16.

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"Forse il problema è, che quando sono perso, cerco lei e non me stesso."

Lucas.

"Wow, non sapevo che esistesse una porta segreta! Voglio pure io la chiave!" urla, entusiasta. Dio, se non sapeva dell'esistenza della porta segreta, come diavolo ha fatto ad uscire dall'istituto?

Non ho nemmeno il coraggio di chiederglielo.

Le metto una mano davanti la bocca e le intimo di parlare. Sono le tre del mattino e tutti stanno dormendo.

"Ei, ma che modi sono?" urla più forte. È proprio ubriaca.

"Se non la smetti di urlare, sveglierai tutti, tra cui la preside che ti metterà in punizione perché non sei nella tua stanza e perché sei nel corridoio del dormitorio maschile. In più sei vestita da discoteca e quindi la tua punizione si può aggravare ancora di più, per non parlare del fatto che tu sia ubriaca marcia tanto da non reggerti in piedi." sussurro, velocemente al suo orecchio.

Sgrana gli occhi e si tappa definitivamente la bocca. Devo per forza riportarla nella sua stanza, se Margot la dovesse vedere così, andrebbe subito da mia zia a fare rapporto.

"Ora andiamo in camera mia" la trascino verso la porta della mia stanza. Solo quando toglie il suo braccio dalla mia presa, capisco di aver formulato male la frase.

"Non pensare male, Biondina. Ti ho già detto che non ti farei mai del male. Solo che a differenza del nostro sorvegliante, la tua è sempre sveglia ed è l'informatrice numero uno della preside. Quindi se io ti presto una felpa o qualcosa del genere penserà che sei stata da me e non ti romperà le palle." le spiego velocemente.

"Non voglio che pensi che io sia come le ragazze che ti porti a letto, Lucas. Preferisco andarci così. Lo vuoi capire che io non sono come le altre?"

Come posso ferire una persona due volte nel giro di tre minuti? Faccio davvero così schifo.

"O ti fai mettere i miei vestiti oppure non potrai più uscire per due mesi e dovrai stare con l'uniforme anche al di fuori dell'orario scolastico per i prossimi otto weekend."

Sbuffa ed entra nella mia stanza.

IL MATTINO SEGUENTE.

Quando la sveglia suona, mi sveglio con una voglia matta di non lasciare il mio letto caldo e comodo. Perché mi sono preso la briga di riaccompagnarla al dormitori, ieri sera?

Eppure era così bella con quella felpa enorme che le arrivava al ginocchio e con i miei boxer neri che le facevano da pantaloncini. Non avevo mai dato i miei vestiti a nessuna ragazza, perché sono molto geloso delle mie cose.

Anche se devo ammettere che i miei vestiti stiano meglio a lei che a me. Era così tenera, ieri sera, con la faccia assonnata e i capelli tutti spettinati a causa del vento che soffiava prepotente.

Quando l'ho riportata alla sua stanza mi sono assicurato che andasse a letto. Per fortuna non c'era Margot, sarà andata a sorvegliare la biblioteca o la mensa. Come se qualcuno andasse a leggere qualche libro o a mangiare quelle porcherie che ci sono in mensa.

Quando sono ritornato nella mia stanza, J stava dormendo come un ghiro.

"Buongiorno, ti sei svegliato pensieroso?" la voce assonnata del mio migliore amico è proprio uguale a quella di un bambino che si è appena svegliato ed ha bisogno di affetto da parte di tutto il mondo.

Scuoto la testa in segno di negazione e mi alzo a sedere.

Questa mattina non potrò fumare la mia sigaretta mattutina, vorrà dire che ne fumerò due durante la ricreazione. Ora l'unica cosa che mi preoccupa è sapere come sta la Biondina.

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