Capitolo IV

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Quando squillò il cellulare che di notte tenevo nell'armadio dietro al letto, mi sembrò di aver appena chiuso gli occhi.

"Amore buongiorno! Ho appena parcheggiato, salgo?"

Simone aveva una voce esageratamente eccitata per quell'ora del mattino e riuscii a rispondere solo con un grugnito di assenso prima di trascinarmi verso il bagno. Poco a poco i ricordi della sera prima iniziarono a diventare nitidi e dopo quasi 10 minuti sul water mi ricordai del ragazzo e di Instagram. Stranamente incuriosita entrai nel mio profilo e caricai la pagina più volte perché in bagno il 4g non prendeva, ma niente, non c'era nessuna nuova richiesta. Chiusi la app delusa e mi finii di preparare per far colazione con Simone e le ragazze.

Il caffè fu la cosa più piacevole della mattinata (avevo un forte mal di testa e soffrivo il poco sonno della notte precedente), così decisi di immortalarlo in una storia di Instagram per ricordarmi di bere meno e dormire di più.

"Stai sempre a fare le storie, piantala" mi riprese Simone, come se avessi appena deciso di spacciare.

"che problema c'è se voglio fare una storia?"

"sempre con quel coso, smettila" insistette. Ogni volta che usavo Instagram si straniva, ogni volta che qualcuno mi seguiva era un interrogatorio su chi fosse e sul perché avesse deciso di seguirmi quel giorno a quell'ora. Vedendo però che non avevo intenzione né di ascoltarlo né di continuare il discorso, cambiò argomento: "che avete fatto ieri sera?" chiese scocciato dopo aver dato un morso a un cornetto alla crema.

"niente" rispose vaga Vanessa "siamo state in porto, abbiamo bevuto un drink e siamo rientrate piuttosto presto"

"dalle vostre facce non si direbbe" rise lui.

"beh perché siamo rimaste a parlare fino a tardi" mentì Vanessa e io la ringraziai con un'occhiata.

Simone era estremamente geloso, anche la cosa più innocente ai suoi occhi era macchiata di peccato e se in alcuni momenti la sua gelosia mi era sembrata una manifestazione di amore, da un po' era diventato soffocante e a volte mi sentivo più una cosa di sua proprietà piuttosto che la persona che avrebbe dovuto amare.

Ho sempre voluto un rapporto esclusivo con il mio ragazzo, ma questo non significa che non abbia bisogno di spazi per me e il suo atteggiamento possessivo iniziava a pesarmi.

"Visto che stasera non vorrei ripartire tardi, vi va di restare in zona? Sei d'accordo Gaia?"

"D'accordissimo, io massimo per le 23 devo essere a casa; andiamo in spiaggia?" propose lei. Simone si era offerto di riportarla a Roma in macchina visto che sarebbero dovuti tornare lo stesso giorno.

"ma no, affittiamo un gommone! Abbiamo un uomo che può portarlo" propose Vanessa, che non aveva ancora toccato cibo.

"ottima idea!" se fossi stata in mezzo al mare il telefono non avrebbe preso e non mi avrebbe tormentata il pensiero di quella maledetta richiesta su Instagram. Accidenti, già ci stavo pensando troppo.

L'idea fu accolta bene e affittammo un gommoncino facendo affidamento sulle capacità di Simone (nonostante fossero particolarmente scarse). Fu una bellissima giornata calda e il mare era una tavola, così ci avviamo verso il porto solo dopo le 18.

Scesi per prima sulla banchina, seguita da Simone, mentre le altre trafficavano per recuperare le proprie cose sparse, e intravidi due figure maschili che non conoscevo venire verso di noi.

"Ehi, chi si vede!" esclamò uno dei due, alto e moro, mentre quello vicino, biondino e un po' più basso, non smetteva di sorridermi. Dopo averli fissati in modo imbarazzante per almeno un minuto, senza riuscire a capire se salutassero me o qualcun altro, udii Gaia che dal gommone ricambiava il saluto ed ebbi un flash: erano i ragazzi che mi aveva presentato la sera prima.

