Capitolo 1. Miami.

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"Bene, ora possiamo partire" dice mio padre salendo in macchina. "Ashley credi di riuscire a dormire sul l'aereo? Sarà un viaggio lunghissimo" dice mia madre sbuffando e guardando la strada, ma cos'ha? Dovrebbe essere felice, ama l'America! Ma sinceramente non ho voglia di parlare con lei, così mi limito ad annuire e a chiudere gli occhi.
"Ashley!" Qualcuno mi chiama. "Mmmh" farfugliò qualcosa di incomprensibile. "Ashley Rose Brown!" Chi mi ha chiamato con il mio nome per intero? Chi ha osato? Nessuno lo conosce tranne i miei gen.. Oh... Forse è meglio se mi muovo a scendere dalla macchina. "Si scusate arrivo!" Scendo velocemente e subito mi vengono i brividi per colpa del freddo di Londra. Mi consolo pensando che a Miami non avrò questi problemi.
"Allacciate le cinture, stiamo per decollare" dice un hostess dopo averci illustrato i mille modi per salvarci in caso di pericolo, ho molto paura di volare, ce l'ho sempre avuta, e questa ragazza non mi ha aiutato per niente.
"Allora visto che abbiamo molto tempo e visto che non dormirai per tutto queste ore.. ho comprato un libro che insegna come si fa a diventare meno timidi, da dove cominciamo?" Mi chiede mia madre sorridendo, le sorrido di rimando ma dico. "Buonanotte mamma!" Chiudo gli occhi ma so che mi sta guardando in modo strano, non leggeró quel libro, piuttosto preferisco passare tutto il volo in bagno. Strano che non mi abbia risposto. Passano 10 minuti e non riesco a dormire così decido di trovare qualcosa da fare e sorprendo mia mamma a fissarmi. "Sapevo che ti saresti svegliata, allora capitolo 1.. Avere più autostima di se stessi.. Mmm" dice ma la interrompi subito "no, mamma ti prego, non mi piacciono i libri" mento, ma mi sento veramente stupida visto che lei sa benissimo dell'esistenza di tutti i miei libri. "Ashley lo sai che a volte sembri stupida? Non lo sei ovvio, sei mia figlia" dice facendomi l'occhiolino e continuando a parlare "ma sono tua madre, tu ami i libri, quindi.. Dicevamo, autostima.. Tu hai poco autostima! E sai come si fa a migliorare? Eh? Eh? Io si! Guarda c'è scritto qua!" Dice sorridendo, nono, se potessi le butterei il libro giù dall'aereo. "Mamma, ascoltami, non leggeró quel libro, mi farò degli amici, promesso, ma me la caverò da sola." Dico cercando di essere convincente. "Oh d'accordo, ma questo non lo butto, lo tengo. Ne avrai bisogno, ne sono certa. "Farai amicizia con i figli dell'amica della mamma, non preoccuparti Ashley" dice mio padre, credevo che stesse dormendo. "Hai un'amica a Miami?" Chiedo confusa. "Beh.. Io ecco.. Oh guarda com'è piccola l'Inghilterra da qui sopra, è l'Inghilterra no?" Dice guardando fuori dal finestrino. "su Marie, diglielo, tanto avete quasi un giorno per parlarne" dice mio padre tenendo sempre gli occhi chiusi, così non vede gli sguardi di fuoco che gli sta lanciando mia madre. "Ok... Io potrei avere.. Una sorella.. Che vive a Miami.. Potrei.." Dice mia madre, ok non capisco nulla. È una donna che non dice mai cose confuse come queste, quini quasi non la riconosco "Mamma potresti spiegarti meglio?" Dico cercando di incoraggiarla, di solito è lei che lo fa con me, quindi è piuttosto strano.
"Allora, io ho una sorella, non abbiamo mai avuto un bel rapporto, e appena compiuti i 20 anni si è trasferita in America, non è nulla di importante e non so perché non te ne ho mai parlato.." Dice pensando. "Oh.. Raccontami un po di lei allora" dico, non voglio arrabbiarmi, non avrebbe senso. "ha due figli" dice sorridendo "si chiamano Shawn e Emily, Shawn ha 16 anni, quasi 17 e Emily 5, entrambe pensiamo che riusciremo a riavere il rapporto di una volta e io sono molto contenta" dice con un sorriso che ho visto poche volte. "quindi è per questo che andiamo a Miami?" Chiedo io ancora un po' confusa. "Cosa? No! È per il lavoro di tuo padre, ma quando ho saputo la destinazione, ho subito chiamato tua.. Tua zia, non vedo l'ora di rivederla, e tu potrai conoscere i tuoi cugini, non ti sembra fantastico?" Urla mia madre. "Si è fantastico tesoro, ma ora, posso dormire?" Dice mio padre e a me scappa una risata.
Continuiamo a parlare a bassa voce e guardiamo un po di foto di Miami. Mangiamo il cibo che ci viene servito dalle hostess, che non è così male come pensavo. Poi però la noia prende il sopravvento e in pochi minuti mi sono già addormentata.

I HATE YOU BUT I LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora