16 agosto 2022
Fisso insistemente mio padre immobile, non capendo dove voglia arrivare con il suo discorso. È da circa cinque minuti che mi guarda e dice frasi sconnesse, ed io davvero non capisco perché siamo in piedi fermi, invece di sederci sul divano e parlare normalmente. Gesticola in modo molto ampio, ricordandomi vagamente Firenze, quella che è stata nostra casa per anni. Cerco di fermare il suo monologo, ma tutto quello che ricevo è un "fammi finire" con tanto di dito sulle labbra per non farmi parlare.
Dato che però, sono alquanto suscettibile, decido di sbottare tanto da farmi guardare male riuscendo però a zittirlo.
«Papà, facciamo il gioco della brutta notizia e la bella notizia, ti va?» «Ma tesoro, non so neanche se per te è una bella notizia o una cattiva notizia, capisci? Io sono assolutamente indifferente, ma se non vorrai sono in qualche modo obbligato a-» «papà arriva al punto!» «Quest'anno andrai ad Hogwa-»
Non sono mai scappata così velocemente in vita mia, credo che si sia accorto della mia fuga solo quando ha capito di essere stato messo a terra dalla sua stessa figlia.
***
«Juliet, parliamone!» urla il mio non più padre alla porta. So che dovrei comportarmi come persona matura e accettare comunque il mio destino, ma non è da me. «MI ODIANO TUTTI, COSA CI ANDREI A FARE LÌ?» «mi hanno offerto un posto di lavoro come insegnante-» ma crede davvero che dicendo questo aiuti la sua situazione? «anche peggio!» «signorina esci da questa camera e parliamone come delle persone mature»
Ringhio contro la porta, ma pronuncio comunque il controincantesimo e lo lascio entrare. Prende un grosso respiro, cercando le parole adatte ma nostra qualcos'altro e decide di fermarsi. Si siede accanto a me, fissando il poster di franchino e Carl sul muro.
«Non mi sono mai piaciuti» «Non ti piace la musica italiana in generale e non ti stai aiutando così» borbotto con la testa capovolta verso il pavimento. Incrocia le mani e le poggia sui gomiti, guardandomi serio «Vorrei che uscissi da questa casa, o che comunque tu socializzi in qualche modo con il mondo esterno amore. Nessuno ti guarderà più male, te lo prometto. Ho trovato che hogwarts sia il posto perfetto, visto che io lavorerò lì, perché non farti studiare nella mia stessa scuola? Non dovrai neanche rifare gli esami, ho spiegato alla McGranitt che sei preparata grazie agli insegnanti privati che avevi.» Abbraccio mio padre, più forte che io possa. Sentendo la paura scivolarmi addosso per qualche secondo, mentre le sue braccia mi stringono a sé. Sa di quanto io ne abbia bisogno e lo ringrazio per non avermi detto nessuna parola di conforto, che mi farebbero stare solo peggio. Lo guardo negli occhi e vedo la sua speranza non scemare neanche di un secondo
«Ci sto.»
29 agosto 2022
È stata una pessima idea, lo sapevo. Non ho mai visto così tante persone guardarmi male come ora. Mio padre li ignora, parlandomi entusiasta del fatto che potremo stare insieme e altre cose che non sto ad ascoltare. Far insegnare ad un Lestrange, che neanche è se proprio dobbiamo dirci la verità, difesa contro le arti oscure mi sembra un pochino da incoscienti. Non che abbia pregiudizi su mio padre, ma non mi fiderei nemmeno di me stessa. Continua a conversare tranquillo, come se io davvero lo stessi ascoltando, ignorando con agilità le occhiatacce che tutta Diagon Alley ci sta rivolgendo. Io gliel'avevo detto di andare a comprare la roba da solo, ma voleva che io scegliessi assolutamente il mio gufo.
«Questo ti piace?» Mi indica un gufo reale con gli occhi assatanati che mi fa venire i brividi solo ad avvicinarmi a lui. Scuoto la testa, entrando dentro il negozio di animali. Il proprietario ci dice entusiasta che sta per arrivare, ma appena vede le nostre facce il suo sorriso diventa molto più forzato e l'allegria che si stava portando appresso scompare in cinque secondi. «Cosa posso fare per voi?» chiede con un tono freddo ma cortese. Mi sto sentendo a disagio, fatemi uscire da qui.
