Come Tutto Si Distrusse

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Erano le 6 di mattina circa e due voci e un rumore svegliarono Francesca.

<<Giorgio! Devo chiamare il 118!>>.

<<N-no...M-mi... r-riprendo...>>.

Francesca dalla sua cameretta riconobbe le voci dei suoi genitori, provenienti dal bagno e,sentendo ciò che si erano detti,si allarmò e scese dal letto,in uno stato di dormiveglia,e andò a controllare.Stava per aprire la porta del bagno quando ne uscì sua madre, visibilmente agitata e preoccupata,che le disse <<Vai sopra, e chiama Zio Franco...>> Zio Franco era il fratello del nonno materno di Francesca,che la madre chiamava per le emergenze. Francesca,sentendo ciò che le aveva chiesto la madre e vedendo che era agitata e preoccupata,uscì di casa,salì le scale del condominio e bussò violentemente alla porta di suo zio ma,egli non rispose e così ritornò,anche lei agitata e preoccupata,da sua madre. Arrivata a casa sua,Francesca, disse alla madre <<Ho bussato 6 volte ma non ho ricevuto conferma...che faccio? Che è successo nel bagno?>> La madre allora spiegò <<Tuo padre si era alzato per prepararsi per andare al lavoro...poi però dal bagno ho sentito il rumore di una caduta,così mi sono alzata e sono andata in bagno dove ho trovato tuo padre steso per terra. Ero molto spaventata, però ho trovato il coraggio di proferire parola e così,mentre mi accasciavo dietro di lui e gli prendevo la testa fra le mani per alzargliela,gli ho chiesto se dovevo chiamare il 118,e lui mi ha detto di no,che si sarebbe ripreso ma...non è successo e penso sia...m-morto...io vado a chiamre Zio Franco per farmi aiutare,tu non aprire la porta del bagno...>> Francesca rimase spiazzata dalle parole della madre,era sull'orlo del pianto ma si trattenne ,pensò a come poteva rendersi utile ma...la tentazione di aprire la porta del bagno fu inevitabile,così aprì la porta e... ciò che vide era oltre l'immaginabile:c'era suo padre steso con metà corpo sullo scalino e metà corpo giù,con la bocca e gli occhi spalancati. Francesca rimase immobile di fronte a quella visione,anche se sarebbe voluta correre in lacrime verso il corpo,visibilmente senza vita, di suo padre. Invece non fece niente. Era così spaventata che non riuscì neanche piangere.

Dopo pochi sencondi,che sembrarono ore,arrivarono Zio Franco e la madre di Francesca.La madre si bloccò alla vista di sua figlia,immobile,davanti alla porta del bagno spalancata. Le due si guardarono ma non proferirono parola,non piansero neanche...si guardarono... ma non era uno sguardo normale,in quello sguardo c'erano tristezza,paura, e preoccupazione. Dopo un po' arrivarono anche gli addetti del 118 che allontanarono Francesca dalla porta del bagno...e da suo padre.Una donna andò con lei nella sua camera e la aiutò a prepararsi,poichè lo zio,sotto richiesta della madre,da lì a poco sarebbe venuto a prendere lei e il suo fratellino Mario,che dormiva ignaro di tutto. Francesca non aveva ancora detto niente,non aveva neanche ancora pianto,cosa molto strana data la sua estrema sensibilità; il mondo le era caduto addosso e la aveva schiacciata col suo peso, l'aveva schiacciata così tanto che non le permetteva di piangere.

Francesca visse la scena più triste del mondo: farsi pettinare i capelli da un'addetta del 118 perché era ancora troppo scioccata,non riusciva nemmeno a muoversi.

Dopo un po' di minuti lo zio arrivò,citofonò , fu informato dell'accaduto e ne rimase sbigottito anche lui; la madre,Anna,gli consegnò i suoi figli e gli disse di portarli a casa sua dove c'era la sorella di Anna che era stata informata velocemente dell'accaduto da quest'ultima.

I due fratelli e lo zio salirono in macchina e si avviarono verso il centro di Castellammare di Stabia, in religioso silenzio.

Francesca non poteva crederci: da un giorno all'altro, suo padre le era stato strappato brutalmente e lei, che ancora non aveva pianto, si stava lacerando, lentamente, dall'interno.

Durante il viaggio in macchina pensò a ciò che aveva visto: fu straziante scendere da casa propria e trovarsi l'ambulanza di fronte,accostata davanti al cancello,con le sirene che lampeggiavano senza emettere alcun suono, contemplando dall'esterno ciò che era successo all'interno di quella casa e tutta la tristezza che emanava.

Arrivata a casa di sua zia,Francesca, cercò quest'ultima e la trovò in bagno ad aspettarla.Francesca e sua zia si guardarono... si compresero; Francesca, con passo incerto e tremante, si gettò disperatamente tra le braccia calde e accoglienti di sua zia e pianse...pianse lacrime amare e disperate come se queste ultime potessero, con il loro scorrere incessante lungo il suo volto, portare con loro tutto ciò che era successo in quell'ora, in modo tale da ripulirle la mente ed aggiustarle il cuore ormai ridotto a brandelli.

Francesca, piangendo, si rese conto che non stava più dormendo, che non stava facendo un incubo e che quella era la dura e triste realtà: suo padre se ne era andato, era morto, e si era portato con sé la quotidianità di una ragazzina che, ormai, non avrebbe sorriso più.


ANGOLO AUTRICE:

ciao a tutti! Questo il primo capitolo\introduzione. spero vi sia piaciuto. Non dimenticatevi di stellinare la storia se è stata di vostro gradimento. Al prossimo capitolo!

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