stato un giorno sprecato >>. La storia terminava così con i due che si abbracciavano. Anni dopo parlando con un mio professore ho capito l'origine della storia, il nome del padre di Eric è Neil, Neil Armstrong.

Comunque, in questo momento sono dentro il negozio e sto prendendo delle piccozze. Queste ci servono perché nonostante quello si faccia sia un percorso abbastanza popolare il rischio in alta montagna è sempre presente e mio papà in particolare è molto premuroso. Trovato il reparto come al solito prendo il prodotto di prezzo intermedio e subito dopo vado alla cassa per pagare i 50 euro. Arrivato lì mi trovo davanti Eric che mi da il buongiorno con un sorriso a 32 denti che da una sensazione di allegria tale che è impossibile uscire dal negozio tristi. Comunque, ora che ho pagato, visto che mi è rimasto qualche euro di resto, voglio andare da Monte bianco, un piccolo bar gestito da un italiano. Quindi decido di mettermi gli auricolari negli orecchi, un po' di musica lenta, in particolare adoro le canzoni con solo pianoforte, e mi incammino. Il paese in cui sono ha una struttura molto semplice. Assomiglia alle città romane dell'antichità e ha quindi due strade principali con tante stradine secondarie. In questo momento sto percorrendo una delle due grandi strade e si chiama via Ganimede. Questa prende prende il nome dal satellite di Giove, infatti molte vie hanno nomi di alcuni corpi dello spazio poiché dal villaggio si riescono a vedere tantissime stelle. Assolto nei miei pensieri sento dietro di me quelli che sembrano dei passi molto veloci, insomma qualcuno stava correndo, decido quindi di girarmi e non faccio in tempo a capire cosa stesse succedendo che una figura mi salta addosso, << Ti ho trovato! >> dice lei, un po' confuso mi rendo finalmente conto che la figura si chiama Hannah. Lei è una ragazza molto vivace, come avrete già intuito, ed è innamorata di me da diversi anni. Ci conosciamo da quando siamo piccoli, ora che ci rifletto penso di averla conosciuta poco dopo essere stato dimesso dall'ospedale. Negli anni delle medie stavamo praticamente sempre assieme e abbiamo fatto anche dei viaggi. Esattamente 5 anni fa andammo in Italia. Penso che sia stato il miglior viaggio che abbia mai fatto e non ne ho fatti pochi. Ciò che mi ha colpito di quella nazione è la gente, sono rimasto stupito da quanto lo stile sia importante, come detto qua nessuno ci fa caso mentre nella penisola sembrava un aspetto fondamentale della società. Altre cose magnifiche sono il cibo e i paesaggi che riesco a paragonare solo con quelli spagnoli e quelli greci. Comunque, dov'eravamo rimasti? Ah si. << Mi stavi cercando? >> gli rispondo, << chissà...>> e si lascia scappare una risatina. << Comunque, io sto andando da Bianco, vieni con me? >> detto ciò lei con un sorriso stampato in faccia non mi risponde nemmeno, mi prende la mano e parte verso la nostra destinazione. Dopo 5 minuti siamo arrivati, questi ultimi attimi sono stati devastanti, non so come faccia ma è davvero veloce quando vuole, forse temeva ci ripensassi. Al pensiero di ciò mi scappa una leggera risatina che ovviamente non è sfuggita ad Hannah. Per qualche minuto infatti l'ho vista confusa perché non riusciva a capire cosa ci fosse di divertente. Entrati nel bar, che in realtà assomiglia molto al classico diner americano con tanti tavoli accompagnati da delle poltrone belle imbottite, ci dirigiamo verso il tavolo all'angolo sinistro dell'edificio. Non c'è un motivo ma ogni volta che io e il mio gruppo di amici veniamo qua ci sediamo a questo tavolo. Raggiunto il tavolo notiamo con particolare sorpresa che è occupato da David che sedeva assieme ad un mucchio di fogli. << Hey Dav come va? >> gli dico, << non ci si lamenta >> risponde lui, dopo questa entusiasmante discussione decido di sedermi accanto a lui mentre Hannah va dalla parte opposta del tavolo. << Fisica o matematica? >> gli chiedo, << Nessuna delle due, questa è chimica >>, << oh, scusa. Comunque ti va un frappè? >>, << Certo non potrei stare senza >> dice lui accennando un sorriso per la prima volta da quando sono arrivato qui. Dopo aver chiesto ad Hannah cosa volesse mi sono diretto alla cassa ed infine sono tornato al tavolo con due frappè e una cioccolata calda. Alla fine tra chiacchere e formule chimiche si sono fatte quasi le 18, per questo saluto entrambi e assieme alle mie piccozze parto in direzione casa. Fortunatamente il bar è esattamente a metà strada tra il negozio di Eric e il posto dove abito quindi in circa dieci minuti di camminata sono arrivato a destinazione.