All'improvviso un barbagianni fuligginoso scappa dalla sua gabbia e il proprietario è costretto a rincorrerlo, facendo agitare gli altri animali attorni a noi. Il gufo mi guarda e decide di attentarmi la vita planando verso di me, ed io chiudo gli occhi per non assistere al mio stesso dolore. Ma non succede niente di tutto questo e il barbagianni si posa sulla mia spalla, grattandosi la zampa e gracchiando qualcosa che non comprendo. Il mio unico genitore guarda l'animale estasiato e si rivolge al negoziante, chiedendo il prezzo. Ci guarda ancora a bocca aperta, come se all'improvviso mi fosse spuntata una testa di drago e abbia sputato fuoco dappertutto.
«Come hai fatto?» non capisco se stia parlando con me o con il gufo, ma non credo sia così pazzo da fare una domanda esplicita a un animale non dotato dell'uso della parola. «Come ho fatto, cosa?» «Come hai fatto a calmarlo?» «Oh, non lo so neanch'io. Pensavo che volesse uccidermi in verità» il signore mi guarda e dopo due secondi lo trovo appoggiato ad una sedia in preda alle lacrime. Vorrei chiedergli cosa ci sia da ridere, ma non vorrei sembrare scortese. «Ti stimo ragazza, te lo vendo a metà prezzo»
Dice a mio padre di seguirlo in cassa e io rimango ferma per circa un minuto, a realizzare che la felicità di questo posto sia tornata e che il barbagianni mi abbia appena mozzicato una mano.
***
1 settembre 2022
Mi schianterò e farò anche una figuraccia, me lo sento. Mio padre non è neanche qui con me, quindi verrei trasportata in ospedale da degli sconosciuti e la figuraccia sarebbe anche più grande. Sono tentata di tornarmene a casa e far finta di avere un malanno improvviso, ma una voce mi ridesta da questi miei pensieri.
«Scusami, ragazzina, vuoi andare o vuoi rimanere ferma a guardare quel muro per ore?» mi volto indignata verso il soggetto che mi ha appena chiamata così e mi ritrovo a fissare un paio di occhi grigi con sopra un parrucchino biondo tanto da far invidia a barbie. «Hey! Ragazzina ci sarai tu» lo minaccio con la bacchetta, fregandomene altamente dei passanti. Qualcuno si schiarisce la gola ponendo fine al nostro battibecco, l'adulto vicino al ragazzo mi guarda per un secondo e sembra realizzare. «Rose?» ma chi è questo mo? «Preferirei Juliet, grazie.»
La donna, che capisco essere la moglie, o almeno credo, lancia un urletto entusiasta come se io le abbia detto la cosa più emozionante del mondo. Mi abbraccia di slancio, rischiando di farmi cadere come una patata lessa. «Ma quanto sei cresciuta! Draco, guarda che bella che è diventata» il marito annuisce alle sue parole, squadrandomi e mettendomi in soggezione. Il figlio è confuso quanto me, infatti volge lo sguardo da me ai suoi genitori. «Ma chi è scusatemi» «Lei è-» «Juliet Rose Lestrange, per gli amici Juliet tu invece non chiamarmi proprio» mi presento, prima che qualcun altro lo faccia al posto mio. «Ti ricordi di noi tesoro?» no. «Ovviamente, voi siete i Malfoy» se ho sbagliato giuro che mi butto dalle rotaie.
Dal sorriso che la signora mi rivolge, però, capisco di averci azzeccato e faccio un piccolo sospiro di sollievo. Il ragazzo borbotta infastidito, dicendo qualcosa come "sto per fare tardi" o "il treno non aspetta noi". Mi spiegano come devo entrare e io li ringrazio, decidendo di scappare appena possibile per non essere vista da nessuno. Per fortuna, o sfortuna dipende da come la vogliamo interpretare, il treno arriva subito e io mi fiondo verso le ultime cabine, evitando di guardare in faccia gli altri passeggeri.
Il mio barbagianni gracchia infastidito e io mi butto a peso morto sui sedili, passandomi una mano sul viso.
Merlino, ti supplico, uccidimi e brucia il corpo appena puoi.
Un applauso a me e alla mia stupidità per favore. CEH DATEMI UNA TESTATA, PERCHÉ CASPIO PUBBLICO UN NUOVO "LIBRO" E LASCIO NEANCHE A METÀ UN ALTRO? boh.
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qual è il valore di un illusione?
Fanfiction26 ottobre 2011 La figlia dei famosissimi, Ron Weasley e Hermione Granger in Weasley, Rose Weasley sembra essere scomparsa dal mondo magico, le ricerche continuano ma sembra non esserci più speranza. 18 novembre 2013 Rose Weasley sembra essere data...