'La letteratura scientifica descrive tre fasi principali dei processi di elaborazione mnestica: la fase di codifica, la fase di ritenzione e la fase di recupero. Sebbene non si tratti di stadi necessariamente separati e in sequenza, essi rappresentano l'intero processo dell'elaborazione mnestica.'.
Louis osservò il cursore illuminarsi a intermittenza sullo schermo del suo iMac. Era arrivato a malapena alla metà del suo saggio di psicologia sul tema della memoria, ed era da consegnare entro mezzanotte sul portale elettronico del college. Il castano si passò distrattamente una mano semicoperta dalla manica della sua enorme felpa in pile bianco sul viso; non riusciva a concentrarsi sul lavoro. Spostò lo sguardo sul suo iPhone 7 che si trovava di fianco al computer sulla scrivania,alla quale era seduto, e premette il tasto centrale per controllare l'orario. Lo sfondo nero si illuminò: 9.30pm. Erano passate ormai due ore da quando si era messo a scrivere, attingendo dai vari libri sparsi ora intorno a lui che aveva preso in prestito in biblioteca. Lo spazio sulla sua scrivania bianca in legno era praticamente inesistente, ricoperta da quaderni degli appunti, barattoli con penne e pennarelli, più qualche piantina che dava un'atmosfera più colorata all'ambiente. Louis si morse un'unghia, per poi alzarsi dalla sedia nera girevole e abbandonare momentaneamente il saggio, chiudendo il computer. Era inutile insistere, non sapeva più cos'altro aggiungere al testo. Si voltò verso il suo letto matrimoniale, su cui il suo gatto Salem era acciambellato, puntualmente sul suo cuscino. La stanza di Louis era singola, una delle fortune di essersi trasferito di recente al college e non conoscere nessuno. Era particolarmente fiero di come aveva decorato l'ambiente, in quei pochi mesi. Non era particolarmente grande, ma Louis era riuscito a renderla accogliente; il letto era ricoperto da un soffice piumone grigio, i cuscini erano bianchi e di varie dimensioni. Sopra al letto, si trovava una mensola che percorreva tutta la parete, con sopra diversi libri, un paio di piante di cui una rampicante, e alcuni fili di lucine che accendeva ogni tanto la sera, quando guardava qualche film in santa pace sul letto. Sul soffitto, direttamente sovrastante, si trovava un lucernario, dal quale poteva vedere la notte che avanzava. Sulla parete opposta si trovava una larga cabina armadio con i suoi vestiti e la parete speculare ospitava un'ampia finestra che dava sulla strada.
Louis sospirò rumorosamente, passandosi una mano tra i capelli, appoggiandosi alla scrivania. Questo svegliò Salem, che aprì un occhio, sguardando il suo padrone sospettosamente. Louis lo fulminò bonariamente con lo sguardo. -non guardarmi così, Salem.- il gatto si leccò i baffi, e si alzò stiracchiandosi, per poi sedersi compostamente e squadrarlo da capo a piedi. Louis roteò gli occhi, e si mosse nella direzione dell'armadio per prendere il suo beauty case e accappatoio; aveva intenzione di farsi una doccia e sistemarsi dopo una giornata passata in pigiama. Quel giorno non aveva avuto lezioni, mancava una prof appena entrata in maternità. Salem miagolò con tono petulante e Louis sbuffò. -non è perché non mi ha ancora scritto. Infondo, domani dovremmo uscire e sono passati due giorni da quando ci siamo visti e...- Louis si fermò voltandosi, rendendosi conto che effettivamente, la cosa gli dava fastidio. Si morse leggermente il labbro inferiore, per poi scuotere la testa e avviarsi verso il bagno che si trovava nel corridoio. Prima di chiudersi la porta alle spalle si girò nuovamente verso il gatto grigio a pelo lungo che era tornato al suo posto sul cuscino, soddisfatto.