Mio papà in questo momento è a lavoro, quindi, cos'è meglio di fare del baccano mentre i tuoi genitori non sono a casa? Sinceramente io non ho la risposta e per questo entro in casa, butto lo zaino sul divano e corro in camera mia per poter suonare il pianoforte. Ora però ho un altro dubbio, cosa dovrei suonare? Beethoven? No, troppo serio e difficile. Mozart? Nah, anche lui troppo difficile. Preso quindi da dubbi esistenziali mi butto sul letto e inizio ad ascoltare la mia playlist di musica. Dopo qualche decina di canzoni mi arriva finalmente l'ispirazione, 7 years. É una canzone di un certo Lukas, un Danese che ha fatto successo in tutto il mondo e che ha una voce davvero emozionante. Lui e Lewis Capaldi sono in assoluto i miei artisti preferiti. I testi a cui loro danno voce trasmettono tantissime sensazioni che variano dalla felicità, alla malinconia, alla nostalgia. Carico come non lo sono mai stato e pronto a suonare mi siedo sullo sgabello, poso le mie mani sul piano, sono prontissimo a suonare il mio primo accordo e... << Hei Martin! Sono tornato, vieni a darmi una mano che ho fatto la spesa >>. Mio papà è tornato da lavoro. In quel momento mi sono arrabbiato e depresso allo stesso tempo e inizialmente non capivo perché fosse tornato così presto, poi ho guardato l'orologio. Erano già le 19:15. Sono stato circa un'ora ad ascoltare musica e non me n'ero accorto. Sconsolato scendo le scale di casa mia e vado in cucina a mettere apposto la spesa. << Papà hai preso tutto quello che ti ho chiesto >> << si, dovrei aver preso tutto >>, << perfetto. Quando pensi che partiremo? >> Chiesi speranzoso, << ah non te l'ho già detto? Partiamo domenica, tra due giorni >>.

Nel momento in cui sento queste parole esplodo letteralmente di felicità, finalmente uno dei miei più grandi sogni si sta per avverare. Non solo farò un'avventura che per me non ha precedenti per difficoltà ma passeremo anche più notti fuori e quindi ci dovremo arrangiare e accampare nella neve. In realtà per quanto possa sembrare estrema porteremo con noi delle tende per la notte. Inoltre le previsioni del tempo sembrano promettere delle temperature stranamente alte che ci andranno a semplificare il viaggio. Ovviamente anche se sto parlando di temperature superiori al normale queste sono comunque molto basse. Da quanto ho sentito la massima sarà poco inferiore agli zero gradi celsius.

Dopo cena, ancora euforico per la notizia, decido di fare una video chiamata con i miei amici per dargli la notizia. Teoricamente la potrei rivelare domani ma penso che sarò piuttosto indaffarato a prepararmi al meglio. Quindi prendo il telefono e creo un cosiddetto party online e ci aggiungo: David, Hannah, Nicolas e la sua ragazza nonché mia buona amica Jean. Così ha inizio la nostra riunione segreta anche se di segreto ha poco. << Che cosa c'è Martin? >> esordisce David che come al solito è molto sbrigativo, << Ho una grandissima notizia da comunicarvi >> replico io. << Domenica io e mio papà partiremo per un viaggio verso Salzu e lo faremo percorrendo la via corta a piedi!! >>. Al ché gli animi nella chiamata si sono piuttosto divisi. Da una parte c'era Nicholas e Hannah, i più impulsivi, che sono felicissimi per questa mia avventura, dall'altra ci sono Jean e David che fin da subito mi chiedono << Ma sei sicuro? Il tragitto è abbastanza pericoloso. >> Successivamente si sono messi tutti a parlare contemporaneamente e quindi sono riuscito a capire ben poco. Prima di terminare però ho voluto rassicurare i miei amici e quindi gli ho detto che non si sarebbero dovuti preoccupare perché sarei sicuramente tornato. Ciò non fece svanire il loro turbamento ma quantomeno nei giorni a seguire gli diedero meno peso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2021 ⏰

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