Prologo

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Non so chi sono.

Non so chi voglio essere.

Ho vissuto tante smarginature per affermarmi.

Come quando il protagonista di un film cade in un buco nel terreno, spuntato chissà quando , chissà da dove.

O forse è sempre stato lì.

Cerchi la giusta direzione, ti affatichi, i polmoni sembrano esplodere, ed è lì che perdi te stesso.

Quando pensi di aver perso la strada, hai perso te stesso.

Hai perso quello che pensavi fosse il tuo "uno".

Il tuo "io".

Mi aggrappo ai fusti umidi e robusti degli alberi, mi affido alle stelle e alla luna, ma non posso aggrappari al mio corpo.

Non so come è fatto.

Mi ritrovai nel buio della notte, a camminare in compagnia dell'aria pungente che mi arrossa la punta del naso, e i rami aguzzi , quelli mi sferzano il viso.

E nell'oscurità voglio capire chi sono , chi voglio essere, cosa sono per gli altri.

Nel momento in cui la confusione raggiunge il suo picco, provo a stabilire un equilibrio.

Quando il bosco sembrava così fitto, più di quanto lo fosse prima, si apre e ospita al suo centro una conca d'acqua , all'interno il riflesso pallido e tondo della luna.

Chissà se si sentiva osservata, proprio come me.

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