Merlino mi sta perculando

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È imbarazzante vedere come i primini siano a più agio di me. Dovrei sorridere felice come fanno loro, invece di preoccuparmi per la mia probabile morte, ma il mio sorriso apparirebbe falso come il mio compito in trasfigurazione. Certo, i bisbigli dietro di me non aiutano, ma continuiamo ad essere positivi.

«Sei tu Lestrange?» mi chiede un vocione dietro le mie spalle. Giuro che non sono saltata addosso a un gatto, è lui che è inciampato su di me. Guardo l'omone gigante che mi sta rivolgendo la parola e mi sento sempre di più uno di quei nani da giardino che mio padre toglie ogni mattina dal nostro portico.

«Preferirei Juliet, ma può chiamarmi anche così» il tipo gigante mi sorride caloroso, prendendomi per un braccio come a volermelo staccare. Non sono neanche entrata ad Hogwarts e già qualcuno vuole uccidermi e rapirmi, bello schifo.

Mi ritrovo in una barca insieme a una ragazzina tremante e il gigante che rema, cantando una canzone e gridando alle altre barche di sbrigarsi. Guardo quello che ci circonda e un senso di paura entra in me, voglio soltanto scappare.

Arrivati finalmente a destinazione mi ritrovo a fissare il castello davanti a me a bocca aperta. Mi hanno sempre parlato di quanto fosse stupenda hogwarts, ma non immaginavo neanche lontanamente così tanto. Guardo il viso degli undicenni illuminati dal loro sorriso e i loro occhi brillano più delle luci che circonda quella che sarà presto casa mia.

***

«...e tu andrai per ultima. Una specie di entrata d'effetto, che ne dici?» Ma è serio? Non posso neanche dirgli di no che sembrerei una ragazzina impertinente, ed io non posso permettermi di peggiorare già quello che pensano di me. Annuisco sorridendo, che poi sembra una smorfia ma lasciamo perdere. Il professor Paciock batte le mani entusiasta, ringraziandomi di essere in questa scuola e di non serbare rancore verso di me e mio padre. È una brava persona, lo so perfettamente. Ma non posso fare a meno di scusarmi con lo sguardo per tutto quello che i miei "parenti" gli ha fatto, per tutto il dolore che ha dovuto sopportare.

Nota il mio sguardo e decide di sorridermi rassicurante, come per dirmi "va tutto bene, so che tu non c'entri nulla".

«Scusami la domanda, ma come mai hai i capelli rossi? Da quello che so nessuno della tua famiglia ha questi capelli»

Faccio spallucce e rispondo con tranquillità.

«Sono stata adottata infatti»

***

«Studenti, prima del banchetto ho da presentarvi il nuovo professore di difesa contro le arti oscure: il professor Lestrange»

L'aula diventa improvvisamente silenziosa, facendomi stare male per mio padre. Poi sento un battito di mani e altri che si aggiungono. Faccio un sospiro di sollievo sentendo il mio cuore impazzire, fai prima ad uscirne dal petto a sto punto.

«E con lui anche sua figlia: Juliet Rose Lestrange»

Il prof mi spinge verso la porta ed io rischio di cadere di faccia davanti a un migliaio di teste di studenti. Faccio un sorriso nervoso e marcio verso la sedia che ai miei occhi appare il mio patibolo verso la morte. Sento dei bisbigli e delle occhiate di fuoco, ma chiudo gli occhi proprio per non vedere. Mi fermo davanti la sedia e il mio cuore sembra essersi fermato all'improvviso, ora che mi servi muori? Bah.

Salgo sulla sedia e sopra la mia testa viene posizionato un cappello sporco e rovinato.

«Oh, lei è la signorina Lestrange? Non mi sembra. Però posso affermare che la sto aspettando da tanto tempo»

Sento dentro la mia testa, spaventandomi e non poco.

«Sei tu il grande cappello parlante?» «A quanto pare, è così»

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