Come ogni giorno ormai, le strade del regno di Fam pullulavano di gente, fra loro c'era chi voleva fermarsi a chiacchierare o per un buon caffè e chi aveva solo commissioni da fare. Dai cantastorie che ciarlando strepitavano le loro memorie stanche, ai bambini che giocavano e correndo, riempivano l'aria con le loro grida gioiose, unite a quelli degli artisti di strada, che intanto, esibivano fieri i loro talenti, facendo musica e ballando, ai signori che prendevano thè e biscotti nelle sofisticate locande.
Insomma, ognuno si godeva a modo proprio gli ultimi momenti di caldo, aspettando le molto prossime piogge, che porteranno l'inizio dell'autunno.Mi preparo a mio solito, uso una lunga veste viola a maniche lunghe e con una fascia di cuoio marrone, larga, usata come fosse un corpetto, coprendo i segni dell'usura del vestito, infilo un paio di scarponcini con i lacci e vari gioielli di poco valore a decorare; prendo ciò che mi serve e con tranquillita esco di casa, diretta verso il negozio del mio caro amico, Kendrav.
« Salve! » urlai da lontano, alzando una mano e scuotendola velocemente, il giovane, occupato a sistemare la vetrina, si girò rapidamente, quasi spaventato, guardandosi prima in torno, cercando la voce che lo chiamava, per poi poggiare il suo sguardo su di me.
« Ah siete voi » disse scocciato, portandosi una mano al petto come a calmarsi dallo spavento.
« Sorridente come sempre vedo » continuai sarcastica, mentre si girava per darmi le spalle, come a volermi evitare.
« sto lavorando, non vedete per caso? » mi rimproerò; me la risi, lasciai il borsone cadere quasi davanti la vetrina e sentii il ragazzo sbuffare, visibilmente contrariato dal mio gesto.
« Avete così tanto spazio disponibile, eppure venite sempre qua ?! » si avvicinò incrociando le braccia visibilmente contrario.
« Lo fate di proposito per caso?! » continuò aggrottando la fronte e puntandomi addosso una pezza bagnata.
« Ma che vi immaginate? » lo sapete bene che nessuno vuole una povera cartomante davanti il proprio negozio» risposi io aprendo il piccolo tavolino che portavo sotto braccio poco prima.
« E cosa le fa pensare che io voglia? » chiese tra se e se ovvio, spalancando gli occhi e rientrando nel negozio, rinunciando per l'ennesima volta a cacciarmi.
« Già...proprio un bravo ragazzo » borbottai facendomi, però, sentire; scacciai una finta lacrima tornando a impostare il mio tavolino coprendolo con una tovaglia e mettendoci sopra diversi talismani e le immancabili carte, pronta per l'arrivo di qualcuno che cercasse nelle mie parole; una parola una speranza.
« Sono pure più grande , quanto meno porta rispetto », sentii urlare da dentro il negozio, il ragazzo ormai seduto dietro al bancone, di quel che era un negozio pieno di mensole stracolmi di libri e ogni possibile intruglio, dai più semplici ai più complicati, che potrebbero servire a maghi di ogni genere e professione.
Mi sistemai su di un piccolo sgabello e risi all'idea di come un così giovane e semplice ragazzo dai capelli rossi naturali attaccati solitamente in un codino che gli dava un certo fascino e la statura minuta non difficile da notare anche se spesso coperta da larghi vestiti, sia munito di così grande intelligenza ed intelletto da riuscire a creare pozioni anche molto complicate già alla giovane età di 21 anni.« Ci diamo del tu quindi? ».
« Taci! ».
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•la promessa dei nove regni•
FantasyUn regno nascosto, uno mai esistito, una promessa non mantenuta e nove ragazzi in cerca di risposte.