•Black•
Sbuffo una nuvola di fumo dalle labbra dischiuse, gli occhi sono puntati, come da consuetudine, sulle finestre dell'appartamento davanti al mio. Aspetto. Aspetto come ho fatto negli ultimi due mesi. Aspetto con il cellulare tra le mani e la linea telefonica che cade a vuoto. Aspetto di vedere le luci della sua fottuta casa accendersi, ma l'unica cosa che ho visto fino a ora è solo il buio. È sparita, dissolta come questo fumo che si sperde nell'aria, mentre io sto perdendo la testa. La calma e la compostezza che ho sempre ostentato stanno andando a puttane, e la cosa peggiore è che il tutto si sta riversando sul mio lavoro, che non riesco più a svolgere come prima. Quella donna è un virus, un maledetto tarlo, e io non né uscirò indenne neanche questa volta. Era più semplice quando passeggiava nelle mie fantasie dato che, una volta divenuta realtà, ha mandato i miei ultimi neuroni a farsi fottere.
Maledetta. Lei e quegli occhi, lei e quelle labbra, lei e i suoi demoni...
Mi ha gettato in uno stato di caos quando mi ha mollato come un coglione fuori da quel localetto, senza nemmeno guardarmi in faccia. Le sono corso dietro, ma il buttafuori mi ha sbarrato la strada e io non sono più riuscito a raggiungerla. L'ho aspettata sotto al portico di casa sua, ma non ha fatto ritorno, né quella notte e nemmeno quelle successive. Neppure la sua governante si è più fatta vedere per sistemare l'appartamento. Sto aspettando il suo ritorno da due cazzo di mesi. La sto chiamando da due cazzo di mesi e il suo numero risulta staccato. Porto la sigaretta tra le labbra e penso, perché mi ha lasciato?
Una sera, preso dallo sconforto, sono tornato al Free e ho implorato Jenna per avere sue notizie, ma la bionda mi ha liquidato con tre semplici parole: è andata via.
Perché, cazzo? Perché ha mandato tutto a puttane se poi ha mandato a fare in culo anche il lavoro?
Non riesco a capire. So di essere stato duro con le parole, ma l'unica cosa che cercavo di ottenere era una reazione che non è arrivata. Ha frainteso, forse. Oppure ha cercato il pretesto giusto per chiudere con me. Prendo un'altra boccata di fumo, mentre il fruscio delle lenzuola alle mie spalle mi ricorda di una presenza ora sgradita. Protendo il corpo in avanti, verso il comodino, e abbandono il filtro dentro il posacenere.
«Ehi» mormora. Inclino il capo, cerco i boxer lasciati per terra e mi affretto a indossarli. Non rispondo, non ho voglia di perdermi in inutili chiacchiere e, per questo motivo, lascio la camera da letto.
«Black, dove vai?» chiede. Mi fermo davanti al frigorifero per prendere un po' d'acqua, mentre l'eco dei passi di questa donna, di cui non ricordo nemmeno il nome, si arrestano alle mie spalle. «Sono le tre del mattino, non dormi?» mi posa una mano tra le scapole. Questo tocco mi reca fastidio, tanto che mi scosto da lei in modo brusco. Mi volto e mi si spezza il fiato in gola quando scorgo il colore dei suoi capelli. Rossi. Rossi come il fuoco. La vista mi si annebbia e non riesco a distinguere i lineamenti del suo viso.
«Chi cazzo sei?» sputo senza nascondere il mio turbamento. La donna davanti a me sussulta e, di riflesso, serpeggia con le braccia sul suo corpo nudo per coprirsi, forse intimidita dal mio sguardo sicuramente sconvolto e infuriato.
«C-come?» balbetta.
«Cosa cazzo ci fai ancora a casa mia?» domando e un capogiro mi costringe ad appoggiarmi all'isola della cucina. So di aver passato la serata in un pub con qualche collega e di aver alzato un po' il gomito e di aver rimorchiato una sventola, ma allo stesso modo so di aver chiuso definitivamente con le rosse. Perché, cazzo, ne ho una davanti? Nuda, tra l'altro. Le opzioni sono due: o sono diventato daltonico, oppure ho veramente esagerato con l'alcol. Più guardo i suoi capelli, però, più mi rendo conto di essermi ubriacato come un fottuto adolescente.
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VIOLET JACKSON • FREE
Romance💥PROSSIMAMENTE SU KINDLE, EBOOK E CARTACEO💥 «Mi devi un "ti amo"». Sequel di Black Millhion. ⚠️ATTENZIONE⚠️ STORIA CON SCENE DI SESSO E LINGUAGGIO ESPLICITO