Capitolo cinque: E adesso?

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Capitolo cinque: E adesso?

La osservava attentamente con le iridi purpuree, incapace di credere a ciò che le proprie orecchie gli avevano concesso di sentire...
No, non poteva essere. Non era la sua Lizzy -perché, in un certo senso, egoisticamente forse, era sua. Ache se lei non ne era consapevole, era sempre stata sua e lui suo. Non c'era mai stata altra verità che questa- quella davanti che gli stava davanti... vero?

"Tu che hai fatto?" era stupito e si, anche arrabbiato. Con lei e con se stesso per essere stato uno stupido.
Bixlow guardava gli occhi ancora umidi di Lisanna, stupito di ciò che aveva appena sentito uscirle dalla bocca. Davvero reagiva così per una scemenza simile?

Si era calmata un po', e lui non aveva resistito a chiederle cosa fosse successo. Non aveva azzardato a farlo prima, convinto che non sarebbe stato il caso di forzarla a rivivere quello che l'aveva ferita così tanto. Doveva essere grave per averla fatta agire in quel modo, aveva pensato.
Ma mai avrebbe immaginato che lei potesse fare una cosa simile per un così futile motivo. Cosa stava facendo la sua Lizzy? Era davvero la ragazza di cui si era innamorato e per cui si era dannato negli anni, quella che aveva appena finito di piangere? Era davvero lei quella che, seduta sullo sgabello accanto all'isola della cucina del suo piccolo appartamento?
La conosceva fin troppo bene, così come conosceva bene le lacrime che aveva versato e le parole con cui lei pensava di averlo tranquillizzato, facendolo agitare però ancora di più. Avrebbe riconosciuto l'illusione e la falsità che vi si celavano a chilometri di distanza. Erano le stesse che lui si era ripetuto fin troppe volte davanti allo specchio, nella vana speranza che il cuore smettesse, almeno per un po', di sanguinare.
E infatti smetteva, almeno per un po', di farlo, riprendendo però quasi subito, e più dolorosamente di prima...

Mi serve solo del tempo, si diceva di fronte a quella superficie che rifletteva il suo volto, segnato dalle occhiaie per l'ennesima notte di follie e alcol, terminata con la ragazza di turno che andava via, appena barcollante, anche se non più ubriaca. Si era ripetuto quelle bugie più volte, cercando di trovare le parole giuste per dire la verità a quella ragazza che ora, di fronte a lui, si ostinava a ripetere che si sarebbe risolto tutto per il meglio, non rendendosi conto di quanto si stesse prendendo in giro da sola.
Che sciocca che era nel pensare che Natsu si sarebbe fatto fermare da un pezzo di carta, e che sciocco era stato lui a non farsi dire tutto e subito.
Non l'avrebbe mai portata via di lì se avesse saputo...

Bugiardo!
La coscienza glielo gridava e lui lo realizzava, minuto dopo minuto, mentre macinava a grandi falcate, avanti e indietro, il parquet della cucina, in attesa che la ragazza, seduta a pochi passi, dicesse qualcosa che non fosse una totale baggianata. Una piccola parte di lui aveva, infame, gioito della cosa, e questo il bluetto lo sapeva, e no, non era certo di essersene pentito di tutto il male che aveva pensato del rosato.
Vigliacco! Che razza di amico sei? gli ripeteva la coscienza, che ormai aveva compreso anche troppo bene cosa davvero lo avesse spinto ad agire così, e sapeva che quel qualcosa era la stessa che gli si insinuava nel cervello, forte di quel maligno pensiero.
Magari ha ragione lei.

Il cellulare era lì, muto. Era passato diverso tempo e lui di certo, se fosse stato davvero intenzionato a chiarire tutto, le avrebbe telefonato, o sarebbe andato a casa sua per fermarla. E in quel caso la coinquilina l'avrebbe almeno chiamata, ma nulla...
Era passata quasi un'ora e di certo lui quella lettera l'aveva letta. Eppure niente di niente. Non uno squillo, o anche solo messaggio.
Forse c'era davvero qualcosa sotto, e lui, da bravo traditore, troppo vigliacco per dire la verità, aveva preso la palla al balzo per liberarsi di una relazione che non voleva più vivere...

Infame! Altro che amico!
Continuava una piccola vocina in lui, forse l'unica parte sana che ragionava in quel momento.
Era un vigliacco infame, Bixlow Justine, perché un'altra parte di lui -quella più presente, martellante e si, doveva ammetterlo, decisamente più allettante da ascoltare, con tutte le immagini che faceva passare per la mente di lui finalmente felice con la donna che amava- pensava che niente di meglio poteva capitargli.
Quelle parole tenute a lungo segrete potevano essere lenitive per quel cuore così sofferente? Poteva lui, dicendole finalmente la verità, aiutarla a smettere soffrire per colui che stava dimostrando di non tenere a lei come un futuro marito -o come proprio il bluetto di fronte a lei, l'amico fedele che mai l'avrebbe fatta soffrire- dovrebbe fare?
È il momento giusto, gli ripeteva una vocina, presente, pressante, piacevole...
Troppo per non essere ascoltata...
Aveva ragione quella vocina, era il momento giusto, l'ccasione perfetta per uscire finalmente allo scoperto... con Natsu che, inconsciamente, lo aveva aiutato facendola soffrire così.
La stava facendo soffrire...
Era quello il punto...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 21, 2021 ⏰

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