Capitolo 4.

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Il tavolo in mogano, al centro della stanza, era ricoperto da una tovaglia bianca con dei bordi in pizzo delicato.
Al centro, tre candele rosa erano già state accese e riempivano la stanza di un delicato profumo floreale.
I posti per i presenti erano anche già stati apparecchiati.
Otto piatti piani e otto piatti fondi erano stati posizionati con cura davanti ad ogni sedia, i bicchieri, forse di cristallo, erano sicuramente parte del miglior set di Carla.
Nelle zone laterali del tavolo in oltre erano già stati posizionati degli stuzzichini: tramezzini, torte salate, gamberi in salsa rosa...

Sole alzò lo sguardo.
Vicino alla finestra, dall'altra parte della stanza, l'ispettore Perri, il primario dell'ospedale, il dottor Vellati, Federico e il signor Cantelli, discutevano animatamente mentre quest'ultimo fumava la sua pipa in legno.

Federico li salutò con un cenno del capo e un piccolo sorriso appena li vide.

"Sole, vuoi sederti vicino a me?" Disse Clod improvvisamente. Era seduto ad una delle estremità del tavolo sulla destra e giocava nervoso con la forchetta.
In quel mese si era affezionata molto anche a lui; aveva iniziato a farle visita insieme al gruppo e avevano instaurato un gran bella rapporto.
Anche lui, come tutti, era agitato.

Dalla cucina si sentì un rumore secco, probabilmente Carla aveva appena chiuso il forno.

Sole lasció la presa dal braccio di Cesare e si avviò verso il tavolo. Quando raggiunse Claudio gli passó velocemente una mano tra i capelli, per scompigliarglieli un po'.
Lui sorrise e riprese a giocare con la forchetta, cercando di non pensare troppo a quella cena.
Lei, sempre torturando i capelli del ragazzo, si voltò verso il gruppo di uomini alle sue spalle.

"Buonasera" Disse con un sorriso timido e tirato.

"Nervosa?" Le rispose Federico, abbracciandola.

"Forse" rispose lei facendogli un occhiolino.

L'ispettore Perri si sporse in avanti, stringendole la mano. Aveva delle dita tozze e piene di calli e una fede in oro giallo molto grande sull'anulare sinistro.
Era in divisa, la classica divisa da poliziotto blu con il distintivo appeso al petto.
Il cappello era stretto nella sua mano destra e aveva uno sguardo nervoso.

"Buonasera cara" Disse facendole un piccolo sorriso. Gli occhi però tradivano la calma che quel sorriso cercava di trasmettere.

Sole chiuse i suoi di occhi e fece un bel respiro. Doveva prepararsi: aveva già deciso di reagire in modo pacato a qualsiasi notizia sarebbe uscita da quella cena, almeno in pubblico. Avrebbe fatto i conti con le sue emozioni più tardi.

"Ti vedo in forma" Disse il primario Vellati, facendole riaprire gli occhi.

Lei sorrise divertita.
"Mi avete dimessa questa mattina, direi che non sono cambiata più di tanto".
Il dottor Vellati era un uomo sulla cinquantina, brizzolato e con grandi occhi nocciola. Aveva un naso molto pronunciato e dei lineamenti decisi, quasi rudi, ma nel complesso gli donavano. Era un uomo di grande fascino, soprattutto col suo dolcevita color kaki e i pantaloni in tessuto blu.

"Signori, è pronta la cena"
La voce di Carla rimbombò nella sala, riscuotendo tutti.
Cesare era dietro di lei con una grossa pentola tra le braccia, mentre cercava di posizionarla sul tavolo, senza far cadere piatti e bicchieri.
Suo padre Paolo spense la pipa e la appoggiò sulla mensola vicino alla finestra, poi incoraggiò i presenti a prendere posto.
"Sedetevi pure dove volete".

Sole, come promesso, prese posto vicino a Claudio.
Al suo fianco Federico le sorrise.
"Se Fede è sereno andrà tutto bene" cercó di convincersi lei.
Ma fu distratta dal profumo che si diffondeva dalla pentola che aveva in mano Cesare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2021 ⏰

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