Capitolo 3

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sbatto il piede ripetutamente per terra mentre mi torturo il labbro inferiore, l'ascensore segna che stiamo per arrivare al terzo piano, dopo  alcuni secondi  arresta la sua corsa  '' andiamo ''  mi incita Eva dopo l'apertura delle porte dell'ascensore,  decido così di fare come mi aveva precedentemente detto afferrando la mia  valigia  per portarla all'esterno di quella sottospecie di scatola di metallo vedendo   la signora Eva  fare   lo stesso con l'altra, mi guardo attorno notando subito  che in quel piano c'era presente soltanto una porta,  posto al centro di essa si poteva notare una grossa targhetta   '' Machete  Records ''  lessi ad alta voce ciò che c'era scritto al di sopra. '' esatto ! questo è lo studio di tuo padre ''  disse la voce squillante di Eva proveniente da dietro le mie spalle - un nome un po' particolare per uno studio-  pensai 
'' avanti suona il campanello, ci starà  aspettando ''  mi avvicinai molto lentamente ad esso ma quando ci appoggiai delicatamente la mano sopra con l'intenzione di prenderlo non ebbi il coraggio di farlo  '' Eva '' la chiamai  '' potresti farlo tu ''  le chiesi sottovoce, avevo paura,  per la prima volta non trovai il coraggio di   affrontare una situazione, sapevo che dal quel gesto ne sarebbe derivato un cambiamento radicale nella mia vita è la morte di mia madre mi era bastata come cambiamento  '' va bene '' disse sospirando rassegnata  per poi avvicinarsi  ed con un gesto veloce, troppo velcoe per i miei gusti, la vidi suonare quel dannato campanello,
restammo fuori ad aspettare per quello che mi sembro un infinita di tempo e quando ormai pensavo che nessuno sarebbe arrivato ad aprirci la porta si spalanco '' ciao '' una voce profonda ci salutò, alzai  immediatamente lo sguardo sulla persona che aveva parlato,  un uomo di mezza età si trovava difronte a me,  la prima cosa che notai di lui  furono i capelli tinti di un biondo platino, una scelta un po' ambigua in secondo luogo notai  i numerosi  tatuaggi che coloravano   il suo corpo,  in particolare  uno a forma di fulmine situato sotto l'occhio sinistro attirò il mio interessa, non potei fare a meno di notare il suo viso,   la somiglianza era innegabile così  capi subito che era lui  '' io sono Maurizio '' disse con un leggero tremolio alla voce  '' tu devi essere ''  cerco di continuare a parlare '' Bice, sono Bice  '' dissi tagliando il suo discorso con tono freddo  ricevendo di conseguenza un occhiataccia dalla signora Eva
'' salve  lei deve essere il sign. pisciottu ?''  chiese emozionata quest'ultima '' si sono io, molto piacere '' Maurizio le porse la mano  '' io sono Eva" " Eva  Russo l'assistente sociale che si occupa di sua figlia ''  disse stingendoogli lievemente la mano 
'' non sono sua figlia ''  la mia voce suono precisa alle orecchie dei presenti,  fissai negli occhi l'uomo davnti a me, l'uomo che doveva essere mio padre eppure non riuscivo a provare niente nei suoi confronti  '' Bice ! non essere scortese  '' Eva mi rimproverò  '' ho non si preoccupi, la capisco '' disse Maurizio in mia difesa, potevo percepire il suo tono dispiaciuto, eppure cosa si aspettava da me  ? non sapevo neanche chi fosse,  lo vdi spalancare la porta di ingresso facendoci segno di entrare dentro,
una grossa stanza fornita di ogni tipo di apparecchiatura musicale fu  ciò  che mi si presento davanti appena varcai  quella porta è tutto si fece più chiaro, Machete  non poteva di certo essere un nome da dare ad uno studio professionale ma per uno studio musicale non suonava affatto male  '' quindi è questo che fai ?''  chiesi fingendomi interessata  con una nota di disprezzo nella voce. '' cosa ?'' rispose l'uomo alle mie spalle  '' fai musica, intendo per vivere ?''  dissi indicando una delle pareti della stanza, in cui sopra si potevano notare alcuni dischi di platano, altri d'oro e altri ancora d'argento  appesi con cura  '' si, sono un rapper e un produttore discografico ''  mi sorrise fiero di ciò che mi stava comunicando, annuì  alla sua risposta  '' è a te piace la musica ?''   mi chiese  curioso '' no ''  mentì tagliando il discorso  '' neanche un po' ? dai non ci credo a chi non piace la mus-''  provo a dire  '' a me '' ma misi subito  fine al  discorso,  meno parlava è meglio era per me,
avevo l'asciato olbia perché costretta e mi ero ripromessa di tornarci il prima possibile,  sei mesi mi separavano  dal compimento dei miei diciotto anni dopo  di che me ne sarei andata via dalla vita di Maurizio così come c'ero entrata è così come lui stesso aveva fatto diciassette anni fa.


