Capitolo 1

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Do un'ultima occhiata a quella che da oggi passerà ad essere la mia vecchia stanza, è incredibile come un posto che hai sempre odiato ti crei tanta nostalgia anche prima di partire.

In poche ore sarò laddove i miei sogni mi hanno sempre portata, ma l'unico sentimento che riesco a provare è vuoto assoluto, come se la mia anima fosse avvolta dal mantello trasparente di Harry Potter.

"hai già preparato tutto?" la sua voce interrompe i mie pensieri "di certo non vorrei pagarti la spedizione per posta, quindi fammi il piacere di non dimenticarti nulla".

Ed eccolo...il solito papà.

Papà, una parola così semplice, fatta da poche lettere ma così difficile da pronunciare. Papà dovrebbe essere colui che ti ama nonostante tutto, che darebbe la vita per te e non semplicemente la vita. Papà è colui che dovrebbe regalarti il suo tempo, la sua dedizione e soprattutto il dono più bello 'credere in te '. Per molti papà è un'eroe, per me invece è una lezione di vita. Da mio papà ho imparato che se lui è stato in grado di deludermi, qualsiasi uomo potrebbe farlo.

Metto via le ultime cose, prendo le valigie e salgo nel taxi che mi porterà alla mia nuova vita.

Non mi ha baciata, non mi ha abbracciata e non si è nemmeno degnato di incrociare il suo sguardo con il mio, neanche per un millesimo di secondo. I suoi occhi sono rimasti fissi sulle nuove scarpe di cuoio, come se in quel momento avessero acquisito più importanza del solito. Sembrerebbe così triste a vedere la scena da fuori, ma quando si è abituati è come un semplice buongiorno, o il solito caffè che prendi ogni mattina. L'unico gesto che è stato in grado di eseguire è quello di alzare il braccio ed accennare un saluto, molto sforzato aggiungerei.

Dicono che i propri genitori dovrebbero essere un piedistallo per i propri figli, la base d'appoggio, mentre nel mio caso sono coloro che hanno contribuito al mio crollo. Da un giorno all'altro la loro bellissima principessa ha smesso di essere tanto bella, e non è nemmeno rimasta una principessa, ma il personaggio secondario che serve solo per abbellire la favola, senza di esso non ci sarebbe nemmeno tanta differenza, come un vecchio soprammobile che vorresti buttare, ma lo tieni nel caso tornasse 'utile'.

Forse l'unico e vero problema qui sono io, che non ho mai saputo soddisfare le sue esigenze. Ma credo sia questo il suo errore, spesso le delusioni sono legate alle aspettative, le sue sono state troppo legate al prestigio, e le mie ai desideri. I desideri, a volte, sono fuori dalle cose normali, e probabilmente le cose non andranno come le hai viste nei tuoi sogni, ma sta a noi sbagliare no? sta a noi decidere se soffrire per averci provato e poi fallito, o di autocondannarsi per non aver mai osato. Arrischiarsi è sinonimo di coraggio, e se non ho la bellezza che tutti vorrebbero trovare in me, questo è tutto ciò che mi rimane, l'animo che solo la speranza è in grado di nutrire.

Solo un'ora di viaggio e la mia vita qua a Concord rimarrà nei più profondi dei miei ricordi. Ma  davvero basta solo cambiare posto per placare l'amarezza dell'anima? Quella perseguita sempre ricordandoci di non essere mai stati abbastanza per qualcuno. 

***

"Stimati clienti, vi avvisiamo che l'aereo ha raggiunto la destinazione, vi auguriamo buona giornata" 

Ed eccomi qua, sola in un aeroporto così grande e nessuno che mi aspetta...Guardandomi attorno noto molti baci, abbracci e sorrisi, le solite emozioni che si provano a rincontrare una persona a te tanto cara, chissà come ci si sente ad essere voluti e attesi. 

Basta fantasticare Clarie, prendi la tua valigia e vai a sistemarti.

Quando la mano mi si ferma a prendere la vecchia valigetta nera qualcuno me la blocca e si prende ciò che era destinato a essere preso da me. 

"Ragazzina, ti sei sbagliata, questa è mia" uno sconosciuto interviene alle mie spalle, tirandomela da sotto il naso.  

Per essere un semplice sconosciuto la sua voce suona alquanto familiare.......ma il punto in tutto ciò è la mia valigia, sono sicura che sia mia, la so riconoscere, qua è qualcun altro a non sapere cosa gli appartenga. 

Quando mi giro per raggiungerlo noto che si trova quasi all'uscita, ma con che velocità?  

"Hey scusa, credo proprio che ti stia sbagliando, questa è mia" indico la valigia, ma lo strano individuo non mi presta la minima attenzione e continua a conversare tranquillamente al suo telefono "Ei potresti per favore lasciare un attimo perdere il cellulare e ridarmi la valigia?"

"Mocciosa di nuovo tu?" l'uomo dall'abito elegante e dal lungo cappotto nero si gira e mi squadra da capo ai piedi storcendo il naso. Ma chi si crede di essere ? il principe William? 

I tratti del suo viso mi risultano molto familiari, come se lo conoscessi da tutta la vita. I suoi occhi azzurri scrutano il mio volto e si fermano un attimo a guardarmi la guancia destra. Improvvisamente mi porto la mano per coprirmi la faccia e tutti i segni del mio passato. Il giovane uomo protende la sua mano verso di me ma subito dopo la ritira scuotendo il capo.

"come fai ad esserne così certa?" domanda lui dopo un lungo gioco di sguardi 

"c'è un piccolo graffio sul lato sinistro" rispondo 

"oh" dice soltanto e finalmente mi porge la mia valigia. Riprende a parlare al suo dannato cellulare e se ne va senza  nemmeno chiedere scusa per l'errore commesso....che maleducazione. Bene, almeno ho avuto le mie cose e finalmente posso raggiungere l'appartamento che mi ha alloggiato una signora molto carino, almeno in chiamata mi è sembrato così. Beh in fin dei conti non dovrò nemmeno conviverci, quindi il suo carattere è l'ultima cosa di cui dovrei preoccuparmi, il vantaggio è che è molto vicino all'accademia e non mi costa nemmeno troppo l'affitto. 

Uscendo dall'aeroporto mi sembra di entrare in un altro mondo, me la immaginavo grande ma di sicuro non così tanto...osservando i grandi edifici mi sento come una piccola formica accanto ad una mela. Solo trovandomi al suo interno mi rendo conto del perché molti scrittori e artisti trovano la sua ispirazione qua. "the city that never sleeps.." diceva una nota canzone, non posso che darle ragione. Nonostante sia l'ora di cena il movimento non manca. E questa deve essere solo la prima impressione, avrò tempo per scoprire i posti dove nutrire i miei occhi di arte, le orecchie di musica e ovviamente lo stomaco con del delizioso cibo....per quanto il mio budget possa permettermelo. Ho lavorato sodo per tre anni per poter permettermi un buon soggiorno nella città che mi fornirà l'istruzione dei miei sogni, almeno per i primi mesi.  

Adesso dovrei prendere la metro...ma non saprei nemmeno come raggiungere l'indirizzo mandatomi dalla signora Brickes. 

Per fortuna ci sono i vecchi e buoni taxi a cui basta dire il nome della via per raggiungerla. Ma nemmeno questa volta mi vanno bene le cose. Appena raggiungo il taxi parcheggiato a un metro da me e poggio la mano sulla maniglia, vengo spinta via perché qualcun altro possa prendere il mio posto....si inizia bene. Benvenuta a New York Clarice.....




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