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Alle venti e trenta era già al pub alla ricerca della strega.
Dopo averla trovata che sbraitava ordini in cucina con gli occhi iniettati di sangue capì il perché del suo nomignolo.

"Dolcezza sei in anticipo"

Il suo tono e espressione erano totalmente differenti, adesso sembrava più un gattino sexy che una strega, 426 ormai era certo che non gli fosse del tutto indifferente.

"Si....sono venuto prima, per capire esattamente cosa fare"

"Dolcezza è semplice stai li fuori, se vedi dei ragazzini che sembrano minorenni ti fai dare i documenti e se v qualche tipo poco raccomandabile prova ad entrare  lo mandi a fare in culo, e se dovesse protestare...con gentilezza...lo prendi a calci, semplice no?!"

426 non capì se fosse una battuta o se stesso dicendo sul serio, dopo anni senza aver comunicato davvero con qualcuno non riusciva ad afferrare l'umorismo e l'ironia, lui per primo non sapeva ne come ne quando usarli.
Annui come ad aver capito.

Alle ventuno in punto era già al suo posto, per le prime due ore i clienti erano pochi e frammentari, cercò di toccare tutte le persone di sesso maschile che faceva passare da quella porta, ma ognuno di loro era solo un buco nell'acqua.
Alle 00:00 avrebbe ricevuto le buste, mancava poco, e d'avanti al pub iniziava a formarsi la ressa, tra la musica e il controllo delle rincarnazioni sembrava che la testa gli stesse scoppiando, in più doveva andare a controllare le buste, non poteva rischiare di lasciare qualche anima allo sbando facendosi scoprire, doveva trovare un modo.
Dopo averci pensato l'unica soluzione che gli venne in mente fu sfruttare una pausa bagno e correre a casa, distava dieci minuti da lì,  se avesse corso nello stesso tempo sarebbe andato e tornato e così fece. Corse a perdifiato come se ne valesse della sua vita, per fortuna la prima anima era prevista per le quattro del mattino, ci sarebbe arrivato in tempo.
Tornato al pub si mise al suo posto, non sapeva quante persone erano entrate in sua assenza e se lui fosse tra quelli, ma non poteva fare altro, era impaziente voleva sapere e voleva farlo subito, ma avrebbe pazientato il tempo era l'unica cosa che non gli mancava.
Il lavoro proseguì fino alle tre del mattino, non ci furono parecchi problemi, solo un ubriaco un po molesto, che dopo una chiacchierata era andato via barcollando. Andò a cercare la signora Anna che dopo avergli pagato la serata a sua sorpresa lo congedò, senza chiedergli i così tanto cercati documenti.

Si recò quasi dall'altra parte della città a pena in tempo per il suo primo lavoro.
Aveva altre anime da prendere e l'ultima sarebbe state alle diciotto, non aveva il tempo ne di tornare a casa ne tanto meno di dormire, era stanco e non ricordava neanche l'ultima volta in cui aveva fatto un pasto decente, ma che importava tanto era già morto.

Quel tour de force continuò per mesi, mesi in cui aveva sondato centinaia e centinaia di uomini, avvolte gli era capitato di farlo due o tre volte con la stessa persona, ma di lui ancora nessuna traccia.
Iniziava ad essere frustrato, riuscire a barcamenarsi tra i suoi due lavori diventava sempre più difficile, aveva subito più di una volta una lavata di capo dalla proprietaria per essersi assentato durante il lavoro, assenze per le quali non poteva neanche dare una spiegazione.

Quella sera era arrivato a lavoro completamente senza alcuna voglia di farlo, iniziava a perdere le speranze e anche la motivazione per continuare a cercare quell'uomo.

"Aiden, se anche stasera sparisci, giuro che ti licenzio!"

Anna non gli diede neanche il tempo di entrare, ma come dagli torto?!

"Ma poi dove cazzo te ne vai? Vorrei tanto saperlo!"

426 non rispose, non sapeva cosa poterle dire, da li a poco sarebbe stato licenziato e non avrebbe potuto farci nulla.

La serata proseguì come sempre, tra qualche minorenne che tentava di imbucarsi e il dover sedare qualche rissa, ormai scandagliare tra le vite della gente non gli procurava neanche più il mal di testa, era diventata un'azione senza più nessun sentimento particolare.

"Aiden! Aiden! Alice si è fatta male sei l'unico che può lasciare il posto, portala in ospedale!"

426 guardò Anna che gli urlava contro con il viso contratto seriamente preoccupata.

"Non ho la macchina!"

"Tieni le mie chiavi, e muoviti cazzo!"

Non se lo fece ripetere due volte, quella donna poteva incutere davvero paura.
Prese le chiavi e accompagnò la ragazza    all'auto. Si era ustionata ma non ne sapeva l'entità dato che attorno alla mano aveva uno straccio bagnato, ma dal pianto e dalla smorfia di sofferenza sul suo viso doveva essere abbastanza seria.

Non era abituato a guidare per la città ma nonostante tutto cercò di fare il più presto possibbile e dopo una ventina di minuti erano davanti al pronto soccorso.
Dopo essere entrati fece sedere Alice e si diresse all'accettazione che dopo aver preso informazioni gli fecero compilare un po di scartoffie.
Mentre cercava di compilare quei moduli con i dati che la ragazza gli dettava, cercava di tranquillizzarla, ma l'empatia non era davvero il suo forte.
Per fortuna dopo qualche minuto venne chiamata da un'infermiera.

"Vieni con me ti prego" supplicò Alice in lacrime.

426 guardò l'infermiera che dopo una prima smorfia di dissenso, vedendo la ragazza soffrire, acconsentì riluttante.

I due entrarono da una doppia porta che li condusse ad un lungo corridoio, da entrambi i lati c'erano delle stanze per le visite, l'infermiera camminava prima di loro alla terza camera si bloccò e fece cenno di entrare.

"Signorina si accomodi sul lettino che il dottore arriva subito" disse l'infermiera  per andarsene subito dopo.

Dopo aver aiutato Alice a salire sul lettino 426 si guardò in torno, tutto era molto semplice, una scrivania bianca con una sedia posteriormente e due anteriormente anch'esse bianche, un piccolo carrello con bendaggio e vari strumenti e una bilancia, le pareti spoglie e quell'odore forte di disinfettante la rendevano claustrofobica.
Dopo qualche minuto il medico entrò, era un ragazzo giovane,  forse meno di trentanni, capelli ricci neri che gli cadevano quasi sugli occhi, occhi blu come l'oceano.
426 lo guardò e due lacrime scesero giù incontrollate dai suoi occhi.

Ritrovarsi....un amore lungo due viteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora