CAPITOLO 1

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Erika's pov
Mi chiamo Erika, ho 16 anni e vivo in un piccolo appartamento nel centro di Madrid insieme a mia nonna paterna. Mio padre è morto qualche anno fa a causa di un tumore e mia madre non l'ho mai conosciuta, poiché quando  avevo pochi mesi mi ha abbandonata lasciandomi con mio padre. Lui mi ha cresciuta dandomi tutto l'amore e l'affetto che un figlio possa desiderare e soprattutto facendomi sia da padre che da madre, e per questo non smetterò mai di ringraziarlo dato che se oggi sono quella che sono lo devo solo ed esclusivamente a lui. Gli ho sempre chiesto di raccontarmi di mia madre e del motivo per cui aveva deciso di abbandonarmi anche se non l'ho mai saputo con esattezza...so solo che un giorno disse di dover partire per un'importante ruolo cinematografico e che non tornò più. Mia madre è Najwa Nimri una delle attrici e cantanti più famose di tutta la Spagna e a livello internazionale, anche mio padre era un attore e si erano conosciuti sul set di un film...era subito scoppiato l'amore, il classico colpo di fulmine, così qualche anno dopo sono nata io. La notizia della loro unione e successivamente della mia nascita aveva fatto scalpore ovunque e le trasmissioni e i giornali non parlavano d'altro. Poi,dopo anni di silenzio mia madre aveva dichiarato di aver rotto con mio padre,di me invece non ha mai parlato e sinceramente non ne capisco il motivo... sembra quasi che ricordare il fatto che abbia una figlia la spaventi o la metta in soggezione perché ogni volta che i giornalisti le chiedevano di me cercava in ogni modo possibile di sviare l'argomento, come se se ne vergognasse. In questi anni non si è mai fatta viva se non pochissime volte telefonicamente, ovviamente non ho mai voluto parlarle, d'altronde chi avrebbe voglia di parlare con una perfetta sconosciuta? Ormai mi sono rassegnata all'idea di non avere una madre che sia presente nella mia vita,
non mi ha mai cercata, non si è mai fatta vedere in tutti questi anni, neanche dopo aver saputo della morte di papà,la cui notizia ha fatto il giro del mondo...non ha mai cercato di avvicinarsi a me e di creare un rapporto, quindi non vedo perché debba importarmi di lei. Devo ammettere che la sua assenza ha lasciato un vuoto dentro di me, una ferita che mai si potrà rimarginare ma ormai ho imparato a fare i conti con questo dolore e a sopportarlo ed ora quando si parla o mi si chiede di lei qualsiasi cosa dica la gente mi scivola completamente addosso.
Alzo lo sguardo ed osservo una foto che si trova sulla parete di fianco alla mia scrivania, mi avvicino lentamente e prendo il quadretto dentro il quale è riposta, la estraggo da esso e la osservo per svariati secondi...ritrae i miei genitori con me in braccio sotto l'albero di Natale... è una delle poche foto che ho in cui è presente anche mia madre ma osservandola un misto di tristezza e rabbia mi travolge, così estraggo l'accendino dalla tasca dei miei jeans e dò fuoco ad una parte di essa, quella che la ritrae, la carta si brucia lentamente e rimaniamo solo mio padre ed io, com'è giusto che sia, d'altronde è lui che mi ha cresciuta e che c'è sempre stato al contrario di mia madre che non ha mai fatto parte della mia vita, e voglio che continui ad essere così, sarei sola se non fosse per mia nonna, ma sto bene comunque,non ho bisogno di nessuno.

Najwa's pov
Sono appena tornata a casa dall'aeroporto...ho fatto un tour internazionale e sono davvero distrutta, lascio le valigie in un angolo del soggiorno e mi butto a peso morto sul divano sospirando pesantemente. Chiudo gli occhi ma improvvisamente un pensiero irrompe nella mia mente facendomeli riaprire poco dopo. Si tratta di mia figlia Erika, l'ho abbandonata a pochi mesi di vita lasciandola con Nathan, il padre, ma non c'è giorno in cui non pensi a lei attanagliata dai sensi di colpa, soprattutto da quando ho saputo della morte del padre. Ora è sola, e non oso immaginare come si senta, dev'essere stato devastante ritrovarsi improvvisamente senza qualcuno su cui potesse contare. So che adesso è stata affidata a mia suocera e che ora è lei a prendersene cura, anche se dovrei e avrei sempre dovuto farlo io, mi odio tremendamente per questo e rimpiango di non essere stata presente nella sua vita, di non averla amata come meritava, di non averle detto quanto le volessi bene e quanto per me fosse importante o di non averle asciugato la lacrime quando era triste e non averla stretta a me in un abbraccio quando aveva paura, la verità è che sotto questo aspetto sono sempre stata codarda, quando è nata ero la donna più felice del mondo ma poi ho avuto paura di fare la madre e di ritrovarmi,tutto a un tratto piena di responsabilità... così sono fuggita accampando una scusa senza più tornare, quando invece so bene che avrei dovuto. Così facendo ho perso le due persone che più amavo al mondo, prima suo padre e poi anche lei.
Vorrei tanto poter tornare indietro e fare le cose nel modo giusto,ma purtroppo so che non mi è possibile. Ciò che posso fare però è cercare mia figlia e instaurare il rapporto che avremmo sempre dovuto avere ma che purtroppo,a causa mia non abbiamo mai avuto.
Guardo fuori dalla finestra e mi perdo ad osservare il cielo limpido di una calda giornata di giugno e qualcosa, dentro di me si risveglia incitandomi a cercarla. Così prendo il telefono e compongo il numero di casa sua sperando mi risponda, l'ho cercata diverse volte prima d'ora ma non ha mai voluto parlarmi, anche se non ha tutti i torti,anzi...se fossi stata nella sua situazione devo ammettere che avrei fatto lo stesso.
Avvio la chiamata portando il telefono all'orecchio, e non appena inizia a squillare il mio battito cardiaco accellera. Poco dopo capisco che qualcuno dall'altra parte ha risposto ma non sapendo cosa dire rimango in silenzio mentre nervosamente mi torturo il labbro inferiore con i denti, spero sia lei.
Pronto? Chi è?”
Una voce dolce e pacata proviene dall'altra parte del telefono, sono sicura che sia lei, ma per scrupolo decido di chiederle conferma, esito alcuni secondi pensando a cosa dire, completamente nel pallone, poi rispondo.
“Sono Najwa, tu sei Erika, giusto?”
Domando titubante, come posso uscirmene con una frase del genere? È ovvio che è lei,sono proprio una stupida.
Attendo speranzosa una sua risposta ma niente, dall'altra parte c'è solo silenzio. Probabilmente l'avrò colta di sorpresa, non se lo aspettava.
Nessuno parla, poi alcuni secondi dopo riattacca. Una sensazione di tristezza  mi pervade ed allontano il telefono dell'orecchio per poi lanciarlo dall'altra parte del divano. Sospiro pesantemente, era ovvio che sarebbe andata così... d'altronde cosa dovevo aspettarmi? Me lo merito. In quel momento chiudo gli occhi cercando di rilassarmi ed in poco tempo le palpebre diventano pesanti ed il sonno mi avvolge.

//Spazio autrice//
Heylà belli! Come state? Spero bene, ecco la nuova storia su Najwa alla quale mi riferivo. Spero che questo primo capitolo vi piaccia,se così fosse fatemelo sapere nei commenti e se vi va lasciate anche una ⭐
Vi voglio bene, a presto.
~D 🌹💗

Così lontane ma così vicine •NAJWA NIMRI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora