CAPITOLO 16

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Dopo essermi cambiata i vestiti e aver liquidato il mio sogno nascondendolo nel mio inconscio, mi avvio verso la cucina per fare colazione: l'allenamento di ieri mi ha completamente distrutta, devo rimettermi in forze. 

Quando entro in cucina trovo tutti quanti seduti al tavolo intenti a mangiare, manca solo Alexander: davanti al posto in cui mi siedo solitamente io, c'è un piatto fumante di pancake alla banana con tanto di frutta a pezzetti e sciroppo d'acero. <<Ma...è per me??>> chiedo, sperando con tutto il cuore in una risposta affermativa. <<Certo! Li ha preparati Alec e ha detto di lasciarli per te..>> mentre me lo dice, Isabelle guarda sia Jace che Clary con sguardo ammiccante. <<Oh..>> sento una sensazione di calore riempirmi le guance. Mi siedo sul mio sgabello e inizio a mangiare mentre gli altri mi raccontano qualche aneddoto riguardante loro vecchie battaglie. Quella che mi sorprende di più è Clary: è stata cresciuta come mondana da sua madre (probabilmente per proteggerla) e si è ritrovata nel giro di pochissimo tempo a dover combattere contro demoni e vampiri. Impressionante, davvero. Continuiamo a chiacchierare fin quando non entra Alec. <<Jas...Oh, hai mangiato i pancake. Bene - si schiarisce la voce- sono arrivati i risultati dal laboratorio.>> mentre lo dice, sento una fitta al cuore. Lancio uno sguardo agli altri, prima di alzarmi dallo sgabello, fare un bel respiro, e uscire con Alexander. 

Mentre camminiamo verso il laboratorio, un senso di curiosità si impadronisce di me: <<Senti, ma... Per caso, ieri sera è successo qualcosa alla tua ex runa parabatai?>> gli chiedo, guardando per terra. <<Mmm...Non te lo so dire, sono crollato appena entrato in camera, ancor prima di farmi una doccia. L'ho fatta stamattina, non preoccuparti. - dice, vedendo la mia reazione- Comunque ricordo che pulsava molto, ma niente di nuovo, ormai siamo abituati. Perchè me lo chiedi?>> mi domanda. 

<<Emh...No, niente. Curiosità.>> decido di chiudere la questione e aspettare l'allenamento di stasera prima di parlarne, magari è stato un episodio da una tantum. Scendiamo non so quante rampe di scale prima di arrivare al laboratorio: occupa tutto il piano sotterraneo, e sembra essere uscito da un film di fantascienza. Ci lavorano una decina di persone che non ho mai visto in questi giorni; Alec mi racconta che hanno i loro appartamenti proprio qui, nei sotterranei. Mentre percorriamo un lungo corridoio verso la sala risultati noto un'ala a parte del laboratorio: sbirciando dentro, vedo tre uomini intenti ad analizzare qualcosa di probabilmente molto pericoloso. Tutti e tre indossano almeno due mascherine chirurgiche e una maschera filtrante che copre il viso, il tutto accompagnato da occhiali e tute protettive. Chissà cosa stanno analizzando, penso. 

Entriamo nella sala risultati e veniamo accolti da un uomo sulla trentina: è alto quasi quanto Alec e porta un camice bianco come i dottori mondani. Abbassando lo sguardo vedo che sul tavolo in vetro davanti a lui c'è la spada, e trattengo il respiro per un attimo. 

<<Alexander, benvenuto. Lei deve essere la signorina Ramones, immagino - dice,  prendendomi la mano destra e scoccando un bacio sul dorso - Ho sentito molto parlare di lei.>> mi dice. 

<<Jasmine, perfavore. Signor..?>> chiedo. <<Luka Romanov.>> dice, ed io spalanco gli occhi. Luka Romanov il nipote dell'Inquisitrice Romanov. Uno degli scienziati più abili e conosciuti tra i Nephilim, nonchè Luka Romanov quello delle scappatelle con ogni essere vivente sulla faccia della terra, tranne i demoni. O almeno così dicono, anche se non fatico a crederci, a giudicare dal suo benvenuto. Mentre sto pensando a tutte le dicerie che girano sul suo conto, noto che lui mi sta fissando un po' insistentemente. Alexander sembra irritato dalla cosa e si schiarisce la gola. <<Allora...Cosa puoi dirci riguardo la spada?>> gli domanda. 

Luka la prende in mano e la osserva, rigirandola, prima di parlare. <<I risultati sono arrivati questa mattina. Si tratta di una spada molto particolare, la possono creare solamente le fate. Contiene un veleno molto particolare: si chiama Belladonna, è mortale per i mondani. Li uccide paralizzandoli, muoiono in 24 ore. Per gli Shadowhunter, invece, la storia è diversa. Molti sono stati uccisi dalla Belladonna, altri sono rimasti paralizzati per almeno una settimana, prima di riprendersi. E' strabiliante.>> parla di questo veleno come fosse una sua conquista, una bella donna, per l'appunto. <<Ha ucciso la mia parabatai, due anni fa.>> gli comunico. Lui sembra ignorare la mia affermazione. <<Dovreste andare a parlare con le fate, loro potrebbero sapere chi l'ha commissionata. Fate attenzione, però... Le fate sono molto astute.>> dice, rimettendo la spada dentro una teca in vetro. 

<<Io so che non possono dire bugie.>> dico. <<E' vero, ma sono molto brave a nascondere la verità, se necessario. Non ne hai mai incontrata una?>> mi chiede Alec.

<<No...>>

<<Beh, oggi lo farai. Andremo io e te, dopo pranzo.>> mi dice, facendomi un mezzo sorriso con l'angolo sinistro della bocca. Ringraziamo il signor Romanov e usciamo dal laboratorio. 

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi con un nuovissimo capitolo di questa storia! Ricordatevi di farmi sapere se vi sta piacendo VOTANDO e COMMENTANDO!


Un bacio, 

Feda <3

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