La mattina passò lentamente e risultò una noia mortale. Ero in mensa, seduto al tavolo degli scorsi giorni, quando un Louis dall'aria furente mi si avvicinò.
"Tieni Harry, ti ho preso la cioccolata calda " disse quando fu vicino a me porgendomi una tazza in ceramica bianca. Mi sorrise in modo amichevole cercando di mascherare il fatto che fosse visibilmente irritato da qualcosa.Gli rivolsi un sorriso di premura per quel gesto carino da parte sua, ma non presi la tazza che sembrava ancora bollente visto il fumo che usciva da essa. Si sedette di fianco a me, posando il suo vassoio e mi mise la tazza davanti.
"Perché prima parlavi con Justin?" mi chiese con tono serio.Pensai che fosse stato il motivo per il quale era infastidito, ma alla fine cosa eravamo? Conoscenti, nulla di più.
"Sono uscito di casa e lui era lì ad aspettarmi per scambiare due parole. Tutto d'un tratto se n'è andato lasciandomi a conversare con un un albero...ma nulla, abbiamo solo parlato. Perché questa domanda??" chiesi con fare interrogatorio.Sembrava quasi geloso.
Aprì bocca per parlare, ma lo bloccai immediatamente.
"Già mi hai detto che devo stare attento perché non è un bravo ragazzo come vuol far credere, ho capito. Non sei nessuno per impedirmi di parlare con chi voglio e sono abbastanza grande per capire certe cose Louis, grazie" feci con fare scocciato prendendo la tazza di cioccolata portandola alla bocca per berne un sorso.
"E grazie anche per la cioccolata".Louis mi guardò e nei suoi occhi vidi che era ferito, ma da cosa? Non gli avevo detto nulla di che e poi non era nessuno per dirmi cosa dovevo o non dovevo fare.
'Bitch Please I'm A Wild Horse'
"Mi prometti che non gli darai tanta confidenza Harry?" mi chiese con un tono di indifferenza.
"Louis non lo conosco neanche! Per adesso siamo solo conoscenti, come me e te, dopotutto."
"Lo so Harry, ma è come se in un certo senso io ci tenessi a te e non voglio che poi tu stia male per quello stronzo" disse quasi in un sussurro, forse per non farsi sentire. "Va bene Louis. Non ti prometto che non gli parlerò ma starò attento, okay?" Accennai in un sorriso.
"Okay. Ti va di tornare a casa insieme?"
"Sì, mi farebbe piacere" feci e mi alzai andando a posare la tazza su una delle tante panadore presenti nella mensa. Louis subito dietro di me, posò anch'esso il suo vassoio e ci incamminammo all'uscita di scuola. Varcammo il grande cancello verde e a passo lento ci diriggemmo a casa. Il tragitto non fu del tutto silenzioso. Ogni tanto Louis mi rivolgeva domande sul mio passato, da dove venissi oppure quale fosse il mio piatto preferito e domande futili di questo genere. Appena arrivammo davanti il cancello della mia villetta Louis mi abbracciò e mi chiese se domani potevamo rifare la stessa cosa anche per andare anche scuola.Annuì contento ed entrai in casa ancora con il suo odore impresso sulla maglietta. In quel pomeriggio così vuoto non avevo la vaga idea di cosa fare. Giocare con il cellulare era diventato noioso dopo circa cinque minuti, mi ero anche fatto la doccia e non sapevo seriamente più cosa fare, così andai in salotto e accesi la TV iniziando a fare zapping e lasciai su un canale che avrebbe dovuto trasmettere una serie comica che comica non era.Quando iniziai a pensare che avrei veramente passato tutto il pomeriggio lì udii il suono del campanello di casa. Contro voglia mi alzai per andare ad aprire la porta con un'espressione interrogativa. Insomma, chi poteva essere? Io non avevo tutti quegli amici, dopotutto. Appena aprii venni stretto nella morsa potente di un abbraccio e lo collegai immediatamente a Louis.
"Hey Louis, che ci fai qui?" Chiesi sempre con tono interrogativo e forse anche con stupore.
"Non sono Louis, riccio" disse quello che doveva essere Louis ma risultò non esserlo dal tono di voce. Cosa ci faceva Justin a casa mia di martedì pomeriggio, ormai inoltrato? Perché mi stava abbracciando? Ma, sopratutto, cosa voleva da me?
"Justin, che vuoi?" Chiesi quasi infastidito dalla sua presenza.
"Che c'è? Hai le palle girate?" Mi chiese lui con tono ilaro.
"No no" cercai di scusarmi "solo che non mi aspettavo una tua visita, tutto qui" dissi, lui sembrò rianimarsi e mi propose di andare a fare un giro con lui, a mangiare fuori o andare al bowling.
"Non saprei..." risposi, non avevo nulla da fare, mi stavo anche annoiando, perché non andare? Mi chiesi tra me e me.
"Okay, va bene. Andiamo al bowling" dissi infine sorridente.I suoi occhi si accessero di una luce mai vista e mi invitò ad andare. Presi un giacchetto, le chiavi di casa e uscii chiudendo la porta anche doppia mandata. A passo lento iniziammo a diregerci verso il bowling, non troppo distante da lì. Arrivati al bowling, dopo un paio di kilometri, ci diedero delle scarpe che avremmo dovuto indossare per giocare, magari per non rovinare il parquet che copriva tutto il perimetro della pista e l'area con i divanetti e i tavoli.
Justin aveva insistito per pagare anche per me. Io provai a replicare ma mi fece tacere con un "Ti ho invitato io e pago anche per te, non replicare". Tutto sommato sembrava un ragazzo educato e simpatico, forse Louis si sbagliava sul suo conto, forse non lo conosceva abbastanza,non che io lo conoscessi così tanto, ma nei miei confronti era stato sempre gentile. Con le idee confuse raggiunsi Justin che aveva già indossato le sue scarpe. Mi sedetti e feci la sua stessa cosa. Iniziammo a giocare e al primo tiro feci andare la palla fuori dalla corsia poiché era davvero pesante. Mi giustificai con un "Non sono così bravo...non mi piace molto il bowling" e Justin sembrò crederci, eravamo a metà partita e io avevo totalizzato un totale di 24 punti mentre Justin 47.
"Justin raccontami qualcosa di te, mi farebbe piacere conoscerti meglio, sembri simpatico" dissi quando ormai avevo perso anche le minime speranze che avevo di vincere segnando un altro turno pari a zero.
"Sì, certo. Allora, ho ventun'anni e sono originario del Canada. Lavoro in una pizzeria, per guadagnare qualcosa per mantenermi, ho tanti amici e quando non sono in pizzeria esco con loro. Mi ritengo un ragazzo solare, simpatico ed educato" disse con un tono socievole e con il sorriso sul volto.
"Quindi vivi da solo?" chiesi ripensando al fatto che lavorasse per mantenersi.
"Sì, i miei miei genitori sono morti qualche anno fa..." disse abbassando il tono di voce, come se non ne volesse parlare. In effetti neanche a me farebbe piacere se i miei genitori morissero... "Oh" dissi con tono dispiaciuto "mi spiace di averti posto questa domanda, scusami" terminai. Mi sorrise e tornammo a giocare. Vinse lui, ovviamente, ma non si vantò di nulla. Mi portò in un bar e ordinò un Mojito, mentre io presi un Sex On the Beach.
"Harry hai ma fatto sesso in spiaggia?" Mi chiese lui ridacchiando.
"No, mai. Tu?"
"No e non ho la minima intenzione di provarci, la sabbia potrebbe andare in posti strani" affermò. Scoppiammo a ridere e qualche persona ci guardò male, ma ci diedi poco peso tornando respirare normalmente. Justin mi guardò e "Harry, sei vergine?" mi chiese. Arrosii, in evidente imbarazzo, e rimasi in silenzio. "Okay, penso di aver capito" disse con un tono divertito. Quella situazione era estremamente imbarazzante per me e lui invece se la rideva come se niente fosse.
"No no, hai capito male. Non sono vergine, ho avuto qualche esperienza con alcuni ragazzi... " dissi ancora in imbarazzo.
"Anche io" disse e rise come se fosse una cosa divertente.
'Quindi era gay?' pensai. Visto che aveva avuto esperienze con dei ragazzi doveva decisamente essere gay. Mi domandai anche perché stesse ridendo, ma la risposta non arrivò.Pensai a Louis e alle sue parole.. Si sbagliava alla grande, conn me è dolce e simpatico. Quel pomeriggio mi divertii davvero tanto. Justin era davvero un ragazzo simpatico e mi piaceva uscire con lui. Se solo Louis avesse saputo che ero uscito con lui e che lo trovavo simpatico probabilmente non l'avrei passata liscia, ma comunque lui restava nessuno per dirmi quel che dovevo fare. Justin mi accompagnò a casa lasciandomi un bacio a stampo all'angolo della bocca e quel contatto mi fece rabbrividire. Non ne capii il perché. Anzi, non lo volli ammettere neanche a me stesso.
Dopo aver chiuso la porta e aver salutato Justin con un 'alla prossima' mi lasciai cadere con la schiena contro essa. Mi morsi il labbro inferiore e mi rialzai lentamente.Posai il cappotto su una sedia e appesi le chiavi al porta chiavi posto vicino all'entrata. Mia madre e mio padre non c'erano, quindi mi diressi immediatamente in camera mia. Mi buttai a peso morto sul letto e la stanchezza prese possesso di me. Chiusi le palpebre e lasciai che le braccia di Morfeo mi prendessero, ma qualcuno non doveva essere prorio d'accordo su questa mia decisione visto che sentii una voce acuta chiamarmi. Mi affacciai immaginando già chi potesse essere e ci presi in pieno.
"Che c'è Louis?" chiesi scorbutico.
"Dov'eri?" mi chiese con tono preoccupato.Perché voleva sapere dov'ero stato? A lui, sostanzialmente, cosa importava?
"Sono stato al bowling con Justin, perché ti interessa?" chiesi e sul suo viso si formò immediatamente una smorfia di disappunto.
"Che ci facevi da solo con lui? Ti avevo detto di stargli alla larga!" esclamò come solo una ragazzina gelosa della propria prima cotta sa fare.
"Louis ti ripeto che non sei nessuno per dirmi se posso uscire con Justin o meno. Non mi ha stuprato, non mi ha fatto nulla. Anzi, è anche un ragazzo divertente, simpatico e molto educato. Adesso vado a farmi una doccia e poi mi metto a letto, ci vediamo domani" dissi e chiusi le tende senza neanche aspettare una sua risposta. Ci sarà rimasto malissimo, ma a quel punto non mi interessava. Io faccio quello che voglio e con chi voglio. Non ho bisogno di una seconda mamma che mi metta all'erta dai pericoli del mondo. Andai in bagno e misi la play list che conteneva tutte le mie canzoni preferite, entrai nella doccia e mi lasciai andare sotto il getto caldo della doccia. Mi insaponai i capelli con dello shampoo e sentii una canzone che mi era sempre piaciuta, piansi sopra le note di 'With me dei Sum 41' confondendo le mie lacrime con l'acqua che scorreva a capofitto dalla doccia. All'improvviso qualcuno entro in bagno, era lui.
STAI LEGGENDO
A Little Bit Of Your Heart ||Larry||
Fanfiction"Ero rimasto solo, Mi avevano tolto tutto Mi hanno soltanto lasciato il buio e il freddo. Ma io voglio vivere. A ogni costo."