1.La bella risvegliata

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BeaNihil desu~~!

Premetto che è la prima storia horror in assoluto che scrivo, perciò dai miei deliri potrà uscire un'opera grandiosa o una merda fumante, o qualcosa di mezzo... Decidete voi... ^-^'

Per quanto riguarda la mia favola preferita è senza dubbio la Bella Addormentata, e ho deciso di cambiare l'oggetto con la quale si punge: il fuso di un arcolaio diventa perciò l'aculeo di un porcospino. In pratica il re ha bandito tutti i porcospini del regno. XD

Ho segnato il passo in cui lo cito in grassetto per comodità.

Bando alle ciance!!

*come sempre si tira su le maniche fino ai gomiti*

Si comincia!

Enjoy!!!

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Odio avere paura.

Odio sentirmi debole ed indifeso contro un nemico ignoto.

Sono un principe, che diamine! 

Perderei la faccia e tutto il regno di mio padre se si accorgessero che tremo come una foglia all'ingresso di questo lugubre posto.

Nessuno da decenni ha più avuto il coraggio di mettere piede qui.

Fino a quando, durante i festeggiamenti per il mio ventesimo genetliaco, alcuni degli ospiti mi hanno parlato di questo luogo.

Il castello perduto è ricoperto di rovi da più di cent'anni e ogni suo abitante è stato addormentato, compresi re e regina.

Ma non è ciò la parte più importante. Infatti nelle stanze più interne del palazzo si dice dorma la più splendida delle fanciulle, unica figlia del re. 

Di costei le dicerie ne esaltano i lunghi capelli color dell'oro e la bocca rossa come rosa appena dischiusa e che ogni uomo fosse destinato a perdere la testa nel vederla anche solo una volta. Per questo il padre decise di recluderla tra le mura del castello fino al compimento dei suoi sedici anni. 

La principessa però era stata maledetta alla nascita e nel fatidico giorno del suo genetliaco, si punse con l'aculeo di un porcospino e cadde in un sonno profondo, trascinando con sé tutti i sudditi del regno. 

L'unica maniera per spezzare l'incantesimo era un bacio di vero amore.

Saputo ciò molti principi e nobiluomini tentarono di arrivare alla principessa, ma nessuno di loro fece più ritorno.

Questo spiegava la ragione per cui mio padre non me ne aveva mai parlato.

Scendo da cavallo e rimugino sulla scommessa fatta da ubriaco di riportare la bella addormentata al castello e farla mia sposa. Mio padre, saputa ciò, si è infuriato talmente tanto che mi ha fatto promettere di non tornare mai più nel caso io fallisca.

Ma una promessa è una promessa.

Non fallirò.

Allancio le redini a uno dei tronchi morti all'ingresso delle mura di cinta, nel punto in cui si aprono ad arco verso il ponte levatoio e il portone d'ingresso.

I cardini in legno massiccio sono stati consumati dalla ruggine e le ante deteriorate della porta sono cadute tempo addietro, finendo col fondersi al terreno in una poltiglia inconsistente e dall'odore pungente.

L'avanzato stato di abbandono della pietra non aiuta a migliorare la visuale. Attraversati da crepe, dovute al serpeggiare dei rovi tra la materia rocciosa, i muri del palazzo sono divenuti comodi nidi per ogni specie di creatura immonda. Da ogni parte sbucano ragni grandi quanto denari, dalle lunghe zampe pelose, centipedi, scarafaggi e blatte, topi e qualche serpe che li rincorre. Noto perfino dei pipistrelli, naturalmente a testa in giù, che dormono beatamente nel caos più totale.

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