twenty-four

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"𝒎𝒂𝒌𝒆 𝒔𝒖𝒓𝒆 𝒉𝒆
𝒅𝒐𝒆𝒔𝒏'𝒕 𝒈𝒆𝒕 𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒕𝒓𝒐𝒖𝒃𝒍𝒆"

"𝒎𝒂𝒌𝒆 𝒔𝒖𝒓𝒆 𝒉𝒆𝒅𝒐𝒆𝒔𝒏'𝒕 𝒈𝒆𝒕 𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒕𝒓𝒐𝒖𝒃𝒍𝒆"

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22 MAGGIO 1988





Anche Charlie aveva passato parte del pomeriggio a pensare alla reazione che aveva avuto davanti Ingrid. Le aveva gettato addosso tutto quello che gli passava per la testa con una banale scusa. Non era come una di quelle discussioni che avevano spesso e volentieri i suoi fratelli. Come quando Fred e George, i gemelli che venivano dopo Percy, gli mettevano in disordine le cose e lui doveva sgridarli, ma peggio. Si sentiva estremamente in colpa. Il suo stomaco era diventato pesante e completamente leggero allo stesso tempo. La sua indecisione lo aveva portato a voltare le spalle ad Ingrid e a percorrere da solo quel corridoio. Non si era neppure girato a guardarla. Mentre camminava a passo svelto, sentiva lo sguardo dei vari quadri appesi sui muri addosso, come se avessero sentito tutto e lo stessero giudicando. Non solo i quadri, ma anche gli studenti che aveva incrociato nel frattempo. Alcuni Grifondoro che stavano andando in Sala Grande lo avevano fermato congratulandosi ancora una volta con lui per la vittoria del giorno prima e un Serpeverde che lo aveva salutato augurandogli buon Shavuot, una festa ebrea. Scuoteva la testa ripensando a pochi minuti prima. Strinse a sé la sua borsa a tracolla e accelerò, non solo per evitare sguardi funesti, sentiva il bisogno di stare un po' da solo. O meglio, con Eve.

Lui e Ingrid - per ragioni di sicurezza - venivano sempre accompagnati da Hagrid o dal Professor Atwood. Secondo loro non era sicuro che dei ragazzini entrassero nella Foresta Proibita da soli. Fortuna - se così si può considerare - che Charlie non era sprovvisto di soluzioni. Da solo, si era già inoltrato nella Foresta, ne conosceva passaggi e aveva i modi per introdursi all'interno di questa. Con la borsa a tracolla e la voglia di rivedere il suo Drago, si incamminò per una delle entrate della Foresta.

I rumori che sentiva erano tanti, non riusciva a distinguere il rumore dei suoi passi da quelli provocati dalle creature o dal fruscio del vento. In lontananza, sentiva il trottare di diversi centauri o il ronzio di alcune fate. Le volte che trascorreva nella Foresta - mattine, pomeriggi o sere che fossero - si prendeva cura delle creature magiche che incontrava. In quel momento, invece, le ignorava passando. Cura delle Creature Magiche era la sua materia preferita e, si vedeva, che aveva una vocazione per questi esseri.

Camminando lungo un sentiero, ancora ripensava alla discussione avuta con Ingrid poco prima. Si voltò indietro e, in un attimo di insicurezza, ripensò di andare a scusarsi. Mentre ci rifletteva sentì foglie spostarsi e rametti spezzarsi. Si voltò dall'altra parte appena quei rumori giunsero alle sue orecchie, quasi di istinto. Era un Porlock che doveva essersi perso. Una curiosa creatura dalla pelliccia rossa che faceva da bada agli Abraxan. Charlie si abbassò sulle ginocchia e gli fece segno di avvicinarsi. La creatura, alta intorno ai settanta centimetri, si avvicinò su due zappe al ragazzo. Nonostante fosse una creatura di solito diffidente con gli esseri umani, si fece avvicinare. Lui le fece due carezze e qualche grattino. Sorrise. Per un attimo aveva dimenticato che cosa doveva fare, che cosa aveva fatto prima. Era quello l'effetto che gli faceva la natura, lo stare per le sue. Quella quiete che gli trasmettevano le Creature Magiche presenti nella Foresta non durò tanto.

𝐒𝐌𝐎𝐊𝐄 𝐀𝐍𝐃 𝐅𝐈𝐑𝐄 ─  charlie weasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora