Il simbolo

95 7 0
                                    

Il fiato corto, per aver urlato, gli occhi sbarrati per la paura, pieni di lacrime, la mia bocca è aperta e trema, ma non per la paura, ma per lo scenario, che si trova davanti a me. I spuntoni, sono ricoperti di sangue e un corpo, è stato trasformato in uno spiedino. Ma non è il corpo della mia bambina. No, quello che si torva di fronte a me, è il cadavere di un uomo, di un marins, per l’esattezza.
Anche l’uomo sopra la radice è incredulo a quello spettacolo sicuro di vederci in mezzo  la bambina;
invece lei non c’è, nemmeno l’ombra e entrambi ci chiediamo, dove è andata a finire. Il marinaio, mi guarda, con gli occhi pieni di rabbia, e sembra pensare sia stata opera mia e senza dire nulla, mi sta per attaccare, ma viene fermato, da un attacco,venuto alle spalle, cadendo nella sua stessa trappola. Riconoscerei quella chioma d’orata e quella maschera ovunque. Il massacratore se ne sta li, immobile appeso a mezz’aria, anche se non so da cosa, lo vedo volare, per poi appoggiare i suoi piedi davanti a me, con le lame di algamatolite, ancora sguainate.
Mi giro, sentendomi osservata, vedendo i pirati alle mie spalle, ma la cosa che attrae il mio sguardo, è l’orso polare a fianco di Trafalgar con in braccio qualcosa. Mi avvicino, con l’arto ancora sanguinante, per vedere se i miei sospetti sono fondati e per mia enorme felicità, vedo tra le braccia dell’animale mia figlia, con gli occhi ancora chiusi, non accorgendosi ancora di nulla. La vedo aprirli molto lentamente, accorgendosi della morbidezza delle braccia dell’orso: La chiamo molto dolcemente, fin quando i suoi occhioni non sono completamente aperti.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

L’uomo che mi lancia in aria, la vista dei grossi puntiglioni affilati come lame, la spalla della mamma piena di sangue e il suo urlo straziante che invoca il mio nome: in quel momento penso che sia tutto finito. Poi invece di sentire dolore, sento su tutta la mia schiena, una morbidezza quasi innaturale, e un forte calore. Ho ancora gli occhi chiusi … forse è questa l’aldilà? 

Comincio a sentire una voce calda, familiare e tranquilla che mi chiama, e decido di aprire gli occhi, sensibili inizialmente da un forte raggio di sole, poi li vedo …. Vedo l’orso polare, che mi guarda stranito, e mi accorgo che mi tiene in braccio, poi vedo il volto di lei, della donna con gli occhiali,che continua a chiamare il mio nome e mi accarezza dolcemente i capelli, come solo lei sa fare …
. –mamma …. ?-

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La mia piccolina mi guarda, non capendo quello che è successo. Le bacio la fronte e appoggio la mia sulla sua continuando  a guardarla nei suoi occhioni arancioni.
Ho avuto veramente paura di perderla, anche se ancora non ho capito bene, cosa sia successo, sono piena di gioia, nel vederla sana e salva.
–come stai piccolina?- io e la rossiccia, guardiamo l’orso incredule, visto che nessuna di noi ha mai sentito un orso parlare.
– stavi per fare un gran volo, se non fosse per il capitano Law, adesso saresti uno spiedino!- “Capitano Law”? mi volto verso Trafalgar, intento a guardare la scena,senza interesse , poi parlando sorride in maniera ambigua , o forse quello è il suo sorriso naturale …. ?
ancora più inquietante!

–l’ho fatto solo, perché avevo un debito nei tuoi confronti, mia cara “falsa biondina”!-
- allora, non ti devo ringraziare, giusto?- lo vedo ridacchiare, e rispondo al suo sorrisino, poi sento la peste alzarsi, per mettersi seduta, tra le braccia dell’orso, continuando a guardarmi.
– e comunque … non devi ringraziare solo me , ma anche il caro Eustass e il Signor massacratore, senza di loro il marinaio, ti avrebbe fatto fuori … ehehehe!- volgo il mio sguardo verso il capitano dai capelli Rossi, che mi guarda serio, anzi ora che ci faccio caso, non guarda me, ma la mia bambina e forse penso di capire il perché. Anche Rose si è accorta del suo sguardo insistente verso di lei, e decide di stare al gioco, guardandolo dritto negli occhi.

Lo vedo avvicinarsi verso l’orso, con lo sguardo incuriosito di tutti i presenti, mentre killer, rimane fermo immobile, a guardare il suo amico avvicinarsi all’animale. Si trova a pochi centimetri , le prende il piede sinistro per guardarlo meglio, solo lì, il massacratore si avvicina al suo capitano, per vedere cosà ha attirato l’attenzione del suo migliore amico. Vedono sul dorso del piede un grosso simbolo, apparentemente un tatuaggio, lo accarezza il rosso, delineando i contorni con il pollice della mezza luna, sentendo sotto il polpastrello i segni della decorazione, , passa al sole tatuato in mezzo ad esso, notando che nel mezzo, è disegnata una stella. A vederlo sembra un tatuaggio, ma a sentirlo, sembra una sorta di cicatrice ….

– ma che diavolo è, sembra un tatuaggio?- mi domanda killer stupito, non avendo mai visto quel simbolo da nessuna parte, ma kidd dal suo sguardo sorpreso, lo conosce fin troppo bene.
– è il simbolo della mia famiglia - il massacratore e il rosso, alzano lo sguardo, per incontrare il mio sguardo – Nessuno sa il perché, ma tutti i Rodriguez, fin dalla nascita hanno questa specie di simbolo, in qualche parte del corpo, e nessuno comprende che cosa sia esattamente, e alla mia bambina, è capitato sul piede –
-aspetta, hai detto ….. “ Rodriguez”?- killer mi fa questa domanda, con un accenno di preoccupazione, mentre Eustass mi guarda pieno di stupore e rabbia, nello stesso tempo. Mi tolgo gli occhiali per guardarli bene negli occhi. Appoggio delicatamente la mia mano su quella, che tiene il piede di mia figlia, e guardando negli occhi, con un sorriso, con lo sguardo pieno di felicità sussurro a entrambi, una frase che li fa sbiancare …
-Seni görmek güzel .... kırmızımsı! .... Mart!-
“è bello rivedervi .... Rossiccio .... March”

Proteggi il mio cuore, sogni e desideriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora