Capitolo 1

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"Mamma ti prego se non mi lasci andare il taxi che ho chiamato mi manderà al diavolo e perderò l'aereo!!", mia madre mi stava seriamente facendo perdere troppo tempo, fin dalla sera prima mentre preparavo le ultime  cose.

"Bah non è assolutamente vero, il volo è tra quattro ore, e l'aereoporto dista solo quindici minuti da qui, quiiindi ho tutto il diritto di passare il tempo che mi resta con mia figlia, visto che non la vedrò per 18 mesi!", sì è vero, non sono in ritardo, ma se potessi ci adrei anche un giorno prima, non ho assolutamente intenzione di fare una brutta figura davati ai miei superiori quando arriverò a Parigi solo perchè avrò il fiato corto per la corsa che ho fatto, quindi anche se ci saranno dei ritardi sarò lo stesso perfettamente in orario.

"Okay, okay, hai vinto però ora devo andare davvero, mamma", le dissi abbracciandola.

"Va bene, allora, chiamami, sia quando arrivi all'aereoporto, sia quando arrivi a Parigi, e poi beh chiamami più spesso possibile", mi disse sciogliendo a malincuore l'abbraccio.

"Lo farò, anche tu mi mancherai", le dissi con un sorriso incoraggiante. Così mi incamminai verso la porta, finchè...

"Aspetta!!!" urlò mia madre, così mi voltai nuovamente verso di lei.

"Ho dimenticato di darti questo-prese un contenitore rettangolare- tua nonna mi ucciderebbe se non ti dessi le sue  sacre lasagne" disse mettendosi a ridere, mia nonna è italiana, ed è davvero un ottima cuoca, quindi  non potei rinunciare.

"Grazie, la chiamerò mentre aspetto l'imbarco per ringraziarla", e così uscii di casa quando sentii l'autista suonare il clacson per l'ennesima volta esasperato. Mi aiutò a mettere i bagagli-che erano davvero tanti ahah- in auto e partimmo verso l'aereoporto. Il viaggio fu breve e senza intoppi-incredibile!- così scesi in fretta, entrai ed iniziai l'imbarco. Essendo in anticipo cercai disperantamente una sedia libera così da poter vedere una o due puntate di Sex and the City. Incridibilmente la trovai, era assurdo quanto fosse affollato l'aereoporto di Atlanta, però ci passai piacevolmente un'ora, per poi imbarcarmi.

Sull'aereo cercai in tutti in modi di godermi il panorama, leggere un libro, vedere un film, ma caddi in un sonno profondo, ero eccitatissima per il viaggio e la mia vita a Parigi, ma ero anche indubbiamente stanca. Prima di salire vidi un messaggio da parte di Caroline e uno di Bonnie, accompagnato da una loro foto con la bandiera francese e i baffi finti per augurarmi buon viaggio, ma quando stavo per rispondere, qualcuno mi è venuto addosso facendomi cadere il cellulare, dato che si era accorto, lo raccolse e me lo porse alzandosi, era una ragazzo davvero bellissimo, con i capelli neri come la pece e gli occhi azzurri ma freddi come il ghiaccio, una bella combinazione eh. Non feci in tempo per osservarlo meglio che disse:

"Scusami.... E-Elena", disse esitando sul mio nome, sconvolta dal fatto che sapesse il mio nome lo guardai con un'espressione interrogativa, così lui guardò le mie mani, di seguito lo feci anch'io e vidi che avevo il passaporto e i documenti APERTI! Beh ottimo direi, già che ci sei perchè non urli a tutti le tue coordinate bancarie?

"Non importa" dissi "Grazie", e così con un sorriso imbarazzato lo superai, ma lo sentii chiamarmi:

"Elena!", mi girai, "Non vuoi sapere il mio nome?" disse, ma che domanda stupida era?

"No, credo che rimarrò nel dubbio", gli dissi voltandomi, ma lo vidi sorridere. Così salii sull'aereo dimenticandomi dei messaggi delle mie amiche.

Il mio risveglio fu causato dalla hostess che annunciava l'imminente arrivo a Parigi, mi ci volle un secondo me svegliarmi bene, ero troppo entusiasta. Dopo poco andai in bagno e tornai al mio posto, giusto in tempo per godermi -se si può dire così- l'atterraggio.

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