'' ti piace la casa?''  mi chiese per l'ennesima volta '' si''  gli risposi freddamente,  l'appartamento in cui viveva era situato  nello stesso palazzo dello studio, un solo piano li separava,  l'arredamento era scarso si poteva percepire l'assenza di un tocco femminile
'' quella è la tua stanza ''  mi indico una porta situata alla fine della grande  sala  poi lo vidi afferrare le mie due valigie ed avvicinarsi ad essa, aprendola per poi posare le valigie ai piedi  del letto da una piazza e mezzo  collocato al centro della stanza ed ricoperto da un piumino rosa antico che si abbinava alle pareti bianche  e spoglie della stanza,  un armadio al lato sinistro della stanza ed una piccola scrivania a quello destro completavano l'arredamento della cemera 
'' ti lascio sistemare le tue cose, io vado al piano di sotto nello studio '' mi disse per poi abbandonare la stanza,  mi accomodai nel letto tirando fuori dalla tasca  il mio telefono  // sono arrivata a Milano è ho conosciuto quello che dovrebbe essere  mio padre, lo odio ancora di più ma non vedo l'ora di rivederti //scrissi velocemente per poi inviare il messaggio a Bianca  // la vita è troppo breve per sprecarla ad odiare, ci vediamo presto tesoro // la sua risposta non tardò  ad arrivare.

si fece buio presto ma di Maurizio  non c'era ancora l'obra,  la noia e la curiosità mi portarono ad andarlo a cercare cosi usci dall'appartamento scendendo un piano di scale frettolosamente per poi dirigeremi verso lo studio  ma quando suonai il campanello è la porta si aprì  come successo qualche ora prima,
un volto nuovo appari  davanti ai miei occhi 
'' tu sei ? ''  chiese il ragazzo curioso squadrandomi dalla testa ai piedi, ricambiai il gesto  '' i- io stavo cercando Maurizio ''  dissi con voce smorzata, potevo sentire l'imbarazzo impossessarsi  del mio corpo,  lo vidi spostarsi una ciocca di cappelli, una adorabile testata di ricci scuri  che gli coprivano gli occhi e che rendevano  ancora più particolare il suo viso dai tratti quasi perfetti, stranieri  avrei osato dire '' è andato a comprare le sigarette '' disse con tono profondo e cupo, inarcando leggermente il sopracciglio destro in modo interrogativo
Il suo accento mi tolse ogni dubbio, avrei scommesso fosse di origini latine '' perché lo cerchi ?''  chiese subito dopo,  scossi leggermente il capo con l'intenzione di mandare via  tutti i miei pensieri
'' mi ospita in casa sua ''  dissi senza fornire ulteriori spiegazioni, infondo non sapevo l'identita del ragazzo è la situazione era troppo complicata da spiegare, incrociò  le braccia al petto
facendomi notare i numerosi tatuaggi colorati che le decoravano,  li trovai  attraenti 
'' okay ''  disse annuendo leggermente con il capo
'' vuoi aspettarlo dentro ?''  chiese facendomi un leggero spazio per entrare nella stanza  '' no, credo che tornerò su, sono stanca ''  dissi subito dopo insicura delle mie stesse parole,  continuando però a fissarlo negli occhi scuri, 
dopo un paio di secondi di silenzio decisi di interrompere la piccola conessione che si era creata tra di noi  '' allora io vado ''  indicai con la mano le scale per poi girarmi ed avvicinarmi ad esse
'' buonanotte chica '' disse, mi girai per guardarlo un ultima volta ma la porta si chiuse in quel instante portandosi via la sua figura.


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