"Vi siete divertite in barca?" mi chiese.

"Si splendida giornata, voi cosa avete fatto?"

"Noi spiaggia, come sempre. Perché non ci prendiamo un aperitivo tutti insieme?"

"Si perché no! Vi va?" domandai agli altri, ma non appena mi voltai incrociai lo sguardo corrucciato di Simone "lui è Simone, loro sono Marco e Franco" aggiunsi in fretta.

"Ma quale aperitivo, io devo partire" disse con tono freddo e aggressivo mentre stringeva la mano ai nuovi arrivati.

"dai una mezz'ora, è presto"

"carini gli occhiali da sole" aggiunse quello più basso (che ancora non avevo ben chiaro se fosse Marco o Franco) indicando i miei ray ban.

"Andiamo che sennò je meno" udii a pochi metri da me. Non ci credevo, Simone stava ricominciando con quel suo comportamento patetico, immaturo e soprattutto irrispettoso. Lo fulminai con lo sguardo, ma dopo pochi secondi lo sentii aggiungere "ma chi so questi, chi li conosce". Se avessero potuto sentire i miei pensieri avrebbero sentito scuse per quel comportamento così strafottente, ma ero troppo a disagio per aprire bocca e l'arrivo di Gaia e Vanessa non sistemò le cose.

"Andiamo" ribadì lui e con un gesto repentino mi strattonò tanto da farmi perdere l'equilibrio.

"Ma sei cretino?" ringhiai decisamente irritata.

"Scusate ragazzi, dobbiamo passare a casa perché ho dimenticato il portafoglio, vi raggiungiamo al bar per l'aperitivo" dissi cercando di sembrare il più naturale possibile e mi allontanai a grandi falcate.

Ero furiosa. Avevo un impulso incontrollabile di aggredirlo, di fargli male.

"possiamo parlare un attimo?" chiese Simone appena mi allontanai abbastanza dalla banchina.

"andiamo a casa" dissi decisa a non fare scenate in pubblico.

"no, parliamo"

Non risposi, tirai dritto sperando che smettesse di insistere, ma mi si parò davanti e mi afferrò le braccia con entrambe le mani. "Ti fermi un attimo e parliamo?" chiese di nuovo, alzando il tono della voce.

"ho detto andiamo a casa" risposi cercando di restare il più calma possibile e di non attirare l'attenzione dei passanti. Le scenate in pubblico non erano proprio da me.

"no, voglio parlarti adesso" insistette lui alzando ancora di un decibel il tono della voce.

Mi divincolai dalla presa e mi diressi a passi veloci verso una stradina isolata, mentre lui cercava di afferrarmi il braccio per farmi fermare.

"non mi toccare!" sbottai "non mi devi toccare e non ti devi più far vedere! Devi sempre mettermi a disagio con le persone, devi avere sempre reazioni esagerate per tutto!

Se in mezzo alla strada ti dico di tornare a casa, non pensi che sia perché non ho voglia di parlare? Poi cosa c'è di male a prendere un aperitivo tutti insieme!" Stavo urlando, non riuscivo a contenere la rabbia e il desiderio di aggredirlo diventava sempre più irresistibile.

Ma quella non ero io, cosa mi stava succedendo?


Buongiorno Readers!

Ecco a voi il nuovo capitolo, penso di pubblicare ogni mercoledì d'ora in avanti. 

Finalmente vediamo il rapporto di Flavia con il suo storico ragazzo, Simone.

Ritengo questo capitolo molto importante: introduco un personaggio complicato e tratto una tematica fondamentale, spero di farlo nel modo più leggero e chiaro possibile, per trasmettervi il messaggio nel modo migliore.

Se volete lasciare un commento o una stellina sono graditissimi come sempre!

<3

Nessuno è PerfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora