Passiamo in media 29000 giorni in tutta la nostra vita. La maggior parte di essi però li passiamo lamentandoci. Lamentandoci del perché è accaduta una determinata cosa o del perché non è ancora successa, del perché non riusciamo a fare quella determinata cosa o del perché ci riusciamo così facilmente. Ci lamentiamo, talvolta, del nostro aspetto, della nostra situazione sentimentale o del perché siamo così tanto timidi da vergognarsi di tossire. Ci lamentiamo, mente ci lamentiamo, della nostra mancanza di volontà, quella che impedisce di compiere determinate azioni tali che risolverebbero i nostri problemi ponendo fine alle nostre lamentele.
Strano. Iniziamo lamentandoci del perché nostra mamma non ci compri quel bellissimo giocattolo che è in vetrina. Continuiamo lamentandoci del perché mamma non ci lascia uscire fino a tardi e arrivati all'età adulta ci lamentiamo sui 'perché del lavoro' o del comportamento dei nostri figli o semplicemente per una bolletta forse troppo sopra il budget previsto. Infine concludiamo le nostre lamentele lamentandoci sui perché giovanili fino ad arrivare a lamentarci perfino di dover morire.
È strano ma senza accorgersene i giorni passano, la vita cammina ma noi non ce ne accorgiamo, noi siamo troppo impegnati a lamentarci per rincorrerla, afferrarla e chiederle di rallentare. Anche ciò che ho appena scritto può essere considerato come una lamentela sulle lamentele ma ero troppo impegnata a lamentarmi per accorgermene.
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Norah's
PoetrySono tre minuti che fisso questa pagina povera di parole, spoglia, come un albero in pieno inverno. Eppure provo qualcosa, ma qualcosa che non posso farti capire a parole, non può essere spiegato, o lo provi o lo provi! Ma se non lo fai non potrai m...