Capitolo 2: Primo taglio

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*Eren's Pov*

Chissà cosa intendeva quando disse che starà sempre al mio fianco, anche perché chi mai vorrebbe stare con un mostro?

Colui che ha ucciso i suoi stessi compagni senza esitare?

Colui che perde il controllo senza saperne il motivo?

E che quindi porterebbe uccidere tutti senza saperlo...

Mentre mi ponevo queste domande, porsi il mio sguardo sulle lame che si utilizzavano per uccidere i giganti, che si trovavano di fianco all'armadio posto nell'angolo della camera, e non potei fare a meno di pensare:

"Quanto sono belle"

Mi balenò in mente il vago desiderio di farle scorrere sul mio corpo, di far uscire il sangue, di ferirmi perciò che avevo fatto, sperando che almeno il dolore potesse darmi sollievo da ciò che provavo dentro.

Volevo punirmi.

Era tutta colpa mia.

Senza rendermene conto mi ero avvicinato ad esse, ed ora stavo portando il mio dito sulla lama, e facendolo scivolare notai il colore cremisi uscire.

Era una sensazione magnifica.

In quel momento capii cosa avevo fatto, e mi allontanai di sobbalzo dell'oggetto delle mie tentazioni.

"Cosa stai facendo Eren?"

Vi voltai di colpo.

Era Mikasa.

Era entrata in camera, in quanto voleva assicurarsi che tutto andava bene.

Eren: "O-Oh, hey Mikasa"

Mikasa: "Perché sei per terra?... E perché hai un dito che sanguina?"

Eren: "Vedi, stavo controllando se la lama andasse bene o bisognasse cambiarla, ma direi che è abbastanza affilata"

Non so se la scusa era plausibile, anche perché conoscendola, sapeva che era una menzogna, ma speravo che se la potesse bere.

Mikasa: "Se lo dici tu... In ogni caso, come ti senti?"

Mi porse una mano per farmi rialzare e la presi.

Eren: "Sto bene grazie. Le ferite si sono già rimarginate come puoi vedere"

In realtà, quella che avevo appena fatto, non si era ancora rimarginata ed era strano.

Forse però sapevo il motivo...

Io non volevo che si richiudesse.

Sapevo che qualcosa dentro di me era cambiato, e probabilmente, andando avanti, non sarebbe che peggiorato.

Mikasa sentii che qualcuno stava chiamando il suo nome.

Mi salutò e se ne andò.

Quando rimasi solo, fissai il punto in cui avevo lacerato la pelle.

Girai e rigirai il dito.

Ero come incantato.

Passai gli ultimi 5 minuti a fare questo, per poi andare a controllare se avessi da fare qualcosa, in quanto ora era il momento delle pulizie, e sapevo già che il capitano considerava questo momento sacro.

Corsi fuori dalla stanza, scesi le scale e iniziai a cercarlo.

Dopo un paio di minuti lo trovai in cucina che stava pulendo i piatti.

Mi avvicinai e gli chiesi cosa dovessi fare.

Levi: "Eren, vedo che tu sei svegliato al momento giusto. Tieni"

Mi allungò uno straccio.

Levi: "Nel frattempo che io lavo, tu asciuga"

Senza dire una parola, afferrai lo straccio, e iniziai a fare ciò che mi aveva ordinato.

Passai il panno sugli oggetti più volte, in modo da farli brillare il più possibile, in quanto non lo volevo far arrabbiare.

Era così bello il capitano, aveva uno charm che ti catturava solo con uno sguardo.

Per non parlare poi di quei suoi occhi argentei.

Non mi resi conto che stavo asciugando lo stesso punto finché egli, sempre mantenendo il viso verso il lavandino, mi chiamò.

Levi: "Vuoi stare lì impalato ancora per molto? Stai asciugando nello stesso punto da ormai 3 minuti"

Eren: "Mi scusi capitano, n-non era mia intenzione"

Il capitano si girò verso di me, vide il dito e mi chiese spiegazioni.

Levi: "Cos'è successo qui? E perché non si sta rimarginando il taglio?"

Aveva un'aria preoccupata.

Lo rassicurai dicendogli che non era niente, e gli dissi che qualche volta capitava che alle ferite ci volesse più tempo.

Non era così... e lo sapevo bene.

A quanto pare nemmeno lui ci aveva creduto.

Finii di asciugare tutto in fretta e furia, e me ne andai da quella situazione imbarazzante.

Levi: -cosa mi stai nascondendo moccioso...-


Angolo autrice:
Hey, spero che questa storia vi stia piacendo.
Vi auguro una buona giornata❤️

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