20.

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Come faccio a dimenticarti quando tutti mi chiedono di te, quando per convincermi che non ti cercherò ti cancello dalla rubrica ma so il tuo numero a memoria?

Lucas.

Sbuffo snervato, mentre sento tutto il mio corpo agitarsi.

Odio quando i miei compagni di squadra, coloro con cui passo la maggior parte della mia quotidianità, toccano un argomento che non dovrebbero toccare. Odio il fatto che mi conoscano così bene, tanto da capirmi soltanto con uno sguardo, senza che io dica nulla.

Sembra quasi che siano dentro la mia testa, che ascoltino tutti i miei pensieri anche quelli più sporchi, più bui e più lontani.

Detesto il fatto che loro che mi conoscano così bene, perché non voglio che nessuno sappia come sono fatto realmente. Voglio restare anonimo, voglio restare un enigma davanti ai loro occhi. Non voglio essere compreso o compatito, voglio semplicemente essere lasciato in pace nel mio mondo.

"Oh, ma quanto siamo permalosi, soprattutto quando si parla della Biondina." interviene Mason, dopo aver sentito l'affermazione di Smith.

Vorrei urlargli in faccia che si chiama Giulia, non Biondina. Che quel soprannome le si addice solo quando esce dalla mia bocca, però c'è qualcosa che mi blocca.

Perché diavolo dovrei dirgli una cosa del genere? In fin dei conti chi sono io per essere così infastidito dal soprannome che le hanno dato e che ormai la perseguita ovunque?

Sarei solamente patetico a dirlo, in realtà sono patetico solo a pensarlo.

"Mason..." ringhio a denti stretti, facendo capire che mi sta irritando. Ho già passato una giornata infernale, non ho bisogno che qualcuno mi irriti più di quanto abbia fatto Giulia e il mio migliore amico con i suoi discorsi surreali.

"Oh, per caso ti sti innervosendo, Maddox?" ha una risata così seccante, che faccio fatica a trattenermi a non prenderlo a calci in culo.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo sonoramente. Ha intenzione di smetterla con questa cosa? Sono entrato in palestra da circa cinque minuti e già non vedo l'ora di uscire a fumare una sigaretta.

Il fatto che Giulia mi abbia interdetto di fumare fuori alla finestra, quando ero nella sua stanza, mi sta facendo ancora più incazzare. Perché cazzo le ho dato ascolto? Avrei dovuto fregarmene, fumare la mia sigaretta e placare i demoni che mi stanno divorando vivo.

Sono irrequieto, arrabbiato e nervoso; ed il fatto che i miei stupidi compagni di squadra rendano le cose ancora più difficili di quanto già non siano, moltiplica il senso di incazzatura ancora di più.

"Cento flessioni anche per te, Mason." urlo, all'apice dell'impazienza. Il sorriso del mio amico sparisce dalla sua faccia da cazzo e il suo sguardo mi sta chiedendo se sto facendo sul serio.

Sapeva che non deve giocare col fuoco, che prima o poi si sarebbe scottato e si sarebbe fatto male, lo sa ma ha comunque deciso  di fregarsene e continuare ad infastidirmi. Ha deciso di farsi del male e io non tengo conto del fatto che è mio amico. Doveva pensare alle conseguenze e non fare lo stronzo, soprattutto dopo una giornata terribbile come questa. 

"E se qualcuno si azzarda anche solo aprire questo discorso, oltre a fare cento flessioni in più, fa sessanta giri del campo senza fermarsi. Non dovete più accennare a questa cazzata!" sbraito infuriato per farmi sentire da tutti, che improvvisamente si zittiscono.

Quando il silenzio cala nella palestra e iniziamo ad allenarci mi rendo conto di quanto io sia stato infantile e... pietoso. Dio, quanto odio la scenata esageratamente patetica che ho avuto. Ed intuisco che anche i miei compagni siano visibilmente confusi da questa mia reazione improvvisa, vedo quelle occhiate sconcertate che i miei compagni si scambiano tra di loro.

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