L'odore di tulipani intasò in modo nauseante il naso di Taehyung, che si rese di esser vivo dopo aver imprecato ad alta voce facendo spaventare l'infermiera lì che cambiava la flebo.
"Ora vado a chiamare il dottore signorino Kim, non si muova" disse nervosa la ragazza, uscendo dalla stanza.
"Sono troppo pigro pure per sbattere gli occhi, dove vuoi che vada?" disse fra sé e sé, portandosi un braccio sulla fronte, guardando il vuoto.
Era vivo.
Sentiva il cuore battere dall'apparecchio accanto che contava i battiti, sentiva il petto innalzarsi e abbassarsi ad ogni respiro, e sentiva il peso del mondo sulle proprie spalle. Perché era vivo? Perché era lì? Perché non poteva semplicemente smettere di esistere?
Gli occhi iniziarono a formare lacrime in modo involontario, che quando Taehyung se ne accorse rimase sorpreso. Non capiva che tipo di lacrime fossero, se di dolore o felicità. Sapeva soltanto che non voleva essere lì.
Continuò a piangere silenziosamente anche durante la visita medica di controllo, scoprendo che era riuscito a sopravvivere perché nel cadete sbatté la parte bassa della schiena, cioè le vertebre lombari, e non la parte alta, vertebre cervicali, la parte che poteva ucciderlo. A fargli perdere i sensi fu il freddo, e ricordò le parole che sentì. Stava morendo di ipotermia, non dalla caduta.
"Ah, neanche morire so fare bene" disse singhiozzando in modo flebile, e i dottori lo guardarono tristemente.
"Per il tempo che starai qui, ti consulterai gratuitamente con una psicologa scelta appositamente per te. Poi quando uscirai deciderai tu se continuare a vederla o no. Verrai spostato da questa stanza domani pomeriggio" detto questo se ne andarono, lasciando l'infermiera di prima a controllarlo, poiché mentalmente instabile non poteva stare da solo.
Taehyung cercò di riprendersi il controllo, e con molta calma si alzò mettendosi a sedere.
"Posso avere dell'acqua? Ho la gola secca" disse rocamente il ragazzo, ricevendo una bottiglia.
Bevve avidamente, ma una domanda gli sorse facendo sputare tutto sul letto.
"Cosa succede? Si sente male signorino Kim?" chiese prontamente la ragazza infermiera, che Taehyung notò essere molto bassa.
"P-per caso è v-venuto q-qualcuno a v-vedermi?" chiese spaventato dalla risposta
"Sono stata sua responsabile da quando la hanno poggiata su questo lettino, e non è venuto nessuno. Ma da protocollo dobbiamo avvertire i suoi genitori, infatti le vorrei chiedere il loro numero" chiese dolcemente
Taehyung inorridì, iniziando ad agitarsi "No.. no no no! Mio padre no la prego non chiamatelo! Vi do il numero della madre del mio compagno di banco ma non chiamate mio padre! Non lui!" urlò freneticamente muovendosi sempre di più trappando anche delle cose che erano messe nelle sue braccia.
"Si calmi si calmi! Non chiamerò suo padre!" disse velocemente l'infermiera, e vedendo il ragazzo calmarsi iniziò a sistemare ciò che aveva disfatto "Però dobbiamo avere una persona adulta che ci accetti la sua presenza qui..." continuò con tono materno
"I-io...può farlo mia zia?" chiese boccheggiando guardandosi i piedi che sporgevano dalle coperte
"Vedrò cosa posso fare, se risulta possibile la informerò"
Taehyung sorrise flebilmente, sperando in ciò. "Scusi, ma lei si prenderà cura di me sempre?"
"Fino a quando starai qui, sarò io a controllarti" sorrise continuando a fare cose da infermiera
"Qual'è il suo nome? Così non devo chiamarla infermiera"
"Sono Chonnasorn Sajakul" disse girandosi verso Taehyung e guardandolo negli occhi
"Chonnaché?" ripeté confuso il ragazzo alzando il timbro di voce
"Shh, non urlare. Sono Tailandese, ho un nome particolare. Ma mi chiami Sorn per favore"
"Okay Sorn è più umano" ridacchiò sdraiandosi nuovamente appena la ragazza finì "Cosa mi dici di te?"
"Siamo in un ospedale, non in un bar. E poi questa domanda è a trabocchetto: vuoi che ti dica il mio colore preferito oppure i miei pensieri più tenebrosi? Sii più preciso" scherzò e la risata turbolenta del ragazzo si sentì probabilmente anche in Africa.
"Ti ho detto di non urlare Santo Cielo" lo rimproverò con il dito indice alzato "Ora dovresti riposare, ci penso io a guardarti" lo incitò con le mani a dormire
"Non è strano che tu mi guardi dormire?" chiese con un ghignò, sistemandosi nel letto
"No se sei un pericolo ambulante verso la tua persona" sorrise soddisfatta, aprendo la porta "Torno subito, devo prendere delle cose" e uscì facendo risuonare i tacchi che la facevano sembrare alta.
Taehyung, nonostante si stravaccò sul lettino scomodo, la sua mente continuò a girare. Aveva paura, troppa paura. Il padre lo avrebbe sicuramente picchiato se sapesse che aveva tentato di togliersi la vita, e avrebbe preso di mira la sorellina, che probabilmente avrebbe difeso il fratellone, non sapendo cosa volesse fare veramente essendo troppo piccola per saperlo.
Di solito Taehyung utilizzava dell'ironia piccante per nascondere le sue insicurezze, e utilizzava la strafottenza per la sua paura, ma ora si sentiva spogliato di ogni arma che si era creato in tutta la vita, il suo muro interiore che aveva eretto per non farsi ferire è andato distrutto nel momento in cui ha deciso di andare su quel maledetto ponte.
Lo sapeva, era inutile.
Un vigliacco che non sapeva neanche morire.
Guardò i tulipani messi lì vicino per simboleggiare la buona guarigione, ghignò sussurrando "Mi fanno schifo i tulipani"
Non aveva minimamente sonno, poteva anche mettersi a saltare in giro per quanto sveglio era. Sentì il rumore della porta aprirsi, e si girò, pronto per vedere l'infermiera dal nome impronunciabile, ma non c'era nessuno.
"Oddio pure i fantasmi, mancavano loro" scherzò ad alta voce con timbro forte, e una risatina si levò nell'aria, ed era la cosa più carina che Taehyung sentì.
Dalla porta si affacciò un ragazzo, ma dall'angolazione vide soltanto i suoi occhioni dolci marroni, che brillavano di emozione.
"Lo so che sono bello ma piano con gli sguardi" disse ma non ricevette risposta questa volta, il ragazzo si limitava a guardarlo.
"Ehm, ciaooo" disse confuso Taehyung e ancora la risposta non arrivò. Mosse una mano in segno di saluto molto lentamente, e gli occhioni si spaventarono, e scappò via.
"Ma che..." aggrottò la fronte, ma non si poté fare molte domande perché Sorn arrivò, e scoprendolo ancora sveglio e per di più seduto si infuriò, facendolo dormire a forza.
Taehyung non prese sonno, quell'incontro così particolare lo aveva scombussolato, ma più che l'incontro che lo stava tenendo sveglio, furono gli occhi di quel ragazzo.
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Κώφωση
Fanfiction°Taehyung voleva solo morire, ma trovò in quell'ospedale l'unica ragione di vita° Idea simile al film/manga Koe no Katachi o The Shape Of Voice, ma solo l'idea della condizione di sordità, il resto è puramente mia immaginazione. BOYxBOY Fluff Agains...