Costiera amalfitana, estate 1947
Un giovane pastore, bello e con la barba bionda, si aggira silenzioso tra i prati e i cespugli dei monti a strapiombo sulla costa. Osserva per pochi istanti all'orizzonte il mare, brillante di riflessi del sole, e continua le sue peregrinazioni, sotto un caldo incessante di inizio estate.
Nannina, un'altra giovane pastorella, sui trent'anni, mora e col viso sciupato dalle fatiche della vita povera, si accorge della presenza e i loro due sguardi s'incrociano per pochi secondi. La ragazza lo fissa a lungo mentre si allontana con un grosso bastone, e si alza da terra colta da un'estasi dirompente.
- Oh Gesù, Giuseppe e Maria. Io lo sapevo che saresti venuto tu. Dio mio quanto sei bello. Mo' perché te ne vai? Non te ne andare no... ti posso parlare sì?
Il giovane pastore si accorge delle parole della pastorella e si rigira guardandola e ascoltandola, mentre questa unisce le mani in segno di preghiera e ridendo di gioia.
- Dio che consolazione! Bello, bello santo mio! Che felicità, che gioia! Io lo sapevo che saresti venuto sa' Gesù, Giuseppe, Maria... bello santo mio, santo mio, io sentivo sempre la tua voce, sempre, e se chiudevo gli occhi ti vedevo pure! In una grande luce che mi sorride, proprio a me... Dio Dio che ridere, che consolazione... San Giuseppe mio, santo mio bello, santo mio, devozione mia, tu sei il più bello fra tutti i santi 'o sai?
Ma il pastore, dopo averla guardata con incredulità, riprende il cammino.
- No non te ne andare mo', non te ne andare così. Eh, mo' che sei venuto non te ne devi andare così, tu mi devi fare la Grazia, mi devi portare via, a te che ti ci vuole no? Tu me fai morì e è fatta, e mi porti con te lassù in Paradiso... nella contemplazione del Signore...
Il pastore si rigira e torna dalla pastorella, guardandola di nuovo incuriosito e lei a bocca aperta lo fissa con venerazione, avvicinandoglisi in preghiera.
- Bello che sei... che felicità, che gioia San Giuseppe mio...
I due si siedono tra i cespugli.
- Tu sei il santo più buono che io conosca, perché sennò il Signore non ti avrebbe affidato la Madonna col Bambino. E allora fammi la Grazia, me ne hai già fatte tante, tutto m'hai fatto dare, tutto, che gentilezza. Come ti facevo una preghiera, se chiedevo qualche cosa subito me lo facevi dare. Qui, questo è il vestitino che m'hanno regalato le monache... quello che t'ho chiesto ti ricordi eh? - dice ridendo spensierata mentre il pastore tira fuori pane e vino, non dicendo una parola.
- E mo' mi danno pure la minestra calda e m'hanno acconciato pure per dormire. Ah io non chiedo mai niente all'altri santi no! No no, tu però non mi fare scherzi, no, io lo so come succede, che un certo momento tu sparisci e io resto qua sola... San Giuseppe mio, San Giuseppe mio bello tu mi devi portare, tu mi devi portare lassù con te, nell'Alta Patria che felicità... tanto qui nessuno se ne accorge se io muoio - sospira ridendo Nannina.
- Le capre quelle sanno tornare pure da sole al paese... San Giuseppe bello, santo mio bello... - poi gli fissa il bastone - e il giglio dov'è? Che bello che sei tu... - il suo tono assume quasi quello di una psicosi improvvisa mentre fissa l'orizzonte con occhi stralunati - Quanto sei bello! Che ci sto fare io qua mh? Una volta che ho detto laggiù che mi avevi parlato, non sai che m'hanno combinato... così m'han fatto diventar matta, mi suonavano la tromba dentro l'orecchio e mi dicevano 'Eh questa è la tromba dell'Arcangelo Gabriele eh'... che m'hanno combinato... ma quelli non capiscono niente, nooo non sono degni. E intanto qua stai eh, quassù sta San Giuseppe, quassù da me è venuto, solo da me... - dice guardando verso la costa piena di vanto.
- Tu sei passato per il paese eh? E non t'hanno visto, e certo non sono degni. Non sono degni. Invece io! Quanto sei bello! Sai che mi dicono sempre? 'I matti non possono entrare in Paradiso!' - Ma il pastore le porge il boccale di vino - A me? - e lo trangugia - Ma non è vero, non è vero questo no? Sai cosa sono le tentazioni tu? Figurati che una volta sentivo sempre una voce, una voce dolce dolce, come che pare fosse la tua... che mi diceva sempre 'Buttati, buttati cretina! Buttati e vola' ma io... io arrivavo sempre sino a qua - si alza e va verso le pendici della scogliera a strapiombo - qua! Fino a qua! E poi mi mancava il coraggio... poi mi pentivo e dicevo sempre 'Se San Giuseppe insiste ancora io me butto' - dice ancora ridendo Nannina - ma poi ho capito. Ho capito perché, non eri tu, no! Sai chi era? Era il diavolo ah. Quello voleva che mi ammazzassi così io mi dannavo e non potevo più andare in Paradiso, ma tiè! Son stata brava? - ride e beve vino.
STAI LEGGENDO
Stregoneria
ParanormaleIn un paese sulla Costiera amalfitana, non lontano da Minori, nel 1947 una giovane pastorella dice di aver incontrato San Giuseppe e di esserne rimasta incinta... Liberamente tratto dal secondo episodio del film "L'amore" di Roberto Rossellini