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Quando Louis tornò dalla doccia, indossava il suo accappatoio bianco imbottito e le infrandito nere, mentre si passava un asciugamano tra i capelli umidi. Salem si stava leccando una zampa, seduto sul tappeto di finto pelo bianco ai piedi del letto, ma dirzzò le orecchie non appena il suo padrone entrò nella stanza. Il ragazzo ignorò l'animale, andando a prendere della biancheria pulita nell'armadio, una felpa nera e un paio di pantaloni della tuta firmati adidas da indossare per andare a dormire; era esausto senza aver fatto praticamente nulla se non studiare quel giorno. Si avvicinò poi al suo comodino, sul lato sinistro del letto, prendendo il pacchetto di Marlboro gold che si trovava lì sopra appoggiato. Lo aprì e ne estrasse una, appoggiandosi l'oggetto mortale tra le labbra e afferrando il suo accendino verde. Verde... senza lasciare che la sua mente divagasse troppo, si avviò verso la finestra, aprendola e accendendosi la sigaretta. Mentre inalava ed esalava, osservò il cielo scuro trapuntato di stelle sopra di lui; quella notte vi erano alcune nuvole, l'indomani non sarebbe stata una giornata di sole probabilmente. Finì la sigaretta, spegnendola nel posa cenere nero che si trovava sul davanzale esterno. Chiuse la finestra e tornò a voltarsi verso la scrivania. Doveva consegnare quel saggio. Salem lo osservò con i suoi occhioni azzurrini e Louis ricambiò lo sguardo alzando un sopracciglio. Il gatto spiccò un balzo e atterrò con eleganza sulla scrivania, per poi sedersi accanto al telefono che riposava lì, sotto lo sguardo scettico del suo padrone. Louis si avvicinò alla creaturina, che appoggiò delicatamente una zampa sul dispositivo. Il castano prese il telefono, accendendolo. I suoi occhi blu oltremare si spalancarono, vedendo la notifica che svettava sulla schermata di blocco: 'A domani :)', il numero era sconosciuto, ma Louis arrossì, avendo una certa idea di chi potesse essere. -Salem, sei un genio!- esclamò, baciando rumorosamente il micio sulla sua testolina pelosa. Lui lo guardò storto, per poi procedere a pulirsi leccandosi una zampa, mentre Louis si sdraiava sul letto, osservando lo schermo del telefono ancora per qualche secondo prima di adagiarlo sul comodino, senza rispondere. Si avvolse nel piumone, rigirandosi. Sentiva già il sonno prendere il sopravvento, un sorriso beato sulle labbra.
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La mattina seguente, Louis si svegliò con la sveglia del telefono che squillava impazientemente. Il ragazzo grugnì, portando a malincuore un braccio fuori dalle coperte per spegnerla. Strofinandosi gli occhi, si mise a sedere. Alzò la testa verso il lucernario, e come aveva previsto la sera precedente, il cielo era grigio e nuvoloso. Louis si sporse per prendere il cellulare dal comodino, sbloccandolo non appena lo ebbe tra le mani. Passò in rassegna le notifiche delle news della zona (aveva un'app apposita), e alcune di Instagram, per poi capitare su un messaggio della sera precedente. Aggrottando le sopracciglia, Louis aprì la chat, decretando che aveva fatto aspettare il ricciolo a sufficienza.
|Numero sconosciuto|: A domani :)
|Louis🐱|: Harry?
La risposta fu pressoché immediata, lasciando Louis di stucco.
|Numero sconosciuto|: Proprio io
Scusami se ti ho scritto solo ieri sera, ma ho avuto un esame l'altro ieri, mentre ieri ho avuto allenamenti fino a tardi :(
Louis iniziava a capire che a Harry quelle emoticon dovevano proprio piacere. Mordendosi un'unghia decise di continuare la conversazione, ignorando Salem che si alzava dal suo cuscino per poi salare giù dal letto. Salvò il numero, pensando che 'numero sconosciuto' era troppo inquietante.
|Louis🐱|: tranquillo
Com'è andato l'esame?
|Harry|: discretamente, almeno credo
Il castano decise che forse era arrivato il momento di alzarsi e vestirsi, necessitava ancora di un caffè e aveva lezione in circa 40 minuti.
* Ding *
|Harry|: Comunque, se vuoi oggi possiamo trovarci in questo bar
Harry ti ha inviato una posizione:📍Location
|Harry|: l'ho scoperto poco tempo fa ed è a mio parere abbastanza confortevole.
Louis schiacciò sulla posizione per aprirla, mente si infilava un paio di jeans grigi che fasciavano perfettamente il suo fisico. Conosceva la zona dove si trovava il bar, era appena fuori dal campus, e poteva arrivarci prendendo un bus alla fermata vicino al suo dormitorio. Indossò velocemente un maglione bianco e tornò a digitare.
|Louis🐱|: mi fido del tuo giudizio allora, ma se non è di mio gradimento , mi riservo la facoltà di mollarti lì :)
Rispose il ragazzo, che già immaginava un locale squallido dove Harry portava le sue conquiste. Nel frattempo, mentre metteva l' iMac nello zaino nero firmato vans, Louis si rese conto che non aveva consegnato il compito, la sera predente. -cazzo! Il prof Brown mi ucciderà ora.- esclamò, sbattendosi una mano contro la fronte. Solo un messaggio, e Harry gli aveva fatto dimenticare dell'esistenza di un'intero saggio. Di certo non prometteva bene. Mentre si sistemava lo zaino in spalla e si infilava le 'old skool' ai piedi, Louis notò Salem fissarlo vicino alla sua ciotola, in attesa delle colazione. -hai ragione, palla di pelo.- prese una scatola di croccantini da un cassetto della scrivania, per poi versarne un po' per il micio. Dopo averli ritirati, afferò poi giacca e cappello, indossandoli. Il suo telefonò squillò nuovamente mentre si accingeva a varcare la porta della sua stanza.
|Harry|: ahah, ma certo
Anche se spero davvero tu non lo faccia.
Louis sentì una sensazione strana allo stomaco nel leggere quelle parole, ma la scacciò più velocemente della luce. Quasi sicuramente era una di quelle frasi fatte da fuckboy.
|Louis🐱|: vedremo.
Il ragazzo dagli occhi blu uscì dal dormitorio, dopo essere passato brevemente dalla cucina al pian terreno ed essersi versato in un thermos del caffè caldo da una brocca fumante. Qualcuno degli altri studenti doveva averla aveva preparata e lasciata sul piano del lavandino appositamente. Era una regola del suo dormitorio, chi si svegliava per premio e scendeva in cucina, preparava il caffè per tutti gli altri.
L'aria fredda di dicembre gli morse il viso, e Louis si strinse nel suo bomber griffato north face nero, calandosi il beanie sulla fronte. Si avviò a passo svelto verso l'edificio dove si teneva la sua classe di sociologia. Nel frattempo, estrasse il telefono dalla tasca, sentendolo vibrare.
|Harry|: :(
Sai come arrivare al bar?
|Louis🐱|: Sisi, ci metto 10 minuti in autobus.
|Harry|: Facciamo per le 4.30?
Louis si morse un labbro entrando nell'edificio 21A. Mentre saliva le scale per raggiungere la sua classe, digitò velocemente una risposta, prima di ritirare il telefono nella sua tasca e spingere la porta in legno dell'aula.
|Louis🐱|: Va bene.
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Winter Wonderland
RomanceHarry Edward Styles e Louis William Tomlinson. aggiungiamo un freddo inverno e un college a Bristol, cioccolata e mince pies, un gatto perspicace, angeli di neve e, ovviamente altri tre ragazzi scalmanati al loro fianco. una larry college!au, per...