Questo lo è!

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Riavvolgiamo.
E torniamo indietro di parecchi mesi.

I sogni ci accompagnano per tutta la vita. Da bambini è facile avvolgersene, è naturale, quasi indispensabile. Sogniamo ancora prima di imparare e sapere cosa sia un sogno. E nutriamo nei nostri sogni una fiducia sproporzionata, così grande mentre siamo, ancora, così piccoli. Ma cresciamo ed i nostri sogni lo fanno insieme a noi: nonostante fatichiamo a trovare il tempo per fantasticare, e fatichiamo a trovare e nutrire la fiducia in ciò a cui aspiriamo, i nostri sogni rimangono sul fondo della nostra anima, come pilastri e come linee guida, indispensabili proprio come quando eravamo bambini. Sono loro a muoverci, a spingerci nelle scelte, a colorarci nell'umore e scolpirci nel carattere. E non esistono sogni più importanti di altri, nessun sogno dovrebbe mai essere sminuito, deriso o dato per irraggiungibile. Spesso, un solo sogno, è capace di essere la ragione per cui alzarsi pieni di energie al mattino e quindi: come si può avere il diritto di screditare una ragione di vita?
Nevaeh, Ellyn, Berth, Jako e Briveel, purtroppo, ne sanno qualcosa.
Come ogni bambino, sono cresciuti tra storie fantastiche di magia, forza e coraggio, con protagonisti eroici, fatati e soprannaturali. E seppur il tempo, ed il mondo, li hanno allontanati da quelle credenze, in fondo non hanno smesso di sognare. Non hanno smesso di puntare al loro obbiettivo e non hanno smesso di cercare nella più normale quotidianità uno spiraglio di meraviglia. E potrà sembrare banale, potrà sembrare quasi irrilevante, ma c'è differenza tra l'uno e l'altro perché, se puntare ai propri obbiettivi è un sognare ad occhi aperti, ricercare la meraviglia è un sognare con gli occhi aperti; e quella sottile differenza, fa la differenza.

Nevaeh portava gli occhiali dalla seconda media, ma risaliva a parecchi anni prima la sua scarsa popolarità tra i compagni di scuola. Alcuni avrebbero dato la colpa al color carota dei suoi capelli e delle sue lentigini, altri avrebbero spiegato le sue poche amicizie raccontando che stava sempre con il naso dentro un qualche libro. Probabilmente c'era pure chi, semplicemente, le affibbiava l'appellativo di "secchiona" con l'intento di descrivere sia quanto fosse brava a scuola, che quanto fosse poco interessante esserle amico. Ed effettivamente di amici non ne aveva.

Aveva un cane ed una cuginetta però e, proprio grazie a loro, Nevaeh non pensò mai di non aver amici. Ed è innegabile che, in effetti, non cercò mai di farsene alcuno. E poi, nei libri che leggeva, aveva la possibilità di trovare tutti gli amici che desiderasse. Ma non era questo il motivo per cui leggeva molto, la ragione stava nella sua innata passione per il magico: adorava leggere storie di magia, volare insieme ai protagonisti e fantasticare di trovarsi in quei mondi, in quegli universi pieni di meraviglia e di possibilità sconfinate. Aveva condiviso questa passione con sua cugina, Carla, per molti anni: per tutto il periodo della loro infanzia e per un periodo dell'adolescenza; fin quando crescere, per Carla, non ha significato staccarsi dal loro mondo magico. Nonostante Nevaeh fosse di due anni più grande di lei, non riuscì mai a comprendere fino in fondo ciò che allontanò gradualmente sua cugina, non riusciva a trovare nella loro dimensione, nella loro realtà, dei fattori che avessero abbastanza valore da preferire il loro mondo a quello che trovavano sui libri, nei film e nelle serie tv. E fu proprio in quel periodo che Nevaeh decise di dare una svolta al suo rapporto con la magia:

"Se siamo stati in grado di inventare storie fantastiche legate alla magia e ai super poteri, dev'esserci qualcosa nella nostra realtà di legato ad esse. Dev'esserci qualcosa di vero. Dev'esserci qualcosa." si era detta. E allora cominciò a studiare, a fare ricerche e prendere interi quaderni di appunti. Ogni tanto capitava che qualcuno le chiedesse a cosa le servissero:

«Se l'umano dovesse fare qualcosa solo in vista di un'utilità, non potremmo spiegare gli affetti, le passioni e molti altri aspetti fondamentali della vita di qualcuno.» aveva risposto così ad un compagno, al suo terzo anno di liceo. Inutile aggiungere l'espressione sdegnante con cui rispose lui, voltandosi ed andando via.

Il giorno in cui trovò l'annuncio di Briveel, Nevaeh stava vagando dentro la biblioteca di un paesotto vicino alla città in cui viveva. L'annuncio del ragazzo, affisso sulla bacheca all'ingresso, le saltò subito agli occhi per i caratteri colorati ed in quel momento si rese conto di quanto fosse particolare trovare ancora gente che affiggesse annunci su bacheche fisiche, piuttosto che in rete.

"Cercasi appassionati del fantasy, disposti a viaggiare e scoprire."

Piuma per piumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora