Ormai avevano abbandonato le sponde del fiume e si erano infiltrati nei vicoli romani.
Malva sbirciò il cielo notturno: grosse nuvole scure si addensavano nell'etere. ‒Dobbiamo sbrigarci‒ disse. Poi allungò il passo. Paura rimase indietro. Malva svoltò l'angolo senza aspettarlo.
‒Dove stai andando?‒ chiese lui, alzando la voce.
Per qualche motivo, Malva si sentì come se lo avesse abbandonato. ‒Sono qui‒ rispose senza fermarsi.
Paura sbucò dietro di lei. ‒No‒ disse. ‒Dove stai andando?
‒Ah, ci ho pensato! Potremmo andare al Giardino degli Aranci, se ti va.‒ Malva imboccò l'ultima traversa prima di Piazza della Rotonda. ‒Non è molto distante, dobbiamo solo...
‒Non è quello che intendevo.
Una folata di vento li accolse nella piazza. Malva rabbrividì e si fermò. L'attimo dopo, Paura era al suo fianco. Aveva un'espressione inquieta. I capelli erano un'aureola dorata intorno alla sua testa, i suoi occhi mare in tempesta alla luce fumosa dei lampioni. Malva ne fu attratta e intimorita al contempo.
Il suo cuore mancò un battito. Ci fu una pausa. "Come siamo travagliate, piccola Malva!"
Una pioggia sottile e leggera iniziava a scendere su di loro.
‒Dove stai andando?
Il ticchettio dei tacchi di sua madre la faceva uscire di testa.
‒Un'altra insufficienza, Ravenna‒ abbaiò Luisa Boneio. ‒La terza in due settimane. I professori ci hanno convocato a ricevimento.‒ La donna si piantò di fronte a lei, dita smaltate premute sul tavolo in vetro, un corpo slanciato impacchettato in un bel tailleur femme di raso verde. ‒Che cosa dobbiamo fare con te?
Ravenna ringraziò il cielo che si fosse fermata. ‒Il punto non è mai quello che dovete fare voi, ma quello che devo fare io‒ bofonchiò.
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Malva e Paura
Historia Corta"Ma tu aspetta ancora. Aspetta e basta." Alessio Carracci è fragile, ma ha una maledizione da spezzare e un cuore da strappare. Ravenna Vizi cammina in punta di piedi. Vive di solitudine, ipocrisia e abbandono. Le loro strade si incrociano per caso...