- Devi dirglielo.- disse Jonghyun sorseggiando un cappuccino davanti a lui.
Taemin scosse la testa, pulendosi le labbra dal sangue e raccogliendo i petali nel fazzoletto dove aveva appena tossito.
- E' innamorato, si sta per sposare e poi un rifiuto diretto non farebbe che farmi peggiorare.- spiegò con calma, usando appena un filo di voce roca.
Jonghyun scosse la testa - Almeno se ti dichiari e ti rifiuta potrai finalmente metterti l'anima in pace e farti operare senza rimpianti, no?- si fermò un secondo per guardarlo dritto negli occhi -Perchè tu ti farai operare in ogni caso, vero?-
Taemin si strinse nel maglione, torturandosi le mani sotto il tavolo, quelle domande lo mettevano all'angolo, Jonghyun era sempre in grado di leggergli dentro e metterlo alle strette; aveva un dono particolare per leggere i veri sentimenti delle persone.
- Taemin?- insistette sospettoso.
Taemin annuì con forza - Certo, certo che voglio farmi operare....- assicurò con la sicurezza di ogni bugiardo.
Era più forte di lui, era dai tempi delle medie che questo amore cresceva con lui, nascosto nel suo cuore, per questo si era trasformato in Hanahaki, perché alcuni giorni non sapeva dire se a farlo ammalare era un vero sentimento o un malasano attaccamento per quel dolore che provocava amarlo.
Una vita dove non era innamorato di Jongin gli faceva paura, non sapeva nemmeno immaginarla.
Jonghyun non era in grado di bersi una bugia tanto stupida - Giuro su dio che ti trascinerò in sala opeatoria con le mie stesse mani Taemin.-
Adesso iniziavano entrambi ad indispettirsi - Ho detto che lo farò. Jonghyun-ah non ti fidi di me?-
Jonghyun arricciò le sopracciglia -Assolutamente no. Io so cosa passa in quella tua testa malata e posso assicurarti che ti sta mentendo...- per un attimo il silenzio, uno di quelli pesanti e pieni di parole, cadde su di loro.
Taemin non riusciva a smettere di torturarsi le mani, la testa iniziava a giargli per le poche forze e l'agitazione.
Jonghyun invece era immobile come una statua e persino più severo di una di quelle statue che si vedono nelle cattedrali Europee.
-...non riesco a decidermi Jong....non riesco a convincermi che sia la scelta giusta...io...- sentiva il proprio petto faticare per alzarsi e abbassarsi -....io non gliel'ho ancora detto.-
- Che sei malato?- il suo amico sembrava essersi un po' addolcito, forse perché finalmente avevano iniziato a parlarsi davvero.
Taemin aveva deciso di essere onesto per la prima volta dopo tanto tempo, scosse la testa chiara - No, lui è preso dal lavoro e i preparativi del matrimonio, è un po' che non ci vediamo e...- le parole gli morirono in gola insieme ad un colpo di tosse.
Jonghyun gli porse velocemente un fazzoletto, attendendo che potesse riprendere a parlare.
Taemin chiuse gli occhi, prese un respiro profondo, tanto profondo per quanto la malattia gli concedesse e poi parlò - ...E lo rivedo dopo domani, solo io e lui. Ho paura, non posso più far finta di stare bene come l'ultima volta. E' palese oramai.- gli veniva da piangere e davanti a Jonghyun in quel caffè semi vuoto sapeva di poterlo fare.
Le lacrime iniziarono a scorrergli sul volto senza che l'altro lo giudicasse.
Jonghyun gli prese la mano - Hey, andrà tutto bene devi solo...dirgli come stanno le cose. Basta bugie, hai il diritto di stare male senza nasconderti.-
Oramai aveva iniziato anche a singhizzare, togliendosi il fiato da solo, lasciando che il torace lo trafiggesse con mille schegge di vetro ad ogni sussulto - Ma io ho il diritto di ferirlo in questo modo?- riuscì a domandare prima di lasciarsi completamente andare al pianto, con Jonghyun prontamente al suo finaco. Pronto a stringerlo in un abbraccio che sapeva di comprensione, anche se lui aveva deciso di dimenticare tutto ricordava il dolore della malattia.
Quello, glielo avevano detto, sarebbe rimasto per sempre.***
Taemin e Jongin si erano tovati fuori per mangiare e bere qualcosa, fare un giro da qualche parte e passare tutta la serata insieme come ai vecchi tempi.
Ma appena lo aveva visto Jongin aveva insistito per mangiare e tornare subito a casa, nonostante le proteste lo aveva caricato in macchina e aveva insistio nel passare la serata tranquilli. Possibilmente con lui in pigiama e al caldo.
Taemin non aveva potuto che cedere e dopo aver comprato qualcosa ad un convenience store sotto casa erano saliti da Taemin per guardare un film e mangiare gelato.
- Puoi farti i popcorn se li vuoi...con un horror vanno bene i popcorn.- disse Taemin guardando Jongin attrezzarsi di tazzine e cucchiai come fosse a casa sua.
Jongin scosse la testa bruna contrariato - Ti ho visto con lo spray per la gola e mentre mangiavi tutto dolorante. Il gelato andrà bene.-
- Ma tu non hai mal di gola e odi il gelato.-
-Tu non puoi mangiarli e io non li mangerò finchè non potremo farlo insieme, okay?- insistette Jongin, con il tono di uno che non ammette repliche.
Taemin si lasciò sfuggire un sorriso amaro, sapientamente nascosto dalla mano che gli reggeva il mento.
Era tenero quel suo modo di fare, Jongin era sempre stato così "stai male tu, sto male anche io" anche quando erano piccoli e Taemin si era preso la tonsillite.
Quando Jongin fu soddisfatto con le porzioni si misero entrambi sul divano, sotto la stessa coperta e con il gelato in braccio. Non faceva freddo, dopotutto era primavera e le serate iniziavano ad essere più calde, ma Jongin era stato irremovibile anche su quello.
- Allora? Cosa vediamo?- gli domandò fissando il catalogo di Netflix e lasciando il telecomando in mano a Taemin.
- Non lo so....li abbiamo già visti praticamente tutti.- si lamentò Taemin sfogliando il catalogo con occhio critico.
- Hanno messo l'esorcita, tutta la trilogia.- gli indicò Jongin e Taemin alzò le spalle, la sapevano entrambi a memoria ma erano i primi film horror che avevano visto insieme, di nascosto perchè all'epoca non gli era permesso vedere certe cose.
Guardare l'esorcista era un po' come tornare a casa e in fondo in quel momento Taemin aveva proprio bisogno di tornare a casa.
Lasciò partire il primo film, accoccolandosi contro lo schienale morbido del divano. Era tremendamente affaticato, nell'ultima settimana era diventato stressante anche solo continuare a condurre la sua vita normalmente, la malattia stava diventando invadente...invalidante.
Non lo avrebbe mai ammesso ma era grato a Jongin per averlo trascinato a casa, così forse sarebbe riuscito a reggere una serata sul divano senza sputare tutti gli organi interni per la tosse. Non voleva avere una crisi davanti a lui, non voleva obbligarlo a soccorerlo e prendesi cura di lui.
Jongin come suo solito si lasciava andare a piccoli commenti e Taemin lo seguiva con qualche battuta, prendere in giro quei vecchi amati film era sempre bello, mai noioso o ripetitivo se a farlo erano loro due. Finita la trilogia era ancora presto e visto che avevano passato più della metà del tempo a chiacchierare nessuno dei due aveva voglia di finire la serata.
Così optarono per lasciar partire il primo film in succesione.
- Compatibile al 80%, sarà sicuramente fantastico....- commentò Taemin scettico già dalla copertina.
- Ah non essere cattivo, siamo noi che ne abbiamo visti troppi.- Jongin gli scompigliò i capelli chiari - Tu nei hai visti così tanti che sei diventato un fantasma.- lo canzonò riempiendo la stanza con la sua bella risata e facendo accellerare il cuore di Taemin, per scompigliargli i capelli lo aveva avvicinato.
Adesso Taemin aveva un suo braccio avvolto attorno alle spalle e abbandonato, non era inusuale tra di loro ma nel suo cuore era sempre come la prima volta. Forse era per questo che si era innamorato di lui al punto da ammalarsi di Hanahaki.
- Yah non è vero!- gli rispose colpendolo bonariamente con un pugnetto all'addome.
Jongin continuò a ridere impietoso -Dico la verità! Capelli bianchi e pallido come sei sembri un fantasma....- gli accarezzò di nuovo una spalla, stringendolo un po'.
Taemin si toccò di riflesso i capelli e la faccia - Forse hai ragione...ma non ho mai voglia di farlo...- anche sua madre glielo aveva fatto notare, più passava tempo meno differenza c'era tra i suoi capelli bianchi e il suo incarnato stile "donzella ottocentesca".
Jongin al suo fianco scattò -Facciamolo ora.-
Taemin lo guardò male - E' mezzanotte...- gli indicò un orologio.
Jongin alzò le spalle, troppo eccitato dalla sua nuova idea per dare importanza ad una cosa come l'orario - C'è il convenience store, scegliamo un colore che ti piace e ti togliamo l'aria da fantasma... se hai voglia.-
Nel suo sguardo c'era l'eccitazione di un bambino, ed infondo anche Taemin si sentiva contagiato da quell'euforia che solo le idee pazze ti danno. Avevano fatto tante cose un po' folli ma una tinta ai capelli in piena notte? Quella gli mancava.
- Okay, perché no?- disse in fine alzandosi dal divano per primo e allungando una mano veso Jongin, lui la prese ma Taemin lo sentì alzarsi senza fare minimamente forza su di lui.
Era il tipo di gentilezza di Jongin, il suo modo di occuparsi di lui. Così come mangiare gelato anche se non gli piaceva, rinunciare ad una serata fuori o fargli una tinta per ravvivare un aspetto malaticcio.
O farlo ridere e fargli vivere un po' di leggera spensieratezza in una serata in cui il respiro rantolante di Taemin si era sentito anche con l'audio di un film horror in sottofondo.
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Sayonara Hitori (Taekai)
Fanfiction! LEGGIBILE COME ORIGINALE ! **COMPLETA** L'Hanahaki è una malattia che nasce dal provare per troppo tempo un amore non corrisposto. I sentimenti che stagnano nell'animo portano alla formazione di fiori nei polmoni, fiori che consumano pian piano...