Capitolo II

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Una colazione tranquilla

15 Novembre 2009

Cleo si svegliò con la luce che penetrava accecante dalla finestra. Alzò il cuscino e ci nascose sotto la testa. Sapeva di doversi alzare ma il tepore che le donava il piumone era una sensazione così dolce.

Si fece coraggio e con un gesto rapido scostò il malloppo di coperte. Un brivido la scosse per un secondo ma lei si tirò in piedi velocemente; sapeva che se non si fosse sbrigata sarebbe tornata a letto e avrebbe fatto tardi.

Si diresse verso la stanzetta che era il bagno, si lavò il viso e le mani, poi si guardò allo specchio, gli occhi ancora assonnati, i capelli arruffati, quella ciocca lilla sempre fuori posto.

Uscì dal bagno e si trascinò verso l'armadio; non ebbe il tempo di aprirlo che sentì una voce provenire dalla stanza:

«Oh, Lady dormiente!» Lux, la spiritella della luce, era già in camera sua.

«Lux, conosci il significato della parola privacy?» chiese la ragazza irritata e divertita allo stesso tempo.

«Certamente. Privacy: parola derivata dall'inglese. È L'ambito gelosamente circoscritto della vita personale e privata...» Con Lux era sempre così: pareva avesse ingoiato un vocabolario.

«Si, si... Va bene. Non intendevo davvero. Per i Giardini superiori, come siete difficili voi spiritelli!»

«Affatto, direi. E modera quei toni.» Rispose l'esserino risoluta. «Ad ogni modo, domani sarà il tuo compleanno! Non sei felice? Non si diventa maggiorenni tutti i giorni!»

«Oh, ma per favore, Lux! È solo un giorno in più, che vuoi che cambi?»

«Immagino che nessuno ti abbia messa al corrente della Fuita.» non era una domanda.

Cleo storse il naso. «La che?» chiese confusa.

«Ops. Mi sa che era un segreto...»

«Segreto? Ma di che parli?» Cleo si stava spazientendo.

«Nulla, nulla... Io ti consiglierei soltanto di ritirarti in camera presto stasera. Ma non mettere il pigiama, resta vestita. E tieni aperte quelle orecchie!»

Cleo ora, ormai completamente sveglia, aveva rivolto a Lux tutta la sua attenzione «Lu, mi vuoi spiegare, per favore?» disse seria mentre la fissava dritta negli occhi. Non provò nemmeno a usare il suo potere su di lei: prima di tutto la loro magia aveva scarso effetto su quelle creaturine bizzarre, e secondo era considerato un grave oltraggio attaccarle: poi Cleo adorava quella stramba spiritella stordita che le girava sempre intorno. Inoltre, a quanto pareva, avrebbe dovuto serbare le energie per... qualcosa!

«Tu fa' solo come ho detto. Mi ringrazierai!» e così dicendo svanì com'era arrivata, attraverso il lucernario appeso al soffitto.

«Oh ma quanto siete inafferrabili voialtri!» sbuffò Cleo e riprese a vestirsi.

Cleo uscì finalmente dalla stanza, diretta alle cucine per rubacchiare qualcosa alla cuoca, visto che oramai l'orario di colazione era passato da un pezzo.

I capelli arruffati che aveva cercato di riordinare per dieci minuti buoni, erano legati in una crocchia disordinata, solo il ciuffo lilla le ricadeva ribelle sul viso.

Prese la scorciatoia usando le scomodissime scale a pioli che scendevano dritte in appositi buchi nel pavimento, tagliando 4 rampe di infinite scale marmoree, e giunse a destinazione.

La cucina era deserta e Cleo vi si infilò camminando di soppiatto, cercando di evitare il minimo rumore: Estola, la cuoca, aveva un udito finissimo e un cucchiaio di legno lungo abbastanza per colpire chiunque tentasse di entrare nella sua cucina.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 15, 2020 ⏰

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