Terzo Capitolo

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Quando Kuroo dopo gli allenamenti aveva suggerito il gioco del re, Hinata non aveva potuto fare a meno di annuire esaltato, portandosi dietro un Kenma che poco entusiasta gli si era seduto di fianco. Tsukishima allo stesso modo era stato trascinato da un Bokuto piuttosto esaltato che lo aveva praticamente costretto a non scappare dal tavolo. Quando si erano ritrovati faccia a faccia, Hinata aveva messo su un sorriso di sfida.

«Ti batterò.» aveva dichiarato alla sua faccia insofferente.

«Come se si potesse battere qualcuno ad un gioco del genere.» aveva alzato gli occhi al cielo Tsukishima.
Alla fine si erano ritrovati in sei seduti attorno ad uno degli ultimi tavoli sparecchiati della caffetteria a riciclare le bacchette inutilizzate della cena. Akaashi era stato quello che con pazienza si era messo a scrivere i numeri sul lato piatto delle bacchette. Sei bacchette, cinque numeri e una sola con la corona, chi la prendeva aveva il potere di dare ordini agli altri.

«L'unica regola è che gli ordini del re sono imprescindibili.» aveva spiegato Kuroo.

«Solo una manche.» era stata la seconda cosa che aveva detto, eppure si erano ritrovati a giocare per più di un turno, obbedendo ad ordini che andavano da quelli più assurdi a quelli più imbarazzanti di rivelare segreti reconditi e brutte figure. Si stavano divertendo tutti, Tsukishima probabilmente quello che si stava divertendo di più anche se non lo avrebbe mai ammesso. Soprattutto quando per due volte consecutive si era ritrovato ad essere re. Hinata ovviamente non si era sprecato e lo aveva accusato di barare, Tsukishima però si era limitato a lanciargli un'occhiata piatta delle sue senza preoccuparsi di rispondergli ed erano andati avanti a giocare con un'espressione che probabilmente nascondeva il divertimento che stava veramente provando.

«Oh ma chi si vede il re in persona.» erano al termine di un'ennesima manche quando la voce di Tsukishima proruppe fin troppa divertita portando l'attenzione di tutti quelli del tavolo al re della corte. Hinata quasi non sussultò dallo spavento. Kageyama si era fermato solamente per riempirsi la borraccia e probabilmente se ne sarebbe andato senza troppi complimenti se non fosse stato per Tsukishima.

«Sai stiamo facendo una cosa interessante: il gioco del re, lo conosci? Lo sarebbe ancora di più se ci fosse un re in persona a giocarci.» un sorriso particolarmente irriverente si dipinse sul suo volto e a vederlo di sottecchi, Hinata ebbe paura.

«Pensavo fosse un gioco stupido.» commentò a bassa voce Kuroo facendo scoppiare a ridere Bokuto e guadagnandosi una breve ma pur sempre incisiva occhiataccia da parte di Tsukishima.

Mentre temeva per la sua stessa vita, Hinata cercò di supplicarlo con lo sguardo ma probabilmente la sua occhiata venne colta con ancora più irriverenza da Tsukishima che sorrise smaliziato.

«Non mi va.» Kageyama gli gettò a malapena un'occhiata prima di rispondergli gelido e avrebbe anche continuato per la sua strada se Tsukishima avesse lasciato perdere ma così non fu.

«Cos'è hai paura di perdere ad un gioco che porta il tuo nome?» Hinata sperò che tutto il cuore che Kageyama dicesse di no. Tutti sapevano quanto Tsukishima traesse piacere nel provocare Kageyama e quale migliore momento se non il gioco del re per lanciargli una delle sue frecciatine?

«O forse non ci consideri nemmeno dei sudditi per degnarci della tua presenza? È così non è vero re?»

Kageyama questa volta s'irritò per davvero «Sta zitto e non mi chiamare in quel modo.»

«Fammelo fare tu, dare ordini è la tua specialità, non è vero? Se peschi la bacchetta giusta potresti pure ordinarmi di stare zitto per tutta la vita.»

E Tsukishima dovette toccare uno dei nervi scoperti di Kageyama perché quello si girò con un sorriso irriverente.

«Oh sarebbe un piacere.»

L'avidità è una forma di egoismo (Kagehina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora