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Nel lungo corridoio dal pavimento di marmo echeggiavano risate e un ritmico rumore di passi; coloro che passavano di lì non si fermavano, abituati al caos che si poteva creare tra quelle pareti. Quel corridoio era stato teatro di scontri epici e corse a perdifiato, i quali protagonisti erano due ragazzi che visti da fuori non avevano nulla in comune.

Il più grande dei due, se pur di pochi mesi, portava il peso di un nome importante: Choi San, principe primogenito e successore al trono, futuro padrone del regno faticosamente messo in piedi dal signor Choi.
Il più piccolo era un semplice ragazzino di campagna arrivato a corte insieme al padre: Jung Wooyoung era il figlio di uno dei numerosi giullari a servizio del re e un giorno sarebbe stato al servizio di San.
Anche le loro personalità cozzavano: il principe era gentile, saggio per la sua età e sempre pronto a inondare chiunque di complimenti e rassicurazioni; l'altro invece era rumoroso, furbo e un maestro nell'arte del dare fastidio al prossimo. I due però, come unici bambini nel castello divennero presto amici e decisero che portare il caos a corte sarebbe stato il loro obbiettivo.

"Muovi il culo San! Compiere 18 anni ti ha reso un vecchio o cosa?" Urlò Wooyoung mentre sorpassava l'amico sfrecciando alla sua destra: "È così che parli al tuo futuro re, ragazzino?" Gli rispose il principe accelerando a sua volta. I due arrivarono velocemente alla fine del corridoio, lanciandosi a peso morto sul morbido tappeto posto all'entrata della sala del trono: "Non pensavo che saresti riuscito a raggiungermi" ghignò il più piccolo mentre cercava di riprendere fiato. "Sta zitto!" Gli urlò nell'orecchio l'altro pizzicandogli un fianco, azione seguita da un urlo stridulo e un calcio nello stinco. Il divertimento dei ragazzi venne presto interrotto dal signor Seo: egli era l'addetto al controllo e alla gestione degli impegni del principe, in poche parole era il suo guardiano e riusciva sempre a rovinare il divertimento con la sua aura cupa.

Il signor Seo era un uomo sulla sessantina che abitava i corridoi del castello da decenni; la sua voce leggera ma spigolosa sembrava essere sempre nell'aria come una presenza malevola. "Signorino Choi, la stanno aspettando per le sue lezioni" disse l'uomo tendendogli una mano ossuta che San accetto sbuffando: "Ciao Woo, ci vediamo dopo" disse il principe mentre veniva trascinato quasi di peso verso le sue lezioni. Wooyoung lo guardò sparire nel corridoio per poi alzarsi dal tappeto sbuffando a sua volta; sapeva che il suo amico aveva molte cose da fare ma non riusciva a sopportare i momenti senza di lui.
Il principe era la sua fonte di gioia, il suo compagno di vita, da cui non voleva separarsi nemmeno per un secondo. San la pensava allo stesso modo, i momenti senza Wooyoung erano grigi e spenti, quasi come i capelli del vecchio guardiano che non aveva smesso un secondo di parlare. "Signorino, lei non può passare tutto il tempo con quel giullare; non le fa bene stare con gente non a modo. Potrebbe passare più tempo con sua maestà o con il signorino Jongho, imparerebbe molto e passerebbe le sue conoscenze a qualcuno" "Mio padre ha di meglio da fare e mio fratello ha otto anni, preferisco passare il tempo con l'unica persona che mi capisce in questo maledetto castello" replicò San con tono pungente: "Beh il mio era solo un consiglio" rispose frettolosamente l'uomo lasciandolo davanti alla stanza adibita alle lezioni.

Quattro ore dopo San correva verso la libertà e verso il suo migliore amico; lo trovò di spalle davanti al grande portone di legno che dava sul giardino e decise di prenderlo alla sprovvista. Il principe prese la rincorsa e gli saltò addosso facendo cadere entrambi nell'erba: "Ma sei pazzo?" Urlò il più piccolo saltando a sua volta addosso all'amico. Dopo cinque minuti di lotta i due erano aggrovigliati, sporchi e sorridenti; si sentivano al sicuro l'uno tra le braccia dell'altro e ogni abbraccio rubato li portava a un livello più altro del loro rapporto.

Il loro primo bacio avvenne alla vigilia del diciannovesimo compleanno di Wooyoung: era la normale reazione del più giovane alla vista del regalo dell'altro. San gli aveva comprato degli orecchini ornati da campanelle d'oro e una lunga collana con altrettante campanelle. La "divisa" del giullare era uno stupido cappello tintinnante e il principe non voleva obbligare il suo migliore amico a indossarlo, i due avevano ideato il set di gioielli per rinnovare quella tradizione e il principe li aveva fatti fare al miglior orefice del regno.
Dopo quel bacio veloce ma pieno di gratitudine i due presero l'abitudine di scambiarsi baci più o meno passionali in ogni momento possibile; sapevano che quello a cui giocavano era un gioco pericoloso ma non volevano rinunciare a una dimostrazione d'affetto come quella. In fondo erano solo amici.

Al compimento di 20 anni San venne incoronato come successore di suo padre, promise di fare del suo meglio ma tutti sapevano che il ragazzo sarebbe stato un buon re. Dopo l'incoronazione ebbe inizio una lunghissima cerimonia che si tramandava da secoli nei regni circostanti e che era stata adottata anche dal loro: ogni suddito doveva giurare fedeltà al sovrano e aveva il compito di dimostrare la sua lealtà. Essa veniva spesso dimostrata tramite regali, offerte, giuramenti solenni o tributi; occupando la sala del trono per ore e riempiendola di oggetti di ogni genere. Dopo sei lunghe ore la cerimonia stava per volgere al termine; dietro le ultime famiglie contadine San scorse il sorriso di Wooyoung e sentì la stanchezza scivolargli dalle spalle. Il giovane giullare sembrava un principe, i suoi gioielli brillavano sotto i raggi del sole e i suoi occhi scintillavano di luce propria; San gli sorrise dolcemente aspettando il suo turno con impazienza.

"Dame e cavalieri" la voce squillante di Wooyoung rimbombò nella sala: "Conosco Sua maestà da molto tempo e gli sono sempre stato fedele" disse il ragazzo cadendo in ginocchio davanti al trono. "Oggi quindi voglio dimostrare la mia fedeltà donandogli la cosa più preziosa che ho" continuo guardando San negli occhi: "La mia dignità."
Il più grande lo guardò preoccupato: "Woo, che vuoi fare?" Gli chiese in un sussurro mentre l'altro gli sbottonava lentamente i pantaloni. "Ti dimostrò quanto tengo a te Sannie" rispose Wooyoung sorridendo: "Sei il mio migliore amico" "Woo, i migliori amici non fanno queste cose" ribattè San con tono incerto: "Non ti preoccupare, tu sei il re" disse il giullare sorridendo.
Dopo qualche secondo di dubbio il re gli rispose quasi riluttante: "Va bene, non farmene pentire." Il volto di Wooyoung si illuminò: "Non fare facce strane, se le ricorderanno."

Le mani di Wooyoung erano calde su di lui, il suo tocco era delicato ma sicuro; troppo sicuro per qualcuno senza esperienza. Queste attenzioni avevano già risvegliato il membro di San, che non vedeva l'ora di essere liberato; l'altro non lo fece aspettare ammirandone la forma ricurva e accarezzandolo delicatamente.
Poi Wooyoung passò all'attacco: lo inglobò completamente per poi leccare la sua lunghezza dalla base alla punta. San dovette mordersi una mano per soffocare i gemiti che rischiavano di uscirgli dalla bocca; l'altro sembrava apprezzare la sua reazione, inglobandolo una seconda volta per poi stabilire un ritmo serrato. Le mani di Wooyoung trovarono presto un'occupazione: una massaggiava l'interno coscia dell'amico, l'altra si faceva strada sotto la sua casacca accarezzandogli gli addominali contratti. La mano libera di San si trovò presto a stringere le nere ciocche di capelli del giullare, dettando un ritmo più veloce che faceva tintinnare tutte le campanelle indossate da Wooyoung.
I suoni che provenivano da entrambi erano indecenti ma paradisiaci alle loro orecchie: San gemeva mentre cercava di rimanere lucido, Wooyoung si strozzata sul membro del re e nonostante ciò cercava di andare sempre più a fondo. Presto le gambe di San cominciarono a tremare a ritmo con il tintinnio dei gioielli dell'altro; pensiero che lo portò a stringere ancora di più la presa  svuotandosi nella calda gola che lo accoglieva.

San si riprese lentamente, mentre accarezzava i capelli di Wooyoung che si era appoggiato alla sua coscia e lo guardava dal basso; entrambi avevano il fiatone ma erano felici. Presto però si ricordarono della quantità di sudditi ad aver assistito all'accaduto, a San si gelò il sangue mentre con il poco coraggio rimasto si accertò dello stato della sala. Fortunatamente nessuno li stava guardando: Il signor Seo giaceva svenuto sul pavimento accerchiato da moltissime persone che cercavano di farlo rinvenire.
Al giovane venne da ridere: il vecchio guardiano quella volta era servito davvero a qualcosa.

"Wooyoung, che cazzo era quello?" Gli chiese San bloccandolo contro il muro: "Shh, ti è piaciuto di la verità" rispose il più piccolo con un ghigno beffardo sul volto. Il re arrossì violentemente: "Questa me la paghi!" Disse il re scoccandogli uno sguardo di fuoco: "Solo se mi prendi" urlò Wooyoung infilandosi di corsa nel corridoio, per poi essere inseguito dall'altro. Ancora una volta le loro grida echeggiavano nel corridoio insieme al tintinnio delle campanelle del giovane giullare; in fondo nulla era realmente cambiato tra loro.

Bonus:
A partire da quel giorno, Wooyoung decise di indossare continuamente le sue campanelle. Aveva notato che il re assumeva un'adorabile colore paonazzo ogni volta che ne sentiva il tintinnio, e non si sarebbe mai lasciato scappare l'occasione di vederlo in quello stato.
San sentiva le campanelle ovunque: Non sapeva più se fossero frutto della sua immaginazione o se fossero reali. Di sicuro erano reali quando Wooyoung passava davanti alle sue stanze la mattina, erano reali quando riempivano l'immenso corridoio, erano reali quando il ragazzo si inchinava al suo passaggio; (ovviamente per prenderlo in giro) e di sicuro erano reali quando si mischiavano ai gemiti emessi dal suo amico mentre si agitava sotto di lui.
Chissà, forse in fin dei conti per San quelle campanelle non erano poi così male; di sicuro non lo erano per Wooyoung.

È la prima smut che reputo degna di pubblicare, abbiate pietà di me.

Jingle |Woosan|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora