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Sentivo qualcuno chiamarmi, ma non riuscivo ad aprire gli occhi. Morfeo mi teneva stretto in un caldo abbraccio e non sembrava intenzionato a lasciarmi andare.

"Ehi, Louis! La prof ti chiama!"

D'un tratto spalancai gli occhi e ne trovai altri venti - come minimo - a fissarmi con uno sguardo divertito.

Ma dove cazzo ero?

"Tomlinson!" una voce tuonò e tutti si pietrificarono.

Ah già. Ero a scuola.

"Se vuoi dormire non farlo durante la mia ora!" mi urlò contro la prof di geografia. Era veramente arrabbiata, faceva paura. Un coro di risate si fece strada fra le quattro mura della classe e persino io mi sentii più rilassato. La prof, tuttavia, non sembrava dello stesso umore.

"Prof mi dispiace" cercai di giustificarmi senza esserne troppo convinto. Notai una vena sulla fronte della prof. Pulsava.

Dio che schifo.

"Tomlinson, la notte cosa fai invece di dormire?!" imprecò furente.

Un coro di risatine si sollevò. Quanto potevano essere maliziosi i miei compagni di classe? Beh, calcolando che anche io ero arrossito leggermente, mai quanto me. Mi scusai nuovamente con la professoressa e questa si congedò con un 'Per oggi sei scusato ma la prossima volta una nota non te la toglie nessuno'. Dio, quanto poteva essere pesante quella tizia! Avrei voluto vedere lei al mio posto; la notte prima non avevo chiuso occhio e se avesse saputo il motivo probabilmente - probabilmente - avrebbe capito.

Che incubo.

Il ragazzo dagli occhi verdi mi fissava con veemenza, sembrava divertito. Io invece non lo ero, per niente. Ero confuso. In meno di un secondo tutto il mio mondo era stato sconvolto da un tizio appeso a un albero e da un paio di occhi verdi. Fanculo.
"Ops" Finalmente parlò, la voce roca, lo sguardo incerto. Forse non lo era per davvero, in fondo era appeso all'ingiù e non riuscivo bene a capire che espressione avesse. D'altro canto, chi l'avrebbe capito nella mia situazione?
Mosse leggermente le mani ad accennare un saluto e io, quasi meccanicamente, pronunciai un 'Ciao'. Mi sentivo il volto in fiamme, ma perché?
Tutt'un tratto capii perché.
"Sai, hai una bella voce."
Ecco fatto, perfetto. Il peggiore dei miei incubi si era appena realizzato. Sentivo chiaramente il volto esplodermi, il rossore arrivare probabilmente fino alle orecchie e non sapevo cosa cazzo fare. Balbettai qualcosa d'incomprensibile quando in testa avevo solo un unico, singolo pensiero: 'Mi ha sentito.'
Non riuscivo a pensare ad altro. La mia voce era stata, come dire, violata in un certo senso. Ho odiato quel tizio fin dal primo sguardo. Fanculo.
Il ragazzo notò il mio evidente disagio e accennò un sorriso, ma tutto questo non fece altro che innervosirmi più di quanto non lo fossi già. Volsi il mio sguardo dall'altra parte e iniziai a correre più veloce che potei col volto ancora in fiamme, mentre mi sembrò di udire la voce di quel ragazzo urlare qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie, ormai troppo lontane da lui.

Il ragazzo sull'albero // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora