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Per giorni ho vagato all'interno della città, di tanto in tanto mi fermavo contro qualche parete o nell'angolo di un vicolo, nascosta dal buio per lasciar scendere qualche lacrima di sconforto.
Se solo Vergil fosse qui adesso inizierebbe di sicuro una delle sue prediche sulla vita dicendo che 'non è piangendo che le cose si risolvono'.

Non avrebbe tutti i torti, starmene qui con le mani in mano non mi porterà a nulla, ma come si può trovare una persona di cui conosci solo il ciondolo che porta al collo? Per di più anche per quanto riguarda l'aspetto non è sicuro che sia proprio uguale al fratello per quanto possano essere gemelli, ognuno alla fine ha il suo stile no?

Sul ciglio della strada sento una donna confidarsi con la sua amica, dicendole che per il suo problema in questa città può chiedere ad un tuttofare che si occupa anche di questioni 'anormali', blaterando anche di demoni e mostri.
Decido quindi di seguirle, ascoltando il necessario per capire chi è, dove si trova e come arrivare da lui, di certo ne avevo molto più bisogno di lei.

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Dante, così dovrebbe chiamarsi, lavora in una piccola agenzia chiamata Devil May Cry, la raggiungo in mezza giornata di cammino sotto la pioggia ritrovandomi qui ferma a fissare il grande portone in ferro nero nascosta da dietro un muro, intenta a decidere il momento esatto per entrare.
Di certo non posso intrufolarmi lì dal nulla senza sapere neanche se lui è lì dentro, poi cosa dovrei dirgli? Mi aiuterà oppure no? Una domanda dopo l'altra non faccio che perdere tempo prezioso, così proprio quando esco dal mio piccolo nascondiglio per entrare alla Devil May Cry devo disgraziatamente tornarmene al mio posto.
Prima due donne, una mora ed una bionda, poi un signore, in questo ordine varcano la porta principale per poi uscirne solo dopo una decina di minuti, lasciando spazio ad un ragazzo magrolino dai capelli neri corvini, vestito piuttosto leggero per il tempo che faceva in quei giorni e che per camminare usa un bastone metallico piuttosto raffinato, che sia giovane solo di estetica ma di salute cagionevole? Speriamo non si tratti di Dante.

Senza perdere altro tempo, che ne ho già perso fin troppo, mi avvicino al portone lasciato socchiuso dal mingherlino di prima, poso le mani sulla superficie aprendomi un passaggio con un po' di forza, alzando poi la testa per osservare l'ambiente circostante.

Il disordine regna sovrano in quella stanza, il ragazzo di prima rimane a fissarmi poggiato sulla parete di fianco all'ingresso, mentre dalla scrivania un uomo dall'aspetto trasandato, i capelli bianchi e la barba curata inarca le sopracciglia, mostrando un sorrisetto divertito.

Fastidioso, molto fastidioso, ma non posso sbagliarmi. L'ho finalmente trovato dopo quattro giorni, ho trovato suo fratello gemello, per quanto possano odiarsi hanno l'aspetto più o meno simile, solo che tra i due ho avanti a me il più stupido e fastidioso.

"Ti sei persa per caso? Questo non è luogo per una signorina, ora torna a casa"

Quasi con una risata tira fuori quelle parole, non ricevendo alcuna risposta da me, semplicemente mi avvicino passo dopo passo alla scrivania.

"Posso sapere come ti chiami, almeno?"

"Il mio nome non deve importarti, la cosa davvero essenziale è il tuo aiuto"

Mi fermo seguendolo con lo sguardo mentre si alza dalla poltrona dietro la scrivania, cercando di non dare troppa importanza alla quantità di scatoloni per pizza e lattine vi si trovano sopra, alla fine anche lui si ferma di fronte a me, guardandomi dall'alto.

Deve essere una cosa di famiglia allora.

"Perché mai dovrei aiutare una come te scusa? Non faccio da babysitter. Torna a casa"

A quelle parole afferro l'elsa di Hyoga da sotto la mantella, sfoderandola velocemente e posando la lama sul suo collo, so di non fargli nulla se non un solletico, ma almeno così capirà che non ha una bambina avanti agli occhi.

"Tu mi aiuterai a ritrovare tuo fratello. Altrimenti, se non potrò ucciderti, farò in modo che la tua vita diventi un inferno''

Sentendomi parlare di Vergil il suo sguardo diventa serio, concentrandosi poi sui miei occhi che -dannazione- sono diventati lucidi ancora una volta.
Afferra la lama tra le dita e l'allontana dal suo collo, lasciandola andare solo quando poso il mio braccio lungo il fianco, tornando poi a sedersi sulla vecchia poltrona imbottita.

"Non so per quale assurdo motivo stai piangendo per lui, per quanto ne sappia è morto, o forse no, se scopro che mi stai mentendo piccoletta sarò io a fare passare l'inferno a te"

Mi indica poggiando il gomito sulla scrivania ed un braccio dietro la testa, riprendendo poi a parlare.

''Ti aiuterò, così come tu aiuterai me, questo ragazzo ed i miei colleghi nel nostro lavoro, giusto per evitare che scappi da qualche parte o che ti faccia male, bambina''

Sorride divertito facendomi alzare gli occhi al cielo, osservando poi alle mie spalle la porta che si apre

"Aspettavo proprio voi due, vi presento i vostri colleghi per questo incarico. Una missione molto rischiosa da come questo qui racconta"

Dante parla guardando alle mie spalle, facendomi voltare di conseguenza ritrovandomi una ragazza dai capelli lunghi e ricci, raccolti con una fascia, anche lei è vestita piuttosto leggera con un top giallo e dei shorts di jeans. Tiene tra le labbra una sigaretta accesa, infastidendo un ragazzo che ha più o meno la sua stessa età e chissà, forse anche la mia.

Anche lui ha i capelli bianchi, il che mi fa sospettare di qualche parentela con Dante, di conseguenza anche con Vergil, oppure potrebbe averli tinti chissà tutto è possibile, anche se guardando il modo di vestire posso togliere la tinta dalle opzioni.

"Dante quante volte ti ho detto che non ho bisogno di aiuto? Mi sarebbero d'intralcio."

Anche il carattere, soprattutto il carattere è simile.

"Suvvia Nero non fare il guastafeste, ci divertiremo tutti insieme vedrai"

Risponde la ragazza mentre si avvicina sia a me che al ragazzo corvino, ora a pochi passi dalla mia figura, porgendo la mano ad entrambi.

"Io sono Nico, piacere di fare la vostra conoscenza"

"V, il piacere è mio"

Lui risponde con una voce calda e confortevole, gentile e pacato, una voce che fa distogliere l'attenzione sullo strano nome, attirandola tutta su di sé, per di più saluta la ragazza con un leggero inchino dopo aver riposto il libro che tiene con se all'interno della sua giacca smanicata, cosa che non si vede ai tempi d'oggi.

Nico ridendo dei suoi modi 'strani' si volta verso di me, aspettando una risposta, una risposta che non può avere da me.

Nome? Per quanto mi sforzo a ricordare l'unico nome che ho avuto è una serie di numeri e Vergil non ha bisogno di chiamarmi per nome, insomma sono...ero sempre al suo fianco.

"...non ti deve interessare" mormoro coprendomi con il cappuccio la testa, abbassando lo sguardo per nascondermi da lei "ora muoviamoci"

Borbotto a bassa voce, facendo comunque ridere la ragazza che afferra le chiavi di un qualche mezzo e ci invita a seguirla, non curante di come le avevo appena risposto, perché mai dovrebbe reagire così? Non dovrebbe provare rabbia o odio nei miei confronti?

Poco importa, ho l'aiuto di cui avevo bisogno, odio ammetterlo ma sono un disastro nel cavarmela da sola, di solito ci pensava lui..c'era Vergil al mio fianco non dovevo preoccuparmi di nulla se non del seguirlo senza perdermi.
Usciti dalla Devil May Cry Nico apre lo sportello scorrevole di un furgoncino con su scritto il nome dell'agenzia con delle luci a led pronte a fulminarsi visto l'accendersi e spegnersi ripetitivo di qualche lettera, solo una volta all'interno del mezzo, con il suono del motore in sottofondo, posso davvero sentirmi rassicurata lasciando andare un sospiro di sollievo.

Aspettami Vergil, vengo a prenderti